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Corporate bond emergenti: il valore è in Brasile, Messico ed Argentina

Il segmento dei corporate bond dei paesi emergenti offre opportunità di investimento in Brasile, Argentina, Messico e, in modo selettivo, in Russia e Turchia.

21 Marzo 2017 09:45
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Il maggior valore all’interno del debito emergente è, in particolare, in Brasile, MessicoArgentina. Lo sostiene Dorthe Nielsen, Gestore obbligazionario societario mercati emergenti di GAM, che rivela di avere anche una discreta esposizione nell’Europa dell’Est e alcune scelte selettive su società russe e turche: al contrario il manager è meno positivo nei confronti di Medio Oriente e Asia.

Dorthe Nielsen, in questa fase, predilige il segmento delle obbligazioni societarie con rating doppia e tripla B mentre, per quanto riguarda i fondamentali, preferisce investire nelle società operative sui mercati emergenti che abbiano una leva operativa sostanzialmente inferiore rispetto ai loro omologhi statunitensi, dal momento che il livello di rating si posiziona ad un gradino più basso.

Secondo Dorthe Nielsen i principali rischi per l’obbligazionario societario emergente comprendono il possibile rialzo dei tassi di interesse, il rafforzamento del dollaro, fattori geopolitici (in particolare le decisioni che assumerà il presidente Trump).

“L’outlook globale macroeconomico merita di essere monitorato, ma, al momento, non vi sono criticità specifiche. La preoccupazione maggiore per le società è l’aspetto valutario, soprattutto per quanto riguarda la lira turca e il peso messicano” specifica Dorthe Nielsen, secondo il quale, sebbene non sorprenda che il principale rischio geopolitico dipenda dal presidente Trump, il livello di impatto su ogni singola società è molto variabile: per esempio Cemex, uno dei principali produttori di cemento su scala globale basato in Messico, esporta verso gli Stati Uniti meno dell’1% dei ricavi e, di conseguenza, un aggiustamento dei dazi doganali dovrebbe implicare un impatto molto limitato sui suoi conti.

“In ogni caso, fino ad oggi non vi è stato alcun elemento concreto di decisioni circa possibili modifiche dei dazi doganali tra Europa e Stati Uniti” puntualizza Dorthe Nielsen, secondo il quale, di conseguenza, il principale rischio dell’amministrazione Trump per la società è di carattere valutario, nel caso in cui una modifica nelle politiche dei dazi doganali portasse ad un ulteriore indebolimento della valuta messicana.
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