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Strategie alternative direzionali, ecco i punti di forza

9 Giugno 2016 09:05
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Nell’articolo “Strategie alternative, perché è necessaria una profonda conoscenza” è stato spiegato come sia possibile ridurre la volatilità e migliorare i rendimenti aggiustati per il rischio di un portafoglio pre-esistente sfruttando le strategie alternative tramite i cosiddetti «strumenti alternativi liquidi» , i prodotti del risparmio gestito che adottano strategie non tradizionali tipiche dei gestori di hedge fund rispetto ai quali garantiscono la massima trasparenza del portafoglio e un livello elevato di liquidità.

Tra le sotto - categorie degli investimenti alternativi se ne possono ricavare quattro che, in questo particolare contesto di mercato, meritano una particolare attenzione: una di queste è quella relativa alle strategie direzionali. Gli strumenti alternativi a maggiore direzionalità possono essere inseriti con estrema efficacia nell'allocazione azionaria di un portafoglio per sostituire, o integrare, tradizionali strategie azionarie long-only o strategie obbligazionarie, nell'ottica di attenuare la volatilità, proteggere il portafoglio dal rischio di ribassi e offrire diversificazione.

Le strategie long only sono quelle tipiche dei gestori azionari attivi e sono caratterizzate dal riuscire a realizzare un guadagno solo in funzione di un rialzo del mercato sottostante: se quest’ultimo scende possono solo limitare le perdite tramite una riduzione dell’esposizione e una ottimale (ma non sempre realizzabile) selezione dei titoli. Le strategie obbligazionarie classiche, invece, sono messe attualmente in difficoltà dai tassi di interesse ai minimi storici (o addirittura in territorio negativo) e non riescono quindi a garantire nessuna concreta protezione in un portafoglio bilanciato.

Alla luce di questi fattori, le strategie alternative a maggiore direzionalità si candidano a offrire una fonte aggiuntiva di rendimento in funzione dell’andamento dei mercati ma con un rischio controllato. Tra queste strategie ce ne sono quattro che meritano un approfondimento: Long/short equity, Unconstrained equity, Valutaria, e Hedged equity.

La prima, di solito, adotta posizioni lunghe (dette anche long e associate ai settori e ai titoli ritenuti sottovalutati e deputati a salire) e corte (definite short e riferite alle posizioni dedicate a settori e titoli considerati sopravvalutati e che dovrebbero scendere). In questo modo è possibile sfruttare la ricerca interna delle società di gestione per guadagnare non soltanto sui titoli sottovalutati (come accade con la gestione attiva di tipo long–only) ma anche su quelli che potrebbero scendere di valore (che invece non è possibile sfruttare in altre strategie azionarie classiche). Con la strategia long/short equity i gestori mirano a proteggere contro il rischio di ribassi e cercano spesso di attenuare la volatilità diversificando e/o coprendo le posizioni a livello di settori, industrie, regioni e/o capitalizzazioni di mercato (large, mid e small cap). Le strategie long/short tipiche traggono principalmente spunto dall'analisi dei titoli (approccio bottom up), a prescindere dal ciclo economico e dall’andamento dei mercati, mentre le strategie long/short macro prendono prevalentemente in considerazione fattori top-down (ovvero di carattere più macro economico).

I gestori dei portafogli “alternativi” di tipo Unconstrained equity, invece, possono ricercare idee d’investimento ovunque le trovino nei mercati azionari e hanno spesso facoltà di effettuare vendite allo scoperto (posizioni short, al fine di sfruttare i settori o i titoli il cui valore di mercato potrebbe scendere) o ricorrere alla leva finanziaria (per amplificare le scelte di portafoglio). Possono individuare le loro idee tramite strategie sia di tipo top-down (analisi macro economica) che di tipo bottom-up (selezione di singoli titoli). Si tratta di un approccio svincolato dal benchmark di mercato rispetto al quale il gestore può decidere di aumentare o diminuire, a sua discrezione in funzione dell’analisi di mercato, l’esposizione in portafoglio dei settori e dei titoli.

Un’altra interessante strategia alternativa a maggiore direzionalità è quella legate alle valute che consente di diversificare un portafoglio mediante l'assunzione di una posizione lunga o corta su una singola valuta estera oppure su un paniere di valute. Gli andamenti valutari hanno storicamente evidenziato una bassa correlazione con quelli azionari e obbligazionari e possono contribuire ad attenuare la volatilità di portafoglio, soprattutto in una fase come quella attuale contraddistinta da una più elevata correlazione, rispetto al passato, tra le altre asset class.

Infine, sempre a proposito di strategie alternative a maggiore direzionalità figurano quelle Hedged equity. Si tratta di strategie che hanno l’obiettivo di limitare l'esposizione di un investitore alla volatilità, migliorando al contempo i rendimenti. Per farlo, i gestori investono sui mercati azionari e, per controllare la volatilità o proteggersi dalle perdite, possono utilizzare strumenti derivati, come opzioni o altre tecniche d'investimento.

Nel prossimo articolo parleremo di un’altra strategia alternativa che consente di ottimizzare il portafoglio sfruttando il valore relativo dei titoli e dei settori e che, pertanto, può fornire un rendimento positivo anche in un contesto di mercato al ribasso o con andamento laterale: la Relative value.
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