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Global Balanced Risk Control Fund

Global Balanced Risk Control Fund - 31 luglio 2014

12 Agosto 2014 09:30
financialounge -  Global Balanced Risk Control Fund
Analisi di mercato

Secondo la stima preliminare del Bureau of Economic Analysis, negli Stati Uniti il Pil è cresciuto a un tasso annuo del 4,0% nel secondo trimestre 2014, segnando una svolta rispetto al primo trimestre quando aveva invece registrato una contrazione del 2,1% su base annua. Altri indicatori hanno confermato il generalizzato vigore dell’economia statunitense. A luglio l’indice dei direttori d’acquisto (Pmi) del settore manifatturiero elaborato da Markit è sceso dai 57,3 punti di giugno, il massimo di 49 mesi, a quota 55,8, un livello ancora coerente con una solida crescita della produzione. Sempre a giugno le vendite al dettaglio hanno totalizzato 439,9 miliardi di dollari, rispettivamente +0,2% e +4,3% rispetto a maggio e su basa annua.

Il Bureau of Labor Statistics ha dichiarato che a luglio l’occupazione non agricola è complessivamente aumentata di 209.000 unità e che il tasso di disoccupazione è rimasto pressoché invariato al 6,2%. Nei 12 mesi sino a giugno l’inflazione dei prezzi al consumo è stata del 2,1% in termini non destagionalizzati. L’S&P 500 ha reso -1,38% in dollari e lo 0,87% euro per effetto dell’apprezzamento del biglietto verde rispetto alla moneta unica europea.

Luglio ha registrato un andamento contrastante degli indicatori dell’attività economica nell’area euro. Il Pmi Markit riferito al settore manifatturiero è rimasto invariato a 51,8, il livello minimo degli ultimi sette mesi. Il maggiore rallentamento della produzione manifatturiera in Francia ha compensato in parte la persistente crescita dell’attività in Germania e nella maggior parte delle altre economie dell’Uem. A metà luglio, Eurostat ha reso noto che a maggio la produzione industriale di Eurolandia aveva accusato un calo dell’1,1%, lo 0,5% in meno ri spetto a un anno prima. A fine mese Eurostat ha pubblicato una stima preliminare secondo cui l’inflazione annua nell’area euro è calata dallo 0,5% di giugno allo 0,4% di luglio. Nel corso del mese l’indice Msci Europe ha perso l’1,46% in euro. Markit e Jmma hanno annunciato che il loro Pmi flash per il settore manifatturiero giapponese è sceso da 51,5 di giugno a 50,5 in luglio, segno che le condizioni operative hanno continuato a migliorare, ma a un ritmo più contenuto che in precedenza

A inizio luglio, la Banca del Giappone ha pubblicato il suo rapporto trimestrale Tankan sul clima di fiducia delle imprese. Su tutte le aziende intervistate, un saldo netto positivo del 7% ha espr esso soddisfazione per le attuali condizioni operative mentre una percentuale simile ha dichiarato di guardare con ottimismo ai prossimi mesi; nell’indagine di marzo, i dati corrispondenti erano stati +12% e +1%. A giugno l’indice dei prezzi al consumo è calato dello 0,1%, a 103,4, contro +3,6% dei dodici mesi precedenti. Il Ministero dell’economia, del commercio e dell’industria nipponico ha reso noto che a giugno l’indice della produzione industriale ha subito una flessione del 3,3% (in termini destagionalizzati), ma rispetto all’anno precedente ha guadagnato il 3, 2%. L’Msci Japan ha prodotto un rendimento del 2,10% in yen e del 2,84% in euro.


Attività di portafoglio

A luglio, abbiamo ridotto la ponderazione azionaria al 57% dal 78% di fine giugno. Un miglioramento sul fronte del mercato del lavoro negli Usa e l’accelerazione dell’inflazione potrebbero innescare un rialzo dei tassi prima del previsto, eventualità che a nostro avviso potrebbe accentuare la volatilità nel breve termine. Il 17 luglio il Vix, il cosiddetto indice della paura, è aumentato del 32%, da 11 a 14,54, mentre l’S&P 500 ha segnato il maggiore calo trimestrale risentendo dell’intensificarsi degli eventi geopolitici, del nervosismo sulle banche portoghesi e dei timori che la Fed possa innalzare i tassi prima del previsto. Malgrado l’impennata, il Vix si mantiene ben a di sotto della sua media di lungo periodo. Gli investitori guardano con crescente apprensione al momento in cui la Federal Reserve attuerà il primo aumento dei tassi. Abbiamo, di conseguenza, ridotto l’esposizione azionaria per coprirci da shock imprevisti sul fronte della politica monetaria.


Strategia e prospettive

Il Presidente della Fed, Janet Yellen, ha sottolineato che il Fomc resta impegnato ad attuare nel breve termine una politica monetaria e fiscale espansiva. Per assicurarsi che la ripresa dell’economia prosegua, il Fomc prevede di mantenere bassi i tassi di interesse a breve termine anche dopo che i dati sull’occupazione e l’inflazione si saranno avvicinati al livello target fissato da lla Fed. Secondo Yellen, tuttavia, potrebbe essere necessario innalzare il costo del denaro qualora le condizioni del mercato del lavoro rimarranno favorevoli. Esiste ora il rischio di un possibile aumento dei tassi che potrebbe innescare una maggiore volatilità soprattutto se i dati statunitensi continueranno a mostrare segnali di una ripresa economica vigorosa. Considerata la sopravvalutazione dei mercati delle obbligazioni investment grade, temiamo possibili shock al rialzo dei tassi. Siamo convinti che una volta che i tassi di interesse si saranno normalizzati, le azioni potranno esprimere un ulteriore potenziale di rialzo nel medio termine giacché le società sono in genere meno indebitate di quanto non fossero prima della crisi finanziaria ed anche gli utili potrebbero migliorare in presenza di un rafforzamento dell’economia.


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