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Made in Mafia

20 Marzo 2014 14:16
financialounge -  cibo coldiretti italia Made In Italy
Quando si viaggia all’estero è ormai considerato normale trovarsi di fronte ad un ristorante italiano chiamato “Mafia” o ad una pizzeriadal nome “Cosa Nostra”: noi stessi italiani con questo concetto ci abbiamo giocato spesso. Era un modo per farsi riconoscere anche all’estero, un qualcosa dal sapore un po' goliardico. Ma se il livello di attenzione si era sopito nel tempo, leggere certi accostamenti ai nostri prodotti, comincia ora ad essere un problema serio. Vedere abbinate alle etichette dei prodotti la parola mafia in tutte le sue declinazioni rischia di avere un ritorno negativo anche su quella che è la nostra punta di diamante, il Made In Italy. Non è assurdo viaggiare all’estero, entrare in un supermercato e trovarsi di fronte al caffè “mafiozzo”, ai sigari “Al Capone”, l’amaro “Il Padrino”, il limoncello “Don Corleone”, il sugo “Wicked Cosa Nostra” o alle spezie “Palermo Mafia shooting”.

Per tutelare e diffondere la conoscenza del patrimonio italiano in ambito food la Coldiretti ha creato la fondazione “Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare”, il cui obiettivo è quello di creare un sistema in grado di individuare e denunciare tutti quei comportamenti in ambito alimentare, che sono in contrasto con il concetto di legalità. Un fenomeno che è stato portato alla ribalta e che per la prima volta la stessa Coldiretti ha censito e mostrato al pubblico attraverso i prodotti più imbarazzanti e scandalosi, venduti in tutto il mondo, che abbinano nomi, concetti ed episodi del triste mondo criminale a prodotti che invece dovrebbero richiamare tutto il meglio delle nostre terre.

"Di fronte al luogo comune diffuso all'estero che porta gli stranieri ad assimilare l'Italia alla mafia oltre alla pizza o alla pasta, con la Fondazione ci vogliamo fare carico dell'indignazione del 65 per cento degli italiani che non sopporta che la criminalità organizzata danneggi l'immagine del nostro paese e che si sente offeso perché ritiene che la gran parte dei cittadini non ha niente a che fare con i criminali, secondo l'indagine Coldiretti /Ixe” afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, che precisa che "c'è tuttavia una minoranza del 12% che è rassegnata e lo considera normale, visto che l'abbiamo esportata in tutto il mondo, e un 19% che pensa addirittura che faccia parte dell'immaginario collettivo anche grazie film come Il Padrino, La Piovra ed altri. La criminalità organizzata si combatte con la trasparenza soprattutto in un settore come quello agroalimentare dove è particolarmente rilevante il flusso commerciale, con circa un terzo della produzione complessiva dei prodotti agroalimentari venduti in Italia ed esportati con il marchio Made in Italy che contiene materie prime straniere all'insaputa dei consumatori e a danno delle aziende agricole".
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