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UBS AM vede un possibile rally azionario di fine anno

Evan Brown (UBS Asset Management) ritiene che in chiave tattica le azioni siano da preferire alle obbligazioni, la preferenza va a Usa, Giappone e Regno Unito

di Leo Campagna 23 Novembre 2023 10:48
financialounge -  Evan Brown mercati ubs asset management

In ciascuno degli ultimi tre mesi, agosto, settembre e ottobre, sia l'indice MSCI World delle Borse mondiali che l'indice Bloomberg US Treasury Total Return, che misura l’andamento dei titoli di stato USA, hanno registrato risultati negativi.  Si tratta del periodo più lungo in cui azioni e obbligazioni hanno accusato un calo contemporaneo su base mensile, perlomeno dal 1972.

IN CHIAVE TATTICA PREFERITE LE AZIONI AI BOND


“La buona notizia” tiene a far sapere Evan Brown, Head of Multi-Asset Strategy, UBS Asset Management “è che i ritorni attesi sono migliorati sia per le azioni sia per le obbligazioni. Nel medio termine, è infatti lecito aspettarsi una solida performance da entrambe le asset class”. La questione, semmai, per chi si occupa di asset allocation tattica, è cosa preferire tra equity e bond per la fine del 2023 e l'inizio del 2024. A questo proposito Brown non ha dubbi nel preferire in chiave tattica le azioni al debito pubblico  sulla base di una combinazione di fattori fondamentali, tecnici e stagionali.

UN’ATTENUAZIONE DELLA VOLATILITÀ DEL MERCATO OBBLIGAZIONARIO


“Al mercato azionario basterebbe un’attenuazione della volatilità del mercato obbligazionario per riprendere quota e non necessariamente un calo dei rendimenti nel reddito fisso. Se tra il terzo e il quarto trimestre le oscillazioni nell’obbligazionario diminuissero aumenterebbe la fiducia per un "atterraggio morbido" dell'economia come previsto dal consensus, piuttosto che un rapido cambio di percezione da "surriscaldamento" a "recessione" riferisce il manager di UBS AM.

PROSPETTIVE MENO INCORAGGIANTI NEL REDDITO FISSO


Al contrario Brown non intravede prospettive altrettanto incoraggianti nel reddito fisso. Le attuali valutazioni dei mercati dei tassi d'interesse a breve termine indicano che il tasso di policy della Fed terminerà nel 2024 a un livello di circa 80 punti base (0,80%) inferiore rispetto a quanto suggerito dall'ultimo sondaggio "dot plot" sulle aspettative dei funzionari della Fed di settembre. “Riteniamo che il consensus di mercato per fine anno graviterà intorno ad uno scenario di soft landing, e, alla luce dell'inflazione sopra il target e la ripresa dell'attività economica, pensiamo che l'entità dell'allentamento previsto per l'anno prossimo possa risultare relativamente aggressiva” spiega il manager.

CI SONO LE CONDIZIONI PER UN RALLY AZIONARIO DI FINE ANNO


Affinché ulteriori tagli dei tassi di interesse possano radicarsi nelle aspettative del mercato, è necessario che i dati congiunturali, e in particolare quelli relativi al mercato del lavoro e ai consumi, evidenzino un deterioramento molto più marcato di quello che Brown ritiene probabile nel breve termine. “Ci sono le condizioni per un rally azionario di fine anno: un posizionamento degli investitori relativamente contenuto, previsioni discrete sugli utili dal momento che la recessione non sembra essere imminente, e la fine della pressione sulle valutazioni causata dall'impennata dei rendimenti obbligazionari. In quest’ottica, preferiamo le azioni di Stati Uniti, Giappone e Regno Unito”, specifica il manager di UBS AM.

I BOND GOVERNATIVI POSSONO FORNIRE SOSTEGNO AL PORTAFOGLIO


E per quanto riguarda le obbligazioni governative? Alla luce del forte calo dei rendimenti registrato all'inizio di novembre, Brown preferisce una ponderazione neutra anche se il debito sovrano resta una componente importante dei portafogli bilanciati.” Anche dopo il recente calo, i rendimenti dei Treasury statunitensi a dieci anni sono vicini alla fascia alta del loro range ventennale, determinando buone prospettive in termini di generazione di reddito futuro. Pensiamo che il possibile prossimo grande shock di mercato possa essere causato dalle preoccupazioni per il deterioramento della crescita piuttosto che all'accelerazione dell'inflazione. Non è il nostro scenario di base ma, in quel caso, le obbligazioni potrebbero fornire sostegno al portafoglio” conclude l’Head of Multi-Asset Strategy di UBS Asset Management.
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