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Idee di investimento - Obbligazioni - 27 novembre 2017

27 Novembre 2017 09:38
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Secondo Francis Scotland, Director of Global Macro Research di Brandywine Global (gruppo Legg Mason), l’attuale ondata reflazionaria è diversa dalle altre avvenute dopo la crisi finanziaria globale: a suo parere, infatti, la crescita globale degli ultimi 18 mesi è sostenibile, e, nell’articolo “Eurozona, i tassi del mercato obbligazionario sono comunque destinati a salire”, ha spiegato le tre ragioni per il suo ottimismo. “In primis, il settore dei consumi USA ha fermato le operazioni di deleveraging. In secondo luogo le banche centrali di Europa e Giappone hanno confermato il loro impegno nel continuare con il quantitative easing. In terzo luogo, mentre tra il 2011 e il 2014 il prezzo del petrolio si era stabilizzato a 100 dollari al barile, oggi costa poco più di 60 dollari al barile”, ha specificato Francis Scotland per il quale i tassi del mercato obbligazionario saranno più alti in futuro.

Allestire un portafoglio obbligazionario durevole, capace di offrire un buon rendimento senza essere eccessivamente esposto al rischio tassi non sarà un compito facile. Un aiuto lo potrebbero però offrire le obbligazioni high yield. “L’obbligazionario high yield dovrebbe costituire una componente strutturale all’interno di un portafoglio bilanciato. In alcuni momenti potrebbe essere necessario aumentare o diminuire il rischio di credito del portafoglio, a seconda dell’andamento del mercato. Ma il segreto per avere successo nel mercato high yield è mantenere l’investimento nel tempo”, sostiene nell’articolo “High yield, come assicurarsi un reddito cedolare affidabile” Shannon Ward, Gestore di portafogli high yield di Capital Group che poi spiega: “Il guadagno derivante dalla cedola potrebbe attestarsi intorno al 6%. Ora, tenendo conto che alcuni emittenti in portafoglio potrebbero sorprende al ribasso (senza alcun emittente a controbilanciare tale ribasso) questo potrebbe far scendere il rendimento intorno al 5%. Ma, d’altro canto, se l’anno è favorevole e alcuni dei bond in portafoglio salissero in maniera significativa, questo potrebbe portare il rendimento fino al 7%–9%” spiega Shannon Ward.

Un altro segmento del reddito fisso dove è ancora possibile trovare valore è quello del debito emergente. Dove però le performance molto brillanti degli ultimi due anni sollevano molti dubbi sulla sostenibilità del trend". “Il nervosismo è lecito, anche nei mercati emergenti le valutazioni sono cresciute, non sono più quelle del 2016”, ammette nell’articolo “Anche la rosa dei mercati emergenti ha le sue spine” Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, che poi, subito dopo, però, ricorda come i paesi emergenti abbiano dalla loro la robustezza dell’attività economica, ancora formidabile. “Ma anche la rosa dei mercati emergenti ha le sue spine: il rischio politico, il rallentamento cinese superiore alle stime, il dollaro forte sono le principali. Si tratta di rischi noti, in buona misura già nei prezzi, mentre non è forse altrettanto compreso il ciclo del credito, le sorprese positive sulla crescita possono dare ancora vigore all’esposizione in questa classe di attivo”, fa presente Carlo Benetti, che ritiene quindi possibile, per il momento e alla luce di tutte le variabili in gioco, il proseguimento della corsa dei mercati emergenti.

Sempre in tema di debito emergente, le obbligazioni societarie dei paesi in via di sviluppo beneficiano di una crescita sostenuta e di afflussi significativi, grazie ad un universo investibile di oltre cinquanta paesi e con il sostegno di fondamentali economici solidi.  “A metà strada tra il reddito fisso tradizionale e le azioni sulla scala del rischio, le obbligazioni societarie dei mercati emergenti (in valuta forte) hanno storicamente generato rendimenti più elevati rispetto al reddito fisso tradizionale e una volatilità più bassa rispetto alle azioni”, puntualizza nell’articolo “Vontobel AM lancia un fondo specializzato nelle obbligazioni societarie dei mercati emergenti” Wouter Van Overfelt , Gestore del fondo Vontobel Fund – Emerging Markets Debt Hard Currency che poi aggiunge: “Quest’asset class dimostra inefficienze significative, che la rendono un target adeguato per il nostro comprovato stile d’investimento. Ciò dovrebbe fornire agli investitori opportunità di generazione di alfa, una decorrelazione nel mercato degli spread e rendimenti corretti per il rischio superiori nel lungo periodo”.

Infine, in un mercato obbligazionario nel quale le condizioni diventano sempre più complesse, l’approccio flessibile e basato sul valore del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0988402904"]Pictet Absolute Return Fixed Income[/tooltip-fondi] potrebbe costituire una concreta soluzione. “Dal momento che non seguiamo un benchmark, siamo abbastanza flessibili da poter investire in qualsiasi area dell’universo fixed income globale (in diversi paesi e strumenti) che ci sembri attraente. Per ridurre il rischio potenziale di rialzo dei tassi a livello globale, abbiamo cercato di aprire una posizione in titoli il cui valore aumenterebbe in caso di rialzo dei tassi”, dichiarano nell’articolo “Portafoglio obbligazionario, la soluzione absolute return flessibile e basata sul valore” Sarah Hargreaves, Senior Investment Manager e Thomas Hansen, Senior Investment Manager di Pictet Asset Management. Aggiungono, inoltre, alcuni esempi di come sia stato diversificato il portafoglio del fondo Pictet Absolute Return Fixed Income. “I derivati su tassi di interesse nell’Europa centrale e orientale, in particolare in Ungheria, apparivano un’opzione relativamente poco onerosa, dato che i tassi di interesse locali sono, a nostro avviso, decisamente troppo bassi per un’economia che presenta un’inflazione in aumento. Inoltre, tramite acquisti sul mercato dei tassi forward abbiamo neutralizzato il rischio di aumento dei rendimenti nell’obbligazionario globale”.
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