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Euro/dollaro: Neuberger Berman non esclude la parità, ma suggerisce cautela nella gestione valutaria

Nei prossimi tre mesi, potremmo osservare una volatilità particolarmente accentuata, trasformando il mercato valutario in un'area ricca di opportunità per gli investitori attenti

di Leo Campagna 30 Novembre 2024 15:00

financialounge -  Brad Tank Fredrik Repton mercati Neuberger Berman
Gestire il rischio valutario con molta cautela. E’ la raccomandazione che si sentono di fare Ashok Bhatia, Co-Chief Investment Officer, Fixed Income, Brad Tank, Co-Chief Investment Officer, Fixed Income, e Fredrik Repton, Senior Portfolio Manager, Currencies di Neuberger Berman, precisando: “Anche se sembra probabile che l'euro si avvicini alla parità con il dollaro, il percorso potrebbe essere più lungo e volatile di quanto si pensi, offrendo, nel frattempo, punti di ingresso favorevoli. Inoltre non si può escludere, per quanto possa trattarsi di uno scenario marginale, che l'euro possa seguire una direzione completamente diversa da quella prevista”.

IL RISCHIO DI UN CONSENSO RADICATO


Le prospettive di crescita economica negli Stati Uniti sono favorevoli mentre l'Europa sta affrontando sfide significative di natura ciclica, strutturale, politica e geopolitica. Queste dinamiche influenzeranno probabilmente il mercato valutario. Tuttavia, sottolineano Bhatia, Tank e Repton, questa view di mercato potrebbe trasformarsi in un consenso troppo radicato. “E’ improbabile che l'euro si avvicini alla parità con il dollaro in modo semplice e lineare. Nei prossimi tre mesi, potremmo osservare una volatilità particolarmente accentuata, trasformando il mercato valutario in un'area ricca di opportunità per gli investitori attenti” riferiscono i tre manager.

ECONOMIA USA IN SALUTE


Ma procediamo con ordine. Gli ultimi dati rivelano che l'economia statunitense è più in salute di quella europea. Inoltre mentre né l'Europa né la Cina stanno pianificando programmi significativi di stimoli economici a breve termine, le politiche commerciali del nuovo governo degli Stati Uniti potrebbero influire ulteriormente sulla divergenza tra USA e Europa. “Storicamente, il dollaro si è apprezzato durante il mandato di Donald Trump, in particolare quando impose dazi alla Cina, che fecero incrementare dell’11% il valore del dollaro” ricordano Bhatia, Tank e Repton.

UN ACCORDO COMMERCIALE TRA STATI UNITI E UNIONE EUROPEA


Un accordo commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea potrebbe fornire un po’ di sostegno, ma se includesse un aumento degli acquisti in dollari di gas naturale dagli Stati Uniti potrebbe esercitare ulteriore pressione al ribasso sull'euro. Anche i tassi di interesse potrebbero favorire il dollaro. Negli Stati Uniti, sono previsti tra l'1,5% e il 2% al d sopra di quelli dell'area euro nel prossimo ciclo di riduzione dei tassi. Mentre la Fed è preoccupata per l'inflazione, la BCE è più concentrata sulla crescita economica e questo spinge i capitali a fluire verso il dollaro: una situazione analoga nel 2014 ha portato a un aumento del 25% del valore del dollaro.

LA PARITÀ DEL POTERE D’ACQUISTO


“Il dollaro appare sopravvalutato se si analizzano molti parametri di valutazione, come la parità del potere d'acquisto. Inoltre, il disavanzo delle partite correnti dell'eurozona crea una domanda strutturale di euro, il che suggerisce che il biglietto verde potrebbe essere eccessivamente forte” puntualizzano i tre manager di Neuberger Berman.

POSSIBILI SORPRESE


Non si piò escludere poi, nel medio termine, un anticipo degli ordini da parte delle aziende come reazione all'incertezza causata dai dazi creando così un “falso” e temporaneo boom ciclico in Europa. Inoltre, anche se al momento sembra improbabile, i mercati potrebbero essere sorpresi da misure di stimolo economico promosse da Pechino non solo per stabilizzare, ma anche per rafforzare la propria economia con anche qualche impatto positivo anche sull'Europa.

CRUCIALE L’EVOLUZIONE DELLA SITUAZIONE IN UCRAINA


Restando nel Vecchio Continente, mentre le elezioni politiche in primavera in Germania rappresentano un rischio per il dollaro ai livelli attuali, l’evoluzione della situazione in Ucraina è cruciale. I protagonisti del conflitto potrebbero cercano di massimizzare i propri vantaggi prima di eventuali negoziati post-insediamento di Trump con ricadute positive sul biglietto verde.

STRATEGIE DELL’AMMINISTRAZIONE TRUMP PER INDEBOLIRE IL DOLLARO


“Tuttavia, se arrivasse un accordo di pace e si emettesse un'obbligazione comune nell'eurozona per la ricostruzione i settori europei dell'edilizia e della manifattura potrebbero beneficiarne, soprattutto se Berlino avrà un governo più favorevole alla spesa pubblica” commentano i tre manager di Neuberger Berman secondo i quali non si può nemmeno esclude che la nuova amministrazione statunitense possa aumentare i dazi e adottare strategie per indebolire la valuta mentre sono destinate a crescere nei prossimi mesi le preoccupazioni legate al deficit di bilancio degli Stati Uniti.

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