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Mercato azionario Usa

UBS GWM: ecco perché l'indice S&P 500 può salire ancora

Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer, analizza le prospettive del mercato azionario americano e i possibili effetti delle azioni delle banche centrali

di Leo Campagna 12 Febbraio 2024 15:44
financialounge -  mercati UBS Global Wealth Management Wall Street

Un anno fa si temeva un atterraggio brusco dell’economia statunitense dopo l’euforica fase post pandemia, mentre ora si discute se si materializzerà un atterraggio morbido o addirittura non ci sarà una frenata. “Gli Stati Uniti hanno compiuto scelte nette riguardo all’ammodernamento delle proprie infrastrutture e al reshoring (la rilocalizzazione delle attività produttive), mobilitando enormi risorse e aumentando il debito federale. Insomma un approccio quasi opposto rispetto all’Europa, che è più focalizzata nel contenere l’indebitamento” fa sapere Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer di UBS GWM in Italia.

INGENTI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE


Negli ultimi tre anni gli investimenti nella manifattura da parte di società private USA hanno raggiunto i 642 miliardi di dollari trainando nel 2023 la costruzione di immobili non residenziali (+12,7%). In parallelo Washington sta investendo per migliorare le proprie infrastrutture (strade, autostrade e condotte idriche) e colmare alcune lacune, come la produzione di semiconduttori. Per contro, il deficit federale dal 2008 in poi è stato (di poco) inferiore al 3% solo per un paio d’anni e lo scorso anno dovrebbe essersi attestato quasi al 6% .

UN ELEVATO DEFICIT DI BILANCIO PUO’ FRENARE IL DOLLARO


“E’ probabile che, a medio termine, il deficit non scenda significativamente, mentre il debito federale sorpasserà con decisione la soglia del 100% del PIL. Questa dinamica ha spinto alcune agenzie di rating a mettere in discussione la tradizionale AAA operando downgrade negli ultimi anni. A lungo andare, un elevato deficit potrebbe comportare una fase di debolezza del dollaro” spiega Ramenghi.

LA STRAORDINARIA PROPENSIONE AMERICANA AL CONSUMO


A spingere l’economia americana è stata anche la straordinaria propensione al consumo. Sembra che soltanto negli Stati Uniti gli ingenti risparmi accumulati dai lavoratori dipendenti durante la pandemia vengano spesi. Si stima che, degli oltre 2 mila miliardi di dollari di extra-risparmi derivanti dalla pandemia, la metà sia stata impiegata negli ultimi due anni, spingendo la domanda interna e il PIL: una dinamica non sostenibile nel tempo. Non deve pertanto stupire se la Federal Reserve non abbia tagliato i tassi d’interesse lo scorso gennaio. Ci attendiamo comunque quattro tagli da un quarto di punto a partire da maggio” riferisce il CIO di UBS GWM in Italia.

LE ELEZIONI PRESIDENZIALI USA DI NOVEMBRE


A inizio novembre si terranno le prossime elezioni presidenziali che, al momento, sembrano delineare una sfida tra l’attuale Presidente Joe Biden e l’ex Presidente Donald Trump le cui prime indicazioni programmatiche sono opposte su molti fronti. Se Biden rinnoverebbe gli sforzi contro i cambiamenti climatici e le diseguaglianze, Trump sembra più concentrato sul contenimento dell’immigrazione, nuovi dazi, deregulation della finanza e riduzione di impegni finanziari e tassazione. Va ricordato però, che il sistema americano assegna molta autonomia al Presidente nell’ambito della politica estera e la sicurezza, mentre la politica interna, in particolare in materia economica, richiede l’approvazione del Congresso.

S&P 500 STABILE NEI PROSSIMI MESI


“Considerando tutti gli aspetti, riteniamo che l’indice S&P 500 nei prossimi mesi possa rimanere più o meno sui livelli attuali, anche se non si può escludere un periodo di euforia che lo spinga ulteriormente al rialzo. Per quanto controintuitivo, nel breve termine, il principale rischio è che l’economia vada troppo bene, l’inflazione non scenda e la Federal Reserve posticipi i tagli dei tassi” specifica Ramenghi.

UN TEMPORANEO EFFETTO DOMINO SUI MERCATI


Semmai, spiega il manager, occorre tenere presente che la maggior parte degli scambi sul mercato azionario è eseguita tramite algoritmi che tendono ad amplificare l’effetto di potenziali eventi avversi sulle borse. La gran parte di questi automatismi è legata alla volatilità: quando è bassa, porta ad aumentare il rischio e quindi l’esposizione azionaria. Un evento avverso che dovesse far salire rapidamente la volatilità potrebbe pertanto innescare un temporaneo effetto domino.

FOCUS SUI TITOLI OBBLIGAZIONARI A MEDIO LUNGO TERMINE


“I rendimenti obbligazionari a medio-lungo termine rimangono invece interessanti e, inoltre, possono avere caratteristiche anticicliche: qualora l’economia dovesse sorprendere in negativo e le banche centrali fossero costrette ad accelerare i tagli dei tassi d’interesse, questi titoli aumenterebbero di valore” conclude il CIO di UBS GWM in Italia.
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