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Banca Centrale Svizzera

I movimenti del franco svizzero hanno impatti di breve termine

2 Febbraio 2015 12:17
financialounge -  Banca Centrale Svizzera mercati azionari mercati valutari Morgan Stanley
La decisione adottata a sorpresa dalla Swiss National Bank (SNB) di eliminare il tetto massimo alla quotazione del cambio euro / franco svizzero (introdotto nel 2011 e fissato a 1,20) il 15 gennaio scorso, continua ad influenzare l’andamento dei mercati europei.
Tuttavia, dopo un contraccolpo importante nei primi due giorni (il 15 e il 16 gennaio) il fixing euro / chf si è stabilizzato intorno alla parità mentre la Borsa di Zurigo ha recuperato una parte delle perdite iniziali e a fine gennaio segnava un calo di otto punti percentuali in valuta locale (rispetto al -16% dei primi due giorni): calcolata in euro, invece, la variazione azionaria dei titoli elvetici è in rialzo del 6% grazie alla rivalutazione della divisa di Berna rispetto a quella unica europea.

“La mossa della SNB ha aggiunto incertezza al contesto di mercato, incrementando il desiderio, da parte degli investitori più prudenti, di spostarsi verso investimenti più sicuri, come azioni a larga capitalizzazione di Borsa (large cap) o in grado di garantire dividendi elevati e sostenibili nel tempo (le cosiddette dividend paying stocks) che, peraltro, dominano i benchmark azionari americani. Perciò, per gestori con strategie orientate alla qualità come noi, il contesto è molto positivo” commenta Dennis Lynch, Managing Director, Head of U.S. growth portfolio management team, e Portfolio Manager di Morgan Stanley Investment Management per i comparti MS US Growth Fund e MS US Advantage Fund, che poi aggiunge: “Non abbiamo quindi apportato modifiche al portafoglio poiché tipicamente non movimentiamo il giardinetto finanziario in risposta ai cambiamenti macro: sono tipicamente variazioni di breve termine, volatili e non sempre legate ai fondamentali. Se possono essere positivi nel breve termine, nel lungo termine qualità e fondamentali prevalgono. Il tipo di società che deteniamo, con bilanci solidi e vantaggi competitivi, tengono bene anche nei momenti di incertezza mentre sono le società più deboli quelle che subiscono maggiormente le conseguenze”.
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