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Banca Centrale Svizzera

Referendum sull’oro svizzero, cosa succede se vince il SI

5 Novembre 2014 11:05
financialounge -  Banca Centrale Svizzera oro referendum UBP
Il prossimo 30 novembre si terrà in Svizzera il referendum sull’oro della nazione tramite il quale si chiede ai cittadini di vincolare la Banca centrale svizzera (BNS) a detenere il 20% dei propri asset complessivi in lingotti.

Nel dettaglio, la domanda cui dovranno rispondere gli svizzeri è articolata in tre punti: oltre a decidere se l'oro debba costituire non meno del 20% delle riserve dell’istituto centrale, verrà chiesto di stabilire che la quota in metallo giallo non possa più essere venduta sul mercato, e che tutte le riserve auree elvetiche debbano essere custodite in territorio svizzero.

La BNS avrebbe 5 anni per arrivare a 20% ma questa opzione potrebbe rivelarsi comune destabilizzante per il mandato della banca centrale elvetica: non a caso, sia il Parlamento che l’istituto centrale svizzero stanno incoraggiando gli elettori a votare "NO" al referendum. Tuttavia, un'eventuale vittoria del “SI” non sembra impossibile e potrebbe avere impatti significativi sul mercato dell'oro.

In base ad alcune stime, è stato calcolato che la BNS potrebbe essere spinta a ad acquistare tra 1.600 e 1.700 tonnellate di oro nel giro di alcuni anni con ricadute non secondarie sul prezzo del metallo giallo dove è la domanda a diminuire mentre l’offerta è stabile o in leggera diminuzione. Inoltre, secondo alcuni osservatori, non è affatto escluso che anche altri Paesi possano accodarsi all’iniziativa della BNS aumentando ulteriormente la domanda del metallo giallo.

“Uno dei fattori che potrebbe avere un impatto psicologico positivo di breve termine sul prezzo dell’oro potrebbe essere un voto favorevole al referendum svizzero “Rettet unser Schweizer Gold” del 30 novembre. Ciò farebbe aumentare gli acquisti di oro da parte della Banca nazionale svizzera per raggiungere il target del 20% (circa 1.600 tonnellate d’oro). Tuttavia, bisogna tenere a mente che tali acquisti sarebbero spalmati nei prossimi cinque anni” ha infatti commentato Névine Pollini, Senior Analyst Commodities di Union Bancaire Privée (UBP)
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