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Obbligazioni, più spazio ai titoli di Stato USA a lunga scadenza

14 Giugno 2016 09:41
financialounge -  Federal Reserve High Yield investment grade mercati emergenti Pictet tassi di interesse treasury USA
“Abbiamo deciso di incrementare la duration (scadenza media dei titoli) del nostro portafoglio fixed income, ampliando l’esposizione alle obbligazioni governative statunitensi a lunga scadenza, i cui rendimenti, a nostro parere, sono saliti a livelli eccessivi” fanno sapere nel Barometer di giugno 2016 gli esperti della Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity.

Una decisione maturata sulla probabilità di un aumento dei tassi nei prossimi due mesi ritenuta leggermente inferiore a quanto indicato dai rendimenti dei bond USA. Secondo la PSU, in giugno la Fed dovrebbe mantenere un atteggiamento attendista in vista del referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’UE, mentre i dati economici statunitensi, sebbene migliorati dall’ultimo rialzo dei tassi in dicembre ma ancora non del tutto convincenti, non sembrano giustificare un inasprimento della politica monetaria nell’immediato.

La PSU ha poi confermato la sovraesposizione ai buoni del Tesoro USA e il sottopeso dei titoli di Stato dell’eurozona. Il divario tra i rendimenti delle due asset class, pari a circa 170 punti base (+1,70%), meno di 20pb (0,2%) dal picco raggiunto nel maggio dello scorso anno, è per i professionisti della PSU difficile da giustificare visto che al momento l’espansione delle economie di eurozona e Stati Uniti procede a un ritmo praticamente analogo in termini nominali.

“Sul mercato corporate, ci sembra che il debito statunitense investment grade inizi a beneficiare di alcuni fattori tecnici e stagionali. La storia dimostra che nei mesi estivi l’asset class tende ad andare meglio rispetto ai titoli più rischiosi e gli indicatori da noi monitorati suggeriscono che quest'anno non farà eccezione” sostiene la PSU che, di conseguenza, ha riportato a peso neutrale l’esposizione alle obbligazioni investment grade e ridotto il sovrappeso del debito high yield USA. Anche i bond emergenti in dollari sono interessanti.

Da un punto di vista tecnico, il quadro è particolarmente positivo dato che di recente il volume di rimborsi e pagamenti di cedole ha superato quello delle nuove emissioni di debito emergente. Da aprile, l’offerta netta di titoli di Stato dei Paesi in via di sviluppo è negativa. Per di più, gli spread offerti dai bond emergenti in dollari si aggirano intorno ai 420pb (+4,20%), circa 60pb (0,60%) al di sopra della media quinquennale.

“Preferiamo mantenere invece un’esposizione neutrale sul debito emergente in valuta locale. Nonostante l’asset class offra rendimenti nettamente maggiori rispetto ai titoli dei Paesi avanzati, crediamo che le valute emergenti potrebbero essere soggette a nuova volatilità in vista delle prossime due riunioni per la fissazione dei tassi negli USA” concludono gli esperti della PSU.
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