Contatti

Focus sul valutario

Pictet AM torna neutrale sulla sterlina, Treasury americani ritenuti interessanti

In un commento su reddito fisso e valute, la Strategy Unit di Pictet Asset Management prevede anche che i tassi della Fed abbiano raggiunto il picco e che sia quindi possibile un allentamento nel corso del 2024

di Virgilio Chelli 24 Ottobre 2023 10:57
financialounge -  mercati Mercato valutario Pictet

Ritorno alla neutralità sulla sterlina dopo la recente ondata di vendite, perché ora rispecchia in modo equo le prospettive economiche del Regno Unito, con una crescita attesa dello 0,3% quest'anno e dello 0,4% nel 2024. L’indicazione è della Strategy Unit di Pictet Asset Management che fa il punto su reddito fisso e valute, sottolineando la solidità del dollaro, dopo un settembre “cupo” per i mercati globali, con gli investitori in pena per i dati economici poco brillanti e le persistenti pressioni inflazionistiche, che per le azioni ha fatto segnare una perdita del 3,5% in valuta locale, mentre le obbligazioni hanno perso l'1,9%.

RENDIMENTI AI MASSIMI RENDONO INTERESSANTI I TREASURY


Negli USA, il segnale di "tassi più alti più a lungo" della Fed ha spinto al 4,5% i rendimenti dei Treasury a 10 anni ai massimi dal 2007 mentre sui mercati valutari il fattore è stato ancora la forza del dollaro, che a settembre ha guadagnato il 2,5% rispetto alle principali valute, registrando un rialzo per l'undicesima settimana consecutiva. Secondo i modelli di Pictet AM, la recente ondata di vendite di Treasury ne ha reso interessanti le valutazioni, con rendimenti a livelli visti l'ultima volta circa 15 anni fa, che rappresentano un “punto di ingresso interessantissimo”, anche perché Pictet AM prevede che i tassi della Fed abbiano raggiunto il picco e sia possibile un allentamento nel corso del 2024.

BENE ANCHE IL DEBITO EMERGENTE IN VALUTA LOCALE


Per cui viene mantenuta la posizione positiva sui titoli di Stato USA, che si estende ai titoli indicizzati all'inflazione, a loro volta interessanti grazie ai rendimenti reali, ora superiori al 2%, sopra la stima di crescita tendenziale del PIL reale USA della stessa Pictet AM. Sovrappeso nell'ambito dei bond sovrani anche per il debito in valuta locale dei Mercati Emergenti, nella previsione di un divario di crescita con il mondo sviluppato che si allargherà al 2,3% quest'anno e al 3,2% nel prossimo, da solo lo 0,4% nel 2022, il che fa ben sperare per le obbligazioni emergenti e per le valute, che potrebbero offrire un'ulteriore fonte di rendimento.

IL TEMA DELLA SOSTENIBILITÀ, ANCHE PER LE AZIENDE


Con tassi reali ormai ai massimi pluridecennali, ci si chiede se la sostenibilità del debito possa diventare un problema, ma nonostante le difficoltà finanziarie in alcune economie emergenti come Egitto, Sudafrica e Cile, Pictet AM ritiene che la maggior parte disponga degli strumenti per combattere l'onere di un rialzo dei tassi. Lo stesso non vale per le aziende, perché i tassi più elevati fanno salire il rischio di insolvenze, in particolare tra gli emittenti con rating inferiore. Pictet AM ritiene che il premio offerto dall'High Yield USA rispetto ai Treasury, di poco superiore ai 400 punti base, non offra un ritorno sufficiente in considerazione del rischio, il che giustifica la posizione di sottopeso.

CAUTELA SUI BOND GIAPPONESI, PREFERENZA A FRANCO SVIZZERO


Cautela anche sulle obbligazioni giapponesi, la politica ultra-accomodante della Banca Centrale è giudicata insostenibile e destinata a cambiare entro fine anno, per cui Pictet AM mantiene il sottopeso sui titoli di Stato giapponesi. Nei mercati valutari la casa ha liquidato la posizione ribassista sulla sterlina, tornando a neutrale, continua a dare preferenza al franco svizzero, e mantiene un sovrappeso strategico sull'oro che, sebbene non a buon mercato, dovrebbe beneficiare del picco dei tassi reali. Nei paesi sviluppati il rialzo dei rendimenti è stato acuito dalla prospettiva di un'inondazione di nuove obbligazioni: il deficit di bilancio USA si attesta all'8% del PIL, mentre il costo del debito esistente già erode il 14% delle entrate fiscali, e tendenze simili si sono verificate anche in Francia, Germania, Regno Unito e persino in Giappone.

L’IMPATTO DEL DOLLARO FORTE


Pictet AM sottolinea che l’attributo principale sui mercati valutari è stato ancora la forza del dollaro, con un rally particolarmente pronunciato nei confronti di sterlina, euro e yen, su cui ha toccato i massimi in un anno chiudendo a 150 yen, livello psicologicamente importante. Il dollaro forte ha pesato anche sulle obbligazioni in valuta locale dei Mercati Emergenti, che hanno perso il 3,4%, in un quadro reso ancora più complesso dai dati contrastanti provenienti dalla Cina e dai problemi causati dall'inflazione in Turchia, dove la banca centrale ha alzato i tassi al 30%.
Share:
Trending