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Valute, le scelte in vista delle elezioni USA e della riunione della Fed a dicembre

Le scelte valutarie sono da soppesare in vista delle elezioni presidenziali USA e della successiva riunione della Fed che dovrebbe alzare i tassi americani.

2 Novembre 2016 09:48
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Dal 23 giugno (giorno del referendum britannico) a oggi la sterlina inglese ha perso circa il 15% rispetto all’euro. È interessante notare che, nello stesso arco di tempo, molte valute dei paesi emergenti (dal real brasiliano al rand sudafricano, dal peso cileno al rublo russo, dal dollaro di Taiwan alla rupia indonesiana, dal won sudcoreano alla rupia indiana, dal bath tailandese al dollaro di Hong Kong) hanno invece registrato un apprezzamento tra i quattro e i 10 punti percentuali rispetto all’euro.

È la conferma che le valute emergenti, dopo un triennio di appannamento (2013-2015) sono tornate ad interessare gli investitori di tutto il mondo anche in virtù delle valutazioni interessanti sostenute da fondamentali economici (crescita del PIL, disavanzo commerciale, inflazione) molto più robusti. Nell’ultimo mese, però, complice la maggiore probabilità di un rialzo dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve americana a dicembre, gran parte delle principali valute, comprese molte dei paesi emergenti, hanno accusato un ridimensionamento rispetto all’euro e, soprattutto, al dollaro USA. Chi deve effettuare scelte valutarie in questa fase deve fare i conti con i due eventi principali all’orizzonte: le elezioni presidenziali statunitensi e la riunione della Fed a dicembre.

Ma quali scelte si possono fare nel frattempo? “Manteniamo la nostra view neutrale sui cambi EUR/USD e USD/CHF e ipotizziamo un rafforzamento dello yen giapponese” fa sapere Marcus Hettinger, Head of Foreign Exchange Strategy di Credit Suisse, che, inoltre, ha eliminato il giudizio negativo sulla sterlina inglese dopo la recente correzione mentre ha mantenuto un’esposizione verso una ripresa ciclica restando positivo sul dollaro australiano (valuta legate alle commodity) e sull’Emerging Market FX Index (il paniere delle valute emergenti).

Tuttavia, precisa sempre Marcus Hettinger, essere positivi sull’indice non significa affatto rinunciare alla selezione che, al contrario, resta fondamentale. A questo proposito Marcus Hettinger continua a ritenere che le divise asiatiche nel loro insieme evidenzino una underperformance (performance inferiore alla media di mercato) rispetto agli altri mercati emergenti, sia a quelle dell’America Latina che a quelle EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa).

La selezione è fondamentale, anche a livello di singoli paesi. Per Marcus Hettinger, per esempio, le valutazione correnti sostengono ancora il peso messicano e il rand sudafricano mentre l’apprezzamento da inizio anno del real brasiliano suggerisce ora un giudizio neutrale: sulla lira turca, infine, meglio restare sottopesati.
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