Contatti

Credit Suisse

Un mercato azionario impostato sui fondamentali

4 Dicembre 2014 14:10
financialounge -  Credit Suisse mercati azionari profitti aziendali S&P500
Nelle ultime tre settimane l’indice S&P500 è salito dell’1,7% con movimenti giornalieri molto contenuti al punto da registrare una vera e propria particolarità: per cinque sedute consecutive, da martedi 11 fino a lunedi 17 novembre, le variazioni dell’indice sono state comprese tra il +0,1% e il -0,1%, cosa che non accadeva da oltre 35 anni.

Inoltre i trader hanno scambiato in media in Borsa in ognuno di questi cinque giorni meno di 6 miliardi di azioni , il più basso volume dalla settimana terminata il 12 settembre 2014. Uno scenario che, apparentemente, sembrerebbe di calma piatta. In realtà questo non deve nascondere alcuni aspetti molto importanti che si sono delineati e che potrebbero confermasi nelle prossime settimane.

Per comprenderli è tuttavia necessario partire da alcuni punti fermi. Innanzitutto gli analisti fanno notare che i profitti delle corporation USA nel terzo trimestre di quest’anno sono saliti dell’8,5%. Allo stesso tempo, dal 15 ottobre a venerdi scorso 24 novembre, l’S&P500 è salito dell’11%. Inoltre, sette dei 10 settori principali settori dell’S&P 500 hanno guadagnato nelle ultime due settimane: le azioni delle telecom sono salite di quasi tre punti percentuali e i produttori di materie prime hanno guadagnato l’uno per cento mentre i petroliferi hanno perso molto terreno sulla scia del crollo del prezzo del petrolio.

Tutto questo indica che, pur in presenza di piccole variazioni giornaliere dell’indice di Wall Street, non sono mancati i temi di investimento di un certo interesse.
Temi che, secondo gli addetti ai lavori, potrebbero continuare anche nelle prossime settimane.

È questa la speranza anche dei gestori attivi che puntano a generare valore aggiunto nei portafogli da loro amministrati in virtù della capacità di selezione dei titoli di qualità e quelli sottovalutati rispetto alle azioni di società sopravvalutate e meno solide. Un approccio che ha maggior probabilità di successo in un mercato meno euforico cioè nel quale, di solito, i settori e i titoli non salgono quasi indistintamente ma solo per specifiche ragioni: dai miglioramento dei margini di profitto all’aumento dei dividendi ai soci, dalla riduzione delle posizioni debitorie all’aumento dei flussi di cassa, dalla capacità di guadagnare quote di mercato alla qualità del management.

“Riteniamo che le azioni, pur non essendo più economiche, ma comunque nemmeno care in base alla gran parte degli indicatori da noi impiegati, restino chiaramente più interessanti delle obbligazioni. Abbiamo pertanto incrementato il peso delle azioni nelle nostre asset allocation strategiche” riferisce Nannette Hechler-Fayd'herbe Head of Investment Strategy di Credit Suisse che poi però aggiunge: “Tuttavia le ponderazioni dovranno essere gestite tatticamente, in particolare considerando i prossimi rialzi dei tassi da parte della Fed. Negli USA, riteniamo che le grandi capitalizzazioni offriranno un riparo in fasi di volatilità e durante le battute d’arresto del mercato. Si tratta di una delle nostre nuove Migliori idee d’investimento 2015. I titoli che pagano dividendi dovrebbero restare una buona fonte di rendimento; i rapporti di distribuzione non sono estesi e i saldi della liquidità aziendale sono solidi. Inoltre continuiamo ad apprezzare i titoli tecnologici, poiché riteniamo che le società statunitensi dovranno aumentare la propria attività d’investimento per sostenere la crescita e i margini profitto. Inoltre, alcuni degli incumbent tecnologici di grandi dimensioni si stanno «reinventando»”.
Share:
Trending