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Obbligazioni, meglio i corporate emergenti che i titoli di Stato euro

17 Novembre 2015 09:10
financialounge -  mercati emergenti mercati obbligazionari Pictet titoli di stato
Revisione al ribasso del giudizio sui titoli di Stato dell’eurozona e al rialzo (sovrappeso) del debito corporate emergente. Sono le principali evidenze emerse nel mese dalle scelte di portafoglio, in ambito obbligazionario, da parte della Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity,

“La decisione in merito alle obbligazioni governative dipende dalle valutazioni eccessive. Nelle ultime settimane i principali mercati avanzati europei hanno visto un calo dei rendimenti delle emissioni sovrane in seguito alle mosse e alle dichiarazioni della BCE: Draghi, in particolare, ha accennato a nuove misure di stimolo che potrebbero essere varate entro fine anno” dice la PSU che rileva come, la reazione dei mercati non si sia fatta attendere: i rendimenti dei titoli di Stato italiani a due anni sono entrati in territorio negativo per la prima volta nella storia. In parallelo, i rendimenti dei Bund sono crollati al minimo storico del -0,32%.

In tale contesto, la PSU ha deciso di prendere parziale profitto sulle posizioni in obbligazioni governative, riducendo l’esposizione ai bond europei a lunga scadenza, che dopo il recente rally sembrano particolarmente cari. Gli esperti della PSU sono inoltre convinti che lo spread fra il decennale USA e quello tedesco, mai così ampio dal 1989, non sia sostenibile, data la convergenza di Stati Uniti ed Europa verso una crescita del 2%.

Quanto ai mercati emergenti, le principali valute hanno subito un rimbalzo impressionante e in ottobre rupia indiana, lira turca, won coreano e rublo russo hanno offerto le performance più brillanti contro il dollaro. Tuttavia, fanno notare gli analisti della PSU, le economie in via di sviluppo sono ancora soggette a notevoli rischi e per il momento la crescita dei Paesi avanzati non si è tradotta in una forte domanda di esportazioni dai mercati emergenti.

“Ci sembra quindi troppo presto per tornare sul debito emergente in valuta locale: l’asset class è infatti strettamente correlata con le divise dei Paesi emergenti, che potrebbero perdere ancora terreno” fa presente la PSU secondo la quale cominciano però a profilarsi delle opportunità in altri ambiti dei mercati obbligazionari emergenti. “Abbiamo cominciato ad ampliare l’esposizione agli emittenti corporate, come alcune blue chip latinoamericane, che finora hanno accumulato un considerevole ritardo e dovrebbero quindi registrare un rimbalzo. Un altro elemento favorevole è la contrazione dell’offerta di debito corporate sui mercati emergenti. Si possono infine trovare buone occasioni anche nelle obbligazioni dei Paesi emergenti in dollari Usd, in quanto la capacità di servizio del debito dei governi non è in discussione, date le abbondanti riserve e il basso rapporto debito-PIL” conclude la PSU.
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