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Portafogli obbligazionari, le scelte direzionali e quelle a rendimento assoluto

Rispetto al beta (andamento del mercato) l’approccio long / short consente di catturare opportunità in giro per il mondo con una minore volatilità del portafoglio.

10 Ottobre 2017 15:28
financialounge -  GAM mercati obbligazionari quantitative easing tassi di interesse

L’investimento in obbligazioni resta uno dei principali impieghi delle famiglie italiane. Di conseguenza, i rendimenti dei fondi obbligazionari rappresentano un indicatore importante per molti investitori italiani.

A questo proposito, è interessante constatare come da inizio anno al 4 ottobre scorso, l’indice generale dei fondi obbligazionari segnava un +0,91% ma con una forte dispersione delle performance nelle sotto categorie obbligazionarie.

Infatti mentre i fondi obbligazionari paesi emergenti vantavano un +4,7% , gli obbligazionari flessibili un +1,86% e gli obbligazionari corporate bond euro investment grade un +1,68%, gli obbligazionari governativi euro accusavano un -0,33%, gli obbligazionari governativi euro a medio lungo termine un -0,57%, gli obbligazionari governativi internazionali un -5,28% e gli obbligazionari area dollaro un -7,92%.

Un fenomeno destinato a proseguire anche alla luce dell’importanza crescente delle variazioni valutarie che possono distorcere il risultato in tasca al risparmiatore. Il tutto senza trascurare il fatto che ci stiamo addentrando in uno scenario di graduale rialzo dei tassi di mercato con implicazioni negative sui prezzi delle obbligazioni.

Secondo Tim Haywood responsabile delle strategie obbligazionarie absolute return di GAM, una delle principali sfide per gli investitori obbligazionari è la scelta del momento in cui focalizzarsi sulla ricerca di beta (andamento direzionale del mercato) e quando invece sia opportuno adottare un approccio long/short.

“Storicamente siamo sempre stati in grado di generare rendimento anche nelle fasi di caduta, in termini di prezzi, dei mercati obbligazionari. Guardando al prossimo futuro, crediamo sia lo scenario di prezzi al ribasso quello predominante e non vediamo all’orizzonte fasi di guadagni sostenibili sui prezzi obbligazionari, anzi proveremo ad intercettarli. Inoltre, il sostegno del QE comincerà ad affievolirsi” puntualizza Tim Haywood secondo il quale gli attuali rendimenti, al netto dell’inflazione attesa, lasciano i rendimenti a zero, o comunque molto bassi, nei Paesi core. Al contrario mercati emergenti e segmenti non tradizionali delle obbligazioni societari (credito) sembrano offrire buone opportunità di investimento obbligazionario.

“Il nostro posizionamento in termini valutari è estremamente variabile, con una netta riduzione del nostro grado di negatività nei confronti del dollaro. In tema di investimenti legati alla politica, abbiamo elaborato una strategia per proteggerci dalle crescenti tensioni in Corea del Nord, adottando un posizionamento di pair trading tra i CDS cinesi e sud coreani, che abbiamo conservato fino alla fine di agosto” conclude Tim Haywood.
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