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Russia, rischio fallimento per molte banche locali

17 Dicembre 2014 09:50
financialounge -  inflazione PIL rublo Russia
La moneta russa non riesce a bloccare la sua caduta: soltanto nell’ultimo mese la svalutazione del rublo rispetto al dollaro USA ha sfiorato il 50% portando la rivalutazione del dollaro e dell’euro al 100%. La crisi con l’Ucraina, prima (e tuttora aperta a tutte le soluzioni), le sanzioni internazionali dopo, e il continuo calo delle quotazioni del greggio hanno messo in forte allarme la stabilità finanziaria del paese.

In un report diffuso ieri dalla Banca centrale di Mosca sono state riviste al ribasso le stime sul PIL del prossimo anno che dal -3,8%, precedentemente stimato, è stato ipotizzato a quota -4,5% / -4,7% in funzione, peraltro, di un prezzo del petrolio a 60 dollari al barile. Un contesto che si ripercuote negativamente sui prezzi al consumo che a novembre hanno toccato un rialzo su base annua del 9,1%.
Ma c’è di più. La Banca centrale russa stima che il tasso di inflazione possa toccare il 10% questo mese e spingersi fino all’11,5% nei primi mesi del 2015 contro il target del 4%.

Un quadro di fondo nel quale le autorità di Mosca non sono riuscite ad imporsi. Anche per questo la Banca centrale russa ha agito in maniera forte e inattesa. Oltre ad alzare i tassi di interesse di riferimento del 6,5% (portandoli dal 10,5% al 17%), l’istituto centrale ha infatti ampliato l’offerta di dollari statunitensi all’asta nelle operazioni di pronti contro termine, aumentando la quantità di valuta estera disponibile. Naturalmente, la Banca centrale è preoccupata del crescente rischio di svalutazione del rublo e di inflazione. Alla base dell’intervento dell’istituto ci sono infatti i cali di ieri della valuta locale e dei listini azionari.

“Data la prolungata debolezza del prezzo del petrolio e la chiusura dei mercati globali dei capitali alle società russe, non dovremmo sorprenderci se fossero attuate ulteriori misure, tenendo comunque conto degli effetti degli ultimi interventi. L’azione della Banca centrale russa dovrebbe raffreddare i mercati valutari internazionali e dare sostegno al rublo, avendo però come effetto collaterale una ricaduta negativa sulla crescita economica del Paese, a causa dell’aumento del costo del denaro. Le banche locali saranno le prime a subire il colpo” sottolinea Pavel Laberko, Head of Russian Equities, Union Bancaire Privée (UBP) secondo il quale, ora possiamo aspettarci di sentire sempre più notizie relative a istituti di credito russi non in grado di continuare la propria attività.
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