Weekly Bulletin

Europa messa all’angolo? I mercati finanziari la vedono al contrario

La narrativa negativa è smentita clamorosamente da indici di Borsa, euro, e titoli di Stato che segnalano uno stato di salute quasi migliore degli Usa. Urge completare l’Unione finanziaria

di Stefano Caratelli 9 Dicembre 2025 08:20

financialounge -  Europa mercati Weekly Bulletin
Sono ormai nove mesi che la narrativa dei media, non solo italiani, propone un’Europa “sotto assedio”, prima nella morsa dei dazi di Trump, poi in quella della Russia all’assalto dell’Ucraina e dintorni, quindi sorpassata dai Big Tech USA nell’IA e dalla Cina persino nelle rinnovabili, mentre trema per le scosse politiche nel “core” di Francia e Germania, e ora schiacciata dall’allineamento Trump-Putin col rinforzo delle previsioni di estinzione di Musk. Ma i mercati raccontano una storia opposta.

UN AZIONARIO CHE BATTE WALL STREET


Quest’anno le azioni del Vecchio Continente misurate dallo Stoxx Europe 600, hanno viaggiato in tandem con l’S&P 500, portando a casa guadagni poco sotto il 15%, mentre negli ultimi 5 il rialzo è del 50%, ben sotto il 90% dell’indice di Wall Street, ma non se si fa la tara dei Big Tech, che allinea quasi alla sovrapposizione i due grafici, mostrando oltretutto un vantaggio europeo di ben 5 punti da inizio 2025, come mostra l’ETF di Invesco S&P 500 Equal Weight.

LA FORTE TENUTA DI EURO E TITOLI DI STATO


Per non parlare di euro e titoli di Stato, la moneta unica continua a mantenere una bella distanza da un dollaro, non si sa quanto deliberatamente tenuto relativamente basso dagli americani per favorire le esportazioni, mentre Bund, BTP e persino i bistrattati OAT francesi continuano ad esibire uno spread tra i 120 e i 50 punti sotto il rendimento dei Treasury. La storia della resilienza dei mercati europei sembra una continuazione della fase post-Covid molto più che una riedizione dei colpi subiti dopo la crisi finanziaria del 2008 e quella a seguire del debito europeo.

ARGOMENTI GEOPOLITICI E DEMOGRAFICI


Gli argomenti della narrativa della crisi europea sono principalmente geopolitici e legati alle dinamiche demografiche di lungo termine, ma non mettono in discussione la solidità dell’assetto finanziario, che ha il suo cardine nell’euro, la principale storia di successo dell’Unione degli ultimi 25 anni, paragonabile ai pilastri fondativi degli anni 50, come la comunità del carbone e dell’acciaio. Bisogna continuare a costruire con il mercato unico dei capitali e l’armonizzazione normativa e fiscale, liberando risorse per recuperare terreno nel campo cruciale dell’innovazione tecnologica.

LE PICCONATE DI AVVERTIMENTO DI DRAGHI


Forse si può fare anche senza tornare, ma sarebbe meglio dire diventare, protagonisti di uno scacchiere mondiale dove la partita resta tra USA e Cina, con la Russia e magari anche l’India che fanno da complemento nel gioco di ridisegnare gli equilibri globali ormai più tra le due sponde del Pacifico che su quelle dell’Atlantico. E infatti è proprio il punto su cui insiste Mario Draghi nelle sue “picconate” di avvertimento, che ricordano un po’ quelle di Cossiga nell’Italia di fine anni 80, quando erano in arrivo i terremoti della Caduta del Muro e di Tangentopoli.

COMPLETARE L’UNIONE FINANZIARIA CON CAMPIONI CONTINENTALI


La stabilità monetaria sembra acquisita, con i paesi membri dell’euro raddoppiati da inizio millennio e un’altra decina in fila per entrare, ma va completata quella finanziaria, per dar vita a campioni continentali paragonabili ai big come JP Morgan, Goldman, Citi o BlackRock, e liberare risorse per recuperare terreno tecnologico nei confronti di USA e Cina. E anche per alleggerire la dipendenza dagli USA nella difesa.

Bottom line. Dopo averci raccontato che Trump avrebbe fatto schiantare gli USA ora è l’Europa destinata ad annullarsi nei titoli dei media. Le convinzioni di mercati e investitori, espresse nei numeri, dicono il contrario. Ci sono buone ragioni per restare investiti sulle due sponde dell’Atlantico, selezionando e diversificando.

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