Contatti

Burger King

Tax inversion per Burger King, destinazione: Canada

27 Agosto 2014 10:40
financialounge -  Burger King Canada fusioni e acquisizioni tassi di interesse Tax inversion Tim Hortons USA
Novità in arrivo da Burger King, che ha da poco dichiarato di essere impegnato in trattative con Tim Hortons, la catena di fast food canadese.
Obiettivo: un’operazione di fusione tra le due società che porterebbe alla costituzione del terzo colosso della ristorazione fast-food al mondo, con più di 22 miliardi di dollari di fatturato attraverso gli oltre 18.000 ristoranti in 100 Paesi.

Le compagnie sono al momento in trattativa per determinare la costituzione di una holding, che sarà a capo dei due brand. La maggioranza delle azioni della nuova società andrà a 3G Capital, società brasiliana di private equity, azionista di maggioranza di Burger King.

Le ragioni che hanno spinto il colosso della ristorazione americana ad intrecciare il proprio futuro con Tim Hortons sono molteplici, e tra queste spiccherebbe la possibilità di trasferire il quartier generale dell'azienda statunitense da Miami ad Ontario, con l’obiettivo di eludere lo svantaggioso sistema di tassazione americano. Collocare la sede generale di un’impresa in Canada può rivelarsi una scelta decisiva: sotto la leadership del Primo Ministro Stephen Harper l'aliquota d'imposta per le aziende è stata abbassata al 15%, portando il paese ad occupare il secondo posto tra i paesi del G7 con la tassazione dei redditi d’impresa più bassa.

Questo vantaggioso sistema di tassazione, che non si estende ai cittadini canadesi chiamati a versare il 42% del proprio reddito in tasse, continua ad attirare l’attenzione delle vicine imprese americane che, con un tasso di interesse del 35%, sempre di più decidono di passare il confine.

Confermando le informazioni precedentemente divulgate dal Wall Street Journal riguardanti questo futuro matrimonio d’impresa, lo storico competitor di Mc Donald’s sembrerebbe quindi intenzionato a compiere una tax inversion, espressione utilizzata per descrivere le unioni tra società americane ed estere finalizzate al trasferimento della sede d’impresa al di fuori dei confini statunitensi.

Non è raro trovarsi di fronte ad un caso di inversion, che negli ultimi dieci anni ha visto ben 47 aziende statunitensi optare per questa scelta e sembra che il trend sia in costante aumento come dimostra la notizia di luglio riguardante AbbVie, la nota multinazionale del settore biofarmaceutico di Chicago.
La società avrebbe infatti accettato la fusione con la britannica Shire Plc, per 54 miliardi di dollari ed il conseguente trasferimento del quartier generale in Gran Bretagna che garantirà alla società un abbassamento delle imposte dal 26% al 16% a partire dal 2016.

La fusione di Burger King con la canadese Tim Hortons rimane un esempio interessante e singolare, dato che ad oggi la maggior parte dei cosiddetti “tax inversion” riguardano l’unione di grandi compagnie americane con aziende straniere dalle dimensioni più ridotte. Le due catene di fast-food, quella americana e quella canadese, rappresentano un’eccezione al caso, infatti vantano dimensioni simili: Burger King ha un valore di mercato di 9.6 miliardi di dollari, Tim Hortons di 8,4 miliardi di dollari. Proprio la relativa parità delle dimensioni delle due aziende rappresenta un aspetto peculiare.

Gli esempi passati dimostrano come il meccanismo della tax inversion fosse sempre stato applicato tra aziende con un peso largamente differente; di fatto si trattava di una acquisizione da parte della società più grande che, attraverso l’operazione di fusione, poteva godere del vantaggio di cambiare la propria sede legale per ottenere i maggiori benefici fiscali. Il caso di Burger King e Tim Hortons potrebbe rappresentare un precedente ed un esempio seguito da altre aziende anche in altri settori.

Questa strategia, condivisa da un numero sempre maggiore di imprese a stelle e strisce non è di certo passata inosservata agli occhi di Washington; la Casa Bianca si è detta contraria alle tax inversion, che denoterebbero una mancanza di “patriottismo economico”. Il dipartimento del Tesoro ha dichiarato pubblicamente di essere intenzionato a contrastare questa tendenza, attraverso l’introduzione di nuove opzioni normative.

La notizia che un brand tipicamente americano come Burger King si stia preparando ad oltrepassare il confine statunitense per beneficiare di oneri fiscali più vantaggiosi potrebbe sensibilizzare l’opinione pubblica, e portare alla costituzione di nuovi disegni di legge.
Share:
Trending