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Perché privilegiamo l’Europa e le convertibili

19 Giugno 2014 09:10
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Nell’articolo “Focus su equity, high yield ed emerging market debt” Jean-Sylvain Perrig, Chief Investment Officer (CIO) di Union Bancaire Privée – UBP ha ricordato come lo scenario delineatosi a fine 2013 resti valido e possa consolidarsi nei prossimi trimestri favorendo il trend verso gli asset rischiosi, soprattutto per quanto riguarda i titoli azionari, grazie anche alla ripresa mostrata sia dalla crescita sia dagli utili.

Non solo. Il numero di operazioni di M&A (fusioni e acquisizioni), assieme ai programmi di buyback, dovrebbe continuare a dare sostegno ai mercati azionari.
Di conseguenza, temi come l’innovazione (soprattutto sui titoli growth americani) e i Paesi europei, anche periferici, continuano a essere privilegiati.

“Sebbene possa sembrare che siano passati molti anni dall’inizio della crisi finanziaria, le nostre economie sono ancora dominate dalle sue conseguenze, che sembrano ancora avere l’epicentro in Europa” ha puntualizzato Rupert Welchman, Senior portfolio manager, Pan-European Equities di UBP.
In questo quadro, sono comprensibili le difficoltà riscontrate da diverse economie a mostrare un effettivo slancio, mentre l’Europa solo di recente ha deciso di seguire le azioni della FED e avviare politiche monetarie più aggressive.
Come sottolineato da Welchman, “i commentatori dei mercati sono preoccupati da crescita e deflazione, ma per gli investitori, ci sono numerose opportunità interessanti”.

Infatti, via via che la domanda europea si rafforza, molte compagnie torneranno a prosperare. Per Rupert Welchman le imprese europee si trovano attualmente in una situazione molto migliore dei rispettivi governi mentre il Vecchio Continente ha ritrovato il centro dell’attenzione internazionale, anche perché la prima fase del ciclo, quella più difficile, è probabilmente terminata.

“Ora aspettiamo la ripresa degli utili mentre le valutazioni sono comunque mediamente favorevoli e si intravedono i primi segnali di ripresa” sottolinea Rupert Welchman per il quale l’importante è diversificare.
In quest’ottica, osservando lo scenario attuale e dati i massimi fatti registrare di recente dai mercati azionari, i bond convertibili sembrano essere un buon veicolo d’investimento, poiché combinano la qualità difensiva del reddito fisso con il potenziale rialzista degli strumenti azionari, offrendo così il caratteristico profilo di ritorno asimmetrico.

“L’outlook per tali strumenti è in questa fase molto positivo, poiché un numero crescente di compagnie li utilizza per far fronte alle proprie necessità di finanziamento e gli investitori li ritengono sempre più una valida alternativa sia alle azioni sia alle obbligazioni” ha tenuto a precisare Nicolas Delrue, Investment Specialist per i bond convertibili di UBP.

I fondi UBP specializzati su questa asset class obbligazionaria sono quattro ed hanno caratteristiche diverse che possono essere indicate per offrire soluzioni a differenti esigenze dei risparmiatori:

1) il comparto Ubam Convertibles Euro 10-40, con volatilità inferiore al 5% e con delta (sensibilità al mercato azionario) compresa tra il 10% e il 40% è indicato come alternativa ai bond;

2) il comparto Ubam Convertibles Europe, con una volatilità compresa entro il 10% e un range di delta tra il 20% e l’80%, può rappresentare una alternativa alle azioni Europa;

3) il comparto Convertible Europe Responsable, che evidenzia una volatilità inferiore all’8% e un delta compreso tra il 10% e il 60%, offre un posizionamento con convessità nel segmento SRI (socially responsible investments);

4) il comparto Ubam Global Convertibles, con una volatilità al di sotto del 10% e un delta tra il 10% e il 60%, è uno strumento d’investimento utilizzabile come alternativa alle azioni globali.
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