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L’Abenomics fa impennare l’indice di miseria giapponese

9 Giugno 2014 14:00
financialounge -  Abenomics Banca Centrale Giappone cibo giappone inflazione IVA
Il costo di tutto ciò che mangiano ogni giorno i giapponesi è in costante aumento: i prezzi del cibo hanno infatti subito un’impennata che è la più vigorosa degli ultimi 23 anni ed ha subito un’ulteriore accelerazione dopo l'aumento dell’IVA del primo aprile scorso.

L'aumento dei prezzi dei beni alimentari di prima necessità ha contribuito a spingere l'indice di miseria del Giappone al livello più alto dal 1981 mentre i salari, al netto dell'inflazione, sono diminuiti ad un tasso che è il maggiore degli ultimi quattro anni.

Facendo leva sul fatto che l’indice dei prezzi del Sol Levante è costituito per un quarto dai beni alimentari, la Bank of Japan (Boj) cerca di guidare un aumento dell'inflazione: ma la stretta sui bilanci delle famiglie e l’aumento dell’IVA deciso dal premier giapponese Shinzo Abe minacciano i consumi.

Anche per questi effetti collaterali indesiderati, fonti vicine al governo di Tokyo fanno sapere che il primo ministro potrebbe essere costretto a ricorrere a nuovi stimoli economici o esenzioni fiscali suggeriti dai partner della coalizione di governo. “Abe deve assolutamente aumentare la fiducia popolare circa un miglioramento dell’economia: l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità senza la fiducia che i salari stiano per salire avrà impatti negativi per i consumi", ha infatti affermato Masamichi Adachi, economista senior presso JPMorgan Chase & Co. aTokyo.

I prezzi degli alimentari sono aumentati del 5 per cento in aprile rispetto all'anno precedente, con le quotazioni del cibo fresco in ascesa addirittura del 10 per cento. L’Abenomics può aiutare le grandi aziende, soprattutto quelle votate all’export grazie allo yen debole, ma la vita per la popolazione media e per i pensionati sta diventando dura e comincia ad incidere sulla popolarità del governo: l’indice di gradimento di Shinzo Abe è sceso al 53 per cento in un sondaggio Nikkei di maggio dal 62 per cento che poteva vantare quando ha preso il potere nel dicembre 2012.
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