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Global Balanced Risk Control Fund

Global Balanced Risk Control Fund - 30 giugno 2014

15 Luglio 2014 12:00
financialounge -  Global Balanced Risk Control Fund
Analisi di mercato
Il dato rivisto sul PIL statunitense del primo trimestre, che ha evidenziato una contrazione del 2,9%, è risultato inferiore alle attese. Gli investitori hanno attribuito gran parte della flessione all’inverno straordinariamente rigido, mentre i dati più recenti mostrano una crescita moderatamente buona. L’indice PMI flash elaborato da Markit e relativo al settore manifatturiero è salito dai 56,4 punti di maggio a quota 57,5 a giugno, un livello che sottende al più alto tasso di crescita della produzione da oltre quattro anni. Anche il PMI flash di Markit relativo al settore terziario ha guadagnato quota, passando dai 58,1 punti di maggio ai 61,2 di giugno, ovvero il livello più alto dall’inizio delle rilevazioni di Markit nell’ottobre 2009. La fiducia dei consumatori ha continuato a toccare nuovi massimi dall’inizio della ripresa, attestandosi a quota 85,2 nel mese di giugno. Anche il settore immobiliare ha fatto registrare un miglioramento: a maggio, le vendite di abitazioni esistenti e quelle delle case di nuova costruzione sono aumentate rispettivamente del 4,9% e del 18,6%. A giugno, l’indice S&P 500 ha guadagnato il 2,06% in dollari e l’1,70% in euro.

In Europa, nel corso di giugno sono emersi segnali di una potenziale perdita di slancio della ripresa economica. L’indice PMI flash composito elaborato da Markit per l’area euro è sceso dai 53,5 punti maggio ai 52,8 di giugno. Benché la crescita della produzione in tutta l’Eurozona abbia apparentemente decelerato il mese scorso, sono emersi segnali incoraggianti sul versante dei nuovi ordinativi, che hanno registrato l’incremento più sostenuto da più di tre anni a questa parte. Anche l’occupazione è leggermente aumentata per il terzo mese consecutivo, malgrado la continua contrazione in Francia. L’indice della fiducia nei confronti dell’economia elaborato dalla Commissione europea ha perso 0,6 punti attestandosi a quota 102, un livello inferiore alle attese. A maggio la stima flash del tasso d’inflazione nell’Eurozona è calata dallo 0,7% di aprile allo 0,5%, e sebbene la Fed sia intervenuta in occasione della riunione del 5 giugno le pressioni deflazionistiche persistono. L’indice Msci Europe ha fatto segnare movimenti laterali, perdendo appena lo 0,41% in euro.

In Giappone, i dati economici hanno continuato a risentire dell’aumento dell’imposta sui consumi, ma tanto le vendite al dettaglio quanto la produzione industriale hanno guadagnato quota rispetto ai livelli di aprile. Markit e Jmma hanno reso noto che il loro PMI flash relativo al settore manifatturiero è progredito dai 49,9 punti di maggio ai 51,1 di giugno, e che l’attività ha quindi fatto segnare un’espansione per la prima volta da tre mesi. Secondo l’istituto di statistica nazionale, l’inflazione dei prezzi al consumo nei 12 mesi fino a maggio è stata pari al 3,7%. L’inflazione strutturale (che esclude i prezzi degli alimentari freschi) si è attestata al 3,2%, il tasso più elevato degli ultimi 32 anni; tale incremento è stato dovuto in buona parte all’aumento della tassa sui consumi. L’Msci Japan ha prodotto un rendimento del 4,76% in yen e del 4,89% in euro.

Attività di portafoglio
A giugno, abbiamo accresciuto la ponderazione azionaria al 78% dal 74% di fine maggio. Malgrado i perduranti rischi geopolitici in Ucraina, Iraq e Siria, l’indice Vix, il cosiddetto indicatore della paura, ha continuato a tendere al ribasso ed è sceso sotto quota 12 alla data di pubblicazione. Restiamo dell’idea che il livello contenuto del Vix stia a indicare che gli investitori sono divenuti più tolleranti nei confronti dei rischi e non che abbiano abbassato la guardia. E ciò è la conseguenza diretta di quanto appreso dopo tutti i rischi e le brutte notizie degli ultimi anni. Questo atteggiamento, unitamente a una crescita moderata e alle politiche monetarie accomodanti, avalla la posizione di sovrappeso in ambito azionario.

Strategia e prospettive
Nel corso di giugno, abbiamo incrementato l’esposizione del portafoglio al mercato azionario giapponese poichè gli investitori sembrano aver riconosciuto negli ultimi dati congiunturali le distorsioni prodotte dall’aumento della tassa sui consumi. I mercati sono di fatto incoraggiati dalle riforme strutturali promesse dalla “terza freccia”, che dovrebbero avere effetti positivi sulle borse nipponiche.
Continuiamo a sovraponderare le azioni dei mercati emergenti a fronte del miglioramento delle posizioni con l’estero. I dati più recenti suggeriscono che l’economia cinese potrebbe essersi stabilizzata. Inoltre, visto che le politiche monetarie delle principali economie avanzate restano espansive, la crescita in gran parte del mondo sviluppato dovrebbe continuare a migliorare.
Entrambi questi sviluppi dovrebbero condurre a un rafforzamento della domanda esterna per i mercati emergenti, che a sua volta inciderà positivamente sulla crescita di queste nazioni.

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