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Obbligazionario, perché sovrappesare gli USA all’Europa

L’obbligazionario Europa appare caro perché gli acquisti da parte della BCE ne sostengono le quotazioni: meglio quello USA che beneficerà del rialzo dei tassi.

28 Ottobre 2016 09:23
financialounge -  BCE Europa Federal Reserve mercati obbligazionari Pictet tassi di interesse USA

L’investimento in titoli di stato dei paesi più industrializzati si è rivelato in questi primi 10 mesi del 2016 piuttosto redditizio. Infatti, in base all’indice JPM global bond, rappresentativo dei titoli sovrani delle principali economie occidentali, il guadagno dal primo gennaio al 21 ottobre scorso è stato del +7,6%.

Chi avesse scelto i titoli di stato del Giappone avrebbe potuto contare su un rialzo del 21,7%, mentre con i titoli di stato USA il guadagno sarebbe stato del 4,5% e con quelli tedeschi del 5,6%: non male, considerando l’attuale contesto di tassi ai minimi storici, anche il +2,95% messo a segno dai titoli di stato italiani.

Ora, alla luce del sempre più probabile aumento dei tassi d’interesse americani in dicembre da parte della Federal Reserve USA e della politica ancora accomodante della BCE, i mercati europei del reddito fisso sembrerebbero offrire opportunità di investimento più interessanti rispetto alle controparti USA.

Non è d’accordo su questa tesi la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity.

“Riteniamo invece che l’obbligazionario statunitense sia più interessante di quello della zona euro” fanno sapere dalla PSU che poi aggiungono: “Il differenziale di rendimento fra i tassi offerti dai Treasury USA e dai bund tedeschi, che oscilla in area 175 punti base (+1,75%) cioè sui massimi storici, non rispecchia la realtà economica. L’Europa sta evidenziano un ritmo di crescita superiore a quello degli Stati Uniti. Inoltre gli investitori sembrano non tenere nel dovuto conto la possibilità di una riduzione del programma di acquisto dei titoli obbligazionari da parte della BCE nel 2017”.

Ma c’è di più. Gli esperti della PSU ritengono che le fluttuazioni dei prezzi nel tratto a lunga scadenza della curva USA (cioè i rendimenti dei tassi dai 10 anni in su) non rispecchino in modo appropriato l’atteggiamento moderatamente restrittivo da parte della Fed sui tassi a lungo termine.

“Per tutte queste ragioni continuiamo a preferire i Treasury americani a lunga scadenza rispetto ai bund” puntualizza la PSU la cui indifferenza verso il reddito fisso europeo vale pure per le obbligazioni societarie, sia quelle con rating investment grade che quelle high yield: le loro quotazioni si sono estese su livelli eccessivi solo perché gli acquisti di bond programmati dalla BCE ne hanno alimentato i flussi di domanda.

Secondo la PSU è il segmento obbligazionario euro investment grade quello più vulnerabile a un sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazioni di prezzo e di quantità), anche perché il volume delle nuove emissioni societarie resta elevato rispetto ai livelli storici, facendo temere un eccesso di offerta.
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