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Fondi obbligazionari, il giusto approccio per non sbagliare

I fondi obbligazionari, soprattutto quelli di alta qualità, servono soprattutto a tamponare la volatilità del mercato azionario: ecco come non sbagliare approccio.

23 Febbraio 2018 09:27
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Quando si parla di obbligazioni, e quindi anche di fondi obbligazionari, la relazione tra i prezzi e i rendimenti non è così semplice ed intuitiva come la relazione per esempio che c’è nel mercato azionario. Infatti se il rendimento di una obbligazione tende a salire, il suo prezzo si muove in direzione opposta e scende in misura tanto maggiore quanto è più lunga la scadenza del titolo. Per fare un esempio, se il rendimento del BTP 1.3.2021 (che scade fra circa tre anni) aumentasse di mezzo punto percentuale il suo prezzo perderebbe circa un punto e mezzo di valore: lo stesso aumento di rendimento (+0,50%) nel caso del BTP 1.2.2028 (scadenza tra 10 anni) farebbe perdere al titolo il 4,5% del valore mentre nel caso del BTP 1.3.2067 (scadenza fra 49 anni) il calo della quotazione del titolo ammonterebbe ad oltre il 13 per cento. Questa caratteristica delle obbligazioni confonde molti investitori retail che potrebbero avvicinarsi ai loro investimenti obbligazionari nel modo sbagliato o per il motivo sbagliato.

REINVESTIRE LE CEDOLE
Dal momento che l’andamento dei tassi di interesse è difficile da prevedere e può risultare piuttosto ballerino nel breve termine, secondo alcuni esperti la soluzione migliore consiste nel continuare a reinvestire gli interessi (le cedole) e resistere alla tentazione di vendere quando i fondi obbligazionari registrano performance negative o inferiori a quelle del mercato azionario. D’altra parte le obbligazioni sono emesse con una scadenza stabilita e con flussi cedolari periodici. Un modo che hanno gli investitori per migliorare la possibilità di ottenere rendimenti positivi dalle obbligazioni consiste nel far coincidere il loro periodo di detenzione con la durata del bond o del fondo obbligazionario.

APPROFONDIMENTO
Vulnerabilità delle obbligazioni: asset allocation tattica e gestione attiva i rimedi

La durata è il tempo necessario agli investitori per recuperare il loro investimento iniziale (a patto, ovviamente, che l’emittente non fallisca). Il problema è che, a parte i fondi obbligazionari a scadenza prefissata, la maggior parte dei fondi obbligazionari diversifica gli investimenti in portafoglio lungo tutta la scala delle scadenze o acquistano obbligazioni con scadenze diverse in modo da distribuire i rischi evitando di esser eccessivamente sensibili all’andamento dei tassi di interesse del mercato obbligazionario.

UN MIX DI SOLI TITOLI A BREVE E A LUNGO TERMINE
Alcuni gestori di fondi obbligazionari utilizzano una strategia che combina solo obbligazioni a lungo termine e a breve scadenza: in un contesto di tassi in aumento, questa strategia permette di catturare buona parte dei pregi dei due segmenti di mercato, reinvestendo in obbligazioni a breve scadenza le cedole ricavate dai titoli ad alto rendimento. In un contesto di tassi in ribasso, i prezzi delle obbligazioni a lunga scadenza compensano il calo dei rendimenti.

MITIGARE LA VOLATILITA' DEL MERCATO AZIONARIO
In tutti i casi, se è vero che i fondi obbligazionari gestiti attivamente tendono a registrare performance superiori a quelle dei prodotti passivi soprattutto durante i contesti di andamento dei tassi laterale o leggermente rialzista, è altrettanto vero che non deve mai essere dimenticato lo scopo principale dei fondi obbligazionari di alta qualità: tamponare la volatilità del mercato azionario.
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