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Le mosse di Cina e Russia in attesa del rialzo della Fed

16 Marzo 2015 10:20
financialounge -  Canada cina Federal Reserve petrolio Russia tassi di interesse UBP
Gli esperti sono ancora dibattuti sul quando, giugno o settembre, ma non sul fatto che la Fed alzerà i tassi nel corso dell’anno. Un evento che sancirà il ritorno alla normalizzazione dopo molti anni di politiche monetarie ultraespansive messe in campo per contrastare la più grave crisi economica dagli anni Trenta. Ma se la banca centrale americana deve decidere solo il momento più propizio per fare la sua mossa, in altre parti del mondo si registrano movimenti in direzione opposta a quella della Fed.
Il Canada il 21 gennaio ha tagliato il tasso di riferimento di un quarto di punto allo 0,75%: una decisione inaspettata dal mercato e adottata dalle autorità monetarie del paese per contrastare l’effetto del brusco calo del petrolio di cui il Canada è un importante esportatore.
In Cina, invece, la PBOC (People's Bank of China, la banca centrale cinese) dopo la riduzione di un quarto di punto (0,25%) dei tassi ufficiali il 1 marzo, ha deciso il 4 marzo di tagliare il tasso di interesse overnight sulle operazioni speciali di liquidità a breve termine, le cosiddette «standing lending facility» (SLF), dal 5% al 4,5%.
Venerdi scorso, infine, è stata la Banca centrale russa a tagliare i tassi d’interesse dell’1%, portandoli al 14% e indicando il rallentamento economico come ragione principale alla base di questa decisione.

“Il taglio dei tassi era atteso dai mercati, poiché l’Istituto centrale ha sempre considerato temporanei i livelli elevati ai quali essi si attestavano” dichiara Pavel Laberko, Head of Russian Equities di Union Bancaire Privée – UBP che poi aggiunge: “Le banche saranno le principali beneficiarie di questo intervento, poiché molte di esse utilizzano proprio i fondi della Banca centrale come fonte di finanziamento. Certamente si tratta di un fattore positivo anche per l’economia in generale, sebbene il nuovo livello dei tassi al 14% sia ancora troppo elevato: un’inflazione in calo, la Banca centrale si aspetta scenda al 9% in un anno, dovrebbe però permettere un ulteriore taglio dei tassi di interesse”.
Secondo Pavel Laberko , una delle poche società che potrebbe forse risentire di questa misura è Moscow Exchange, poiché il reddito derivante dagli interessi sui saldi di cassa giornalieri è un’importante fonte per i propri ricavi.
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