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L'outlook

Generali Investments: la Fed più falco dà nuovo slancio al dollaro

Anche se un nuovo inasprimento della politica monetaria è poco probabile, le ultime dichiarazioni del presidente Jerome Powell hanno fatto riprendere il biglietto verde, dopo la fase di indebolimento attraversata alla fine di ottobre

di Annalisa Lospinuso 14 Novembre 2023 07:55
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Un presidente della Fed più falco, che ha ricordato ai mercati che potrebbe essere necessario un ulteriore rialzo dei tassi di interesse, ha portato un’inversione nel calo dei rendimenti a due anni e un rialzo dell’azionario. I rendimenti a più lungo termine, invece, sono aumentati leggermente. Nel consueto Market spinner, Thomas Hempell, Head of Macro & Market Research di Generali Investments, sottolinea come gli ultimi discorsi di Jerome Powell abbiano dato nuovo slancio al dollaro che “si è ripreso dalla fase di indebolimento registrata a fine ottobre”. Tuttavia, un ulteriore inasprimento “è a nostro avviso poco probabile, ma le parole di Powell indicano le sue preoccupazioni sul fatto che un’inversione nelle aspettative sui tassi rischi di allentare le condizioni finanziarie in una misura che, alla fine, potrebbe nuovamente forzare la mano alla Fed”, aggiunge Hempell.

DOLLARO FORTE


Il vantaggio in termini di rendimento degli Stati Uniti, le persistenti incertezze sui tassi e le preoccupazioni sulla crescita globale sosterranno per ora il biglietto verde. “È improbabile che il cambio eur/usd si riprenda prima che emergano segnali più rassicuranti di una successiva ripresa in Europa – si legge nel Market spinner – il che è difficile nel breve termine. E il recente restringimento degli spread nell’area euro (EGB), che ha avvantaggiato l’euro, è esposto a un’inversione”.

PROSPETTIVE PER IL 2024


Il dollaro potrebbe essere più vulnerabile nel 2024. Generali Investments sottolinea come “con il procedere (pur lento) della disinflazione, prima o poi la Fed dovrà frenare il suo atteggiamento da falco, lasciando che i mercati si concentrino sui tempi e sulla velocità dei potenziali primi tagli dei tassi. Ciò eroderà sia il vantaggio di rendimento degli Stati Uniti che la volatilità delle obbligazioni e alla fine lascerà delle crepe nel dollaro statunitense, fondamentalmente caro”.

GLI EVENTI DELLA SETTIMANA


Nel frattempo Moody’s ha abbassato l’outlook sul rating Usa a causa dell’aumento dei costi del servizio del debito. Sarà interessante vedere l’andamento dell’indice dei prezzi al consumo statunitense che farà luce sui risultati disinflazionistici della Fed. Inoltre, venerdì prossimo scadrà il termine ultimo entro il quale il Congresso dovrà evitare lo shutdown del governo, ma ancor prima si guarderanno i risultati dell’incontro tra Biden e Xi Jinping, atteso all’APEC di San Francesco.
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