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Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 31 luglio 2015

7 Agosto 2015 15:50
financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund Morgan Stanley
• Nella seconda metà di luglio è continuata la forte discesa del petrolio, penalizzato dall’aumento della produzione Opec, tornata ai picchi del 2008, e dai nuovi massimi segnati dalla produzione dell’Arabia Saudita, che continua a perseguire la propria strategia orientata all'incremento della quota di mercato detenuta. Negli Stati Uniti, il numero di piattaforme petrolifere è leggermente salito rispetto ai minimi degli ultimi dodici anni e le scorte hanno raggiunto nuovi massimi. I future sul Brent e sul Wti sono scesi rispettivamente dell’8,5% e dell’8,3%. L’evoluzione delle quotazioni petrolifere ha ancora una volta causato il deterioramento delle prospettive del settore energetico e gli spread dei titoli high yield statunitensi si sono ampliati di 41 punti base, mentre le obbligazioni statunitensi a 10 anni indicizzate all’inflazione hanno perso 10 punti base.

• Le azioni statunitensi sono rimaste invariate, con un calo dello 0,1% per l’indice S&P 500. Il 29 luglio la Fed ha ribadito la dipendenza dai dati economici per il rialzo dei tassi, ma tre lievi modifiche nel linguaggio impiegato nel comunicato hanno fatto intravedere la possibilità di un rialzo dei tassi a settembre. Le cifre del Pil riviste hanno indicato una crescita effettivamente positiva nel primo trimestre 2015 e nel secondo trimestre l’espansione economica è stata del 2,3% su base annua. Tuttavia, il dato sulla crescita dei salari (misurata dall’Employment Cost Index) del T2 diffuso il 31 luglio si è rivelato decisamente deludente e i tassi hanno registrato un forte calo sulla scia delle mutate aspettative di un primo giro di vite da parte della Fed a dicembre invece che a settembre. I Treasury a due anni hanno recuperato terreno registrando un aumento dei rendimenti di soli 4 punti base, mentre i rendimenti decennali sono scesi di 10 punti base.

• Le azioni emergenti hanno continuato a sottoperformare (l’Msci Em è arretrato del 3,9% in dollari Usa), trascinate al ribasso dalla Cina, dove l’indice Msci China ha perso il 2,8% e le Ashare hanno ceduto il 3,7%. I dati ufficiali sull’attività di giugno sembrano essersi stabilizzati, ma la crescita resta poco vigorosa e appare sempre più chiaro che i massicci interventi di espansione monetaria messi in atto dal governo cinese sono e rimarranno inefficaci nel creare una ripresa economica e innescare un nuovo rally delle A-share. La partecipazione nel mercato domestico è nettamente diminuita rispetto ai massimi di fine maggio, con scambi giornalieri di azioni dimezzati rispetto ai picchi massimi e aperture settimanali di conti da parte di nuovi investitori pari a un quarto delle cifre record. Continuiamo a detenere una posizione corta del -2% in future su A-share. Sempre nell’ambito delle piazze emergenti, le azioni brasiliane hanno accusato una forte flessione in seguito alla revisione al ribasso da parte del governo dell’obiettivo di avanzo primario per il 2015, sceso dall’1,1% a un livello solo marginalmente positivo (+0,15%). L’indice Msci Brazil ha ceduto il 3,7% in valuta locale e l’11,0% in dollari Usa.

• La Grecia è scivolata sempre più in secondo piano dopo che i creditori hanno concesso un prestito ponte di 7 miliardi di euro per assicurare che Atene sia in grado di pagare le cedole in scadenza a fine luglio, determinando un rialzo delle obbligazioni greche e un calo dei rendimenti decennali di 49 punti base.

• Nella seconda metà di luglio il comparto ha lasciato sul terreno lo 0,5%. Il nostro tema del rallentamento in Cina ha contribuito positivamente alla performance, grazie ai guadagni provenienti dalle posizioni corte sulle A-share cinesi, sulle valute esposte alla Cina e sulle azioni di società globali di macchinari e di aziende di estrazione di rame. Tali guadagni sono stati tuttavia annullati dalle perdite segnate dalla posizione corta nelle obbligazioni quinquennali statunitensi e dalle posizioni lunghe nelle obbligazioni decennali brasiliane e nelle obbligazioni decennali statunitensi indicizzate all’inflazione.

• Nelle ultime due settimane di luglio abbiamo ridotto la nostra esposizione azionaria globale netta, giacché riteniamo che il rallentamento della crescita delle economie emergenti continuerà a pesare sulle prospettive di crescita globale, rendendo le posizioni lunghe direzionali nelle azioni globali meno appetibili rispetto alle strategie relative value. Abbiamo aperto un flattener sui tassi messicani (una posizione di payer sui tassi swap a 2 anni abbinata a una posizione di receiver sui tassi swap a 10 anni) in quanto ci attendiamo che l’economia messicana continuerà a migliorare con l’aumento delle importazioni statunitensi e che la banca centrale messicana seguirà la Fed nell’alzare i tassi, al fine di evitare un ulteriore deprezzamento del peso. Abbiamo aperto una posizione lunga nei titoli finanziari Usa coperta con una posizione corta nei titoli finanziari canadesi, ritenendo che le banche statunitensi beneficeranno dell’inasprimento della politica monetaria della Fed mentre le omologhe canadesi risentiranno delle conseguenze del calo dei prezzi delle materie prime. Abbiamo inoltre aperto una posizione lunga di modesta entità in azioni di società aurifere attendendoci a breve un’inversione di tendenza dell’oro. La posizione lunga in obbligazioni brasiliane a 10 anni ha raggiunto il limite di stop loss.

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