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La sensibilità delle obbligazioni societarie al rialzo di tassi di mercato

Il rialzo dei tassi di interesse del mercato obbligazionario deve essere gestito dagli investitori che, però, possono contare su tre fattori di supporto al mercato.

20 Gennaio 2017 10:05
financialounge -  mercati obbligazionari Natixis Investment Managers Scott Service tassi di interesse

Molti investitori sono preoccupati per l'impatto che potranno esercitare i tassi di interesse obbligazionari più elevati sul debito societario, sia quello con rating più alto (investment grade) che quello speculativo (high yield). Questo perché uno scenario con tassi di mercato più alti significa maggiori interessi da sostenere e quindi minori margini e minori utili per le imprese indebitate.
Tuttavia, gli analisti di settore hanno constatato che l'attuale ripartizione del credito alle imprese è rappresentato per circa i 2/3 in emissioni a tasso fisso e per il restante 1/3 in debiti a tasso variabile. Questa divisione, che non è molto diversa rispetto al passato,  dovrebbe consentire alle società di assorbire l’aumento dei tassi.

La situazione, dal punto di vista invece degli investitori, può essere più critica se il loro portafoglio risultasse altrettanto sovra esposto alle obbligazioni societarie a tasso fisso.
Infatti, se i rendimenti di un titolo obbligazionario salgono, le quotazioni (che si muovono in direzione opposta) scendono in misura tanto maggiore quanto più la scadenza del titolo è elevata.
Ne deriva che avere in portafoglio obbligazioni societarie a tasso fisso con durate lunghe (dai 5 anni in su) può esporre l’investitore a perdite anche consistenti qualora il rialzo dei tassi di mercato proseguisse.

Una evenienza, quest’ultima, che secondo Scott Service, gestore di portafoglio, team obbligazionario globale di Loomis Sayles (gruppo Natixis), sembra piuttosto improbabile. Il manager, infatti, resta favorevole alle obbligazioni societarie per tre ragioni a cominciare proprio dalla convinzione che la maggior parte dell’aumento dei tassi di breve termine sembra essere concluso, mentre l’impulso atteso sulla crescita e sull’inflazione derivante dai piani fiscali ed infrastrutturali di Trump, probabilmente non si manifesterà prima del 2018.
“In secondo luogo, il programma del neo presidente americano che punta ad agevolare il rimpatrio dei capitali offshore delle aziende statunitensi tramite l’adozione di aliquote fiscali ridotte e, inoltre, la probabilità che le aziende opereranno con cautela in questo panorama incerto, può determinare una minore offerta di obbligazioni societarie” specifica Scott Service che, come terzo fattore di supporto, indica i tassi di rendimento più elevati: un fattore che contribuirà ad incoraggiare gli investimenti da parte degli investitori mondiali alla ricerca di rendimenti più elevati.
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