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Mercati emergenti, perché il bicchiere è mezzo pieno

A distanza di 12 mesi, la view degli investitori internazionali sui mercati emergenti è ora positiva: ma l’inflazione resta un problema da tenere sotto controllo.

31 Ottobre 2016 09:48
financialounge -  inflazione mercati emergenti Pictet Simon Lue Fong

A differenza dello scorso anno, le considerazioni sui paesi emergenti sono ora in generale ottimiste. Lo rivela Simon Lue-Fong, Head of Emerging Debt di Pictet Asset Management, che all’inizio di ottobre ha partecipato alle riunioni annuali del Fondo Monetario Internazionale (FMI) a Washington e New York, nel corso delle quali ha registrato alcune delle osservazioni sui mercati in via di sviluppo nei suoi incontri con gli investitori internazionali.

“Dodici mesi fa, prevalevano i timori circa l’impatto di prezzi delle commodity in calo, valute deboli e probabile inasprimento dei tassi da parte della Fed” ricorda Simon Lue-Fong, mentre oggi i prezzi delle materie prime sono tornati a salire (a cominciare, ma non solo, da quelli del petrolio), le valute locali si sono apprezzate rispetto al dollaro USA e neppure il probabile rialzo dei tassi da parte della Fed sembra spaventare più di tanto sia perché i mercati scontano già un rialzo tra i 25 (0,25%) e i 50 (+0,50%) punti base e sia perché il picco del ciclo sarà probabilmente più basso di quanto si temesse un anno fa.

Non è un caso, come fa notare Simon Lue-Fong, che, in base a un’indagine di BofA Merrill Lynch, la stragrande maggioranza dei partecipanti alle conferenze prevedeva flussi di investimento nel debito emergente in valuta locale nei prossimi sei mesi. Detto questo, nonostante tutti questi elementi di supporto nessuno degli interlocutori che ha incontrato Simon Lue-Fong si è mostrato particolarmente ottimista circa le prospettive di crescita dei paesi emergenti.

“Esattamente per i Paesi avanzati, anche per le aree in via di sviluppo lo scenario previsto include inflazione e crescita tendenziale inferiori rispetto agli anni precedenti la crisi finanziaria globale. Ma resta il fatto che le economie emergenti dovrebbero crescere a un ritmo quasi doppio rispetto al mondo industrializzato in termini reali” puntualizza Simon Lue-Fong secondo il quale, tuttavia, l’inflazione è ancora un rischio.

“Nei Paesi in via di sviluppo il ciclo inflazionistico è tornato ai minimi del 2008 e si teme un graduale aumento dell’inflazione che causerebbe un nuovo indebolimento delle divise e il ritorno a politiche monetarie restrittive. In altre parole, un nuovo circolo vizioso” spiega Simon Lue-Fong secondo il quale proprio per questo, sebbene non si prevedano variazioni significative dell’inflazione, il consiglio è quello di tenere la situazione sotto controllo.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Pictet Asset Management

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