L’industria delle Difesa europea

La mozione unitaria delle forze politiche che sostengono il Governo Letta di procedere a nuovi acquisti di cacciabombardieri F-35 solo con l’approvazione del Parlamento, ha alzato il velo sull’industria europea della Difesa.

Un settore che vanta un giro d’affari complessivo annuo di 93 miliardi di euro, 16,3% miliardi in Ricerca & Sviluppo, 38,6 miliardi di esportazioni nette e 733 mila occupati diretti. Un settore che ha nell’aeronautica il suo punto di forza (con 42,6 miliardi di fatturato annuo), seguito dal comparto terrestre (30,7 miliardi), da quello navale (18,6 miliardi ) e da quello spaziale (9,8 miliardi). Ma che ha anche un rilevante punto critico ancora non rimosso: la mancanza di una Difesa europea integrata.

Infatti le strutture militari, i programmi di sviluppo e i contratti di acquisto per le forniture e i servizi sono duplicati per i 27 paesi della comunità. Un recente studio ha calcolato che l’integrazione della Difesa potrebbe comportare un risparmio annuo a regime di 120 miliardi di euro a parità di obiettivi e sicurezza: per l’Italia questo significherebbe un risparmio annuo per 8 miliardi di euro.