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Investimenti e sostenibilità

LGIM rivela le molteplici opportunità nelle commodity legate alla transizione energetica

La transizione energetica amplierà lo spettro della domanda di molte materie prime: Aanand Venkatramanan (LGIM) approfondisce i segmenti che presentano le migliori prospettive di crescita

di Leo Campagna 6 Giugno 2023 20:00
financialounge -  Aanand Venkatramanan ESG LGIM mercati transizione energetica

Per raggiungere gli obiettivi internazionali di mantenere l’innalzamento medio delle temperature entro gli 1,5°C previsto dall’Accordo di Parigi, è indispensabile una transizione verso l’impiego di sempre più fonti rinnovabili per la produzione di energia, abbandonando progressivamente i combustibili fossili.

NUOVE MATERIE PRIME CHIAMATE A SOPPIANTARE IL PETROLIO


“A partire dagli anni 50 del secolo scorso, il petrolio ha sostituito il carbone: ora tocca alla transizione energetica, che richiederà nuove materie prime chiamate a soppiantare il petrolio. E’ molto improbabile che il sistema energetico del futuro faccia affidamento su un’unica commodity, ma più verosimilmente su una moltitudine di queste, che possono essere raggruppate in tre macroaree” fa sapere Aanand Venkatramanan, Head of ETFs di Legal & General Investment Management (LGIM).

TRE MACROAREE


Le tre macroaree a cui fa riferimento il manager sono metalli e minerali, combustibili transitori e certificazioni energetiche. “Per esempio, l’acciaio è impiegato per costruire le turbine per l’energia eolica, mentre il litio è funzionale alla produzione delle batterie dei veicoli elettrici. I combustibili transitori, invece, sono quelli che permetteranno di soddisfare la domanda di energia mentre la transizione è ancora in atto, senza andare a impattare eccessivamente sull’ambiente. Tra questi, il gas naturale, che è ammesso nel mix energetico per mantenere l’innalzamento delle temperature sotto i 2°C, ma non sotto gli 1,5°C” spiega Venkatramanan.

QUANTIFICARE E CERTIFICARE LE EMISSIONI DELLE IMPRESE


Infine sarà cruciale un approccio normativo condiviso, tramite il quale quantificare e certificare le emissioni delle imprese e i premi economici per gli sforzi delle società impegnate nel raggiungimento degli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico. La domanda di numerosi metalli e minerali si modificherà in modo significativo, ampliando le richieste non soltanto di commodity che già oggi vengono ampiamente utilizzate, come il rame (largamente diffuso nelle reti energetiche), ma anche molte altre.

ALLUMINIO, PIOMBO, LITIO, ORO, PLATINO E ARGENTO


L’alluminio è impiegato in grandi quantità nelle turbine eoliche e nei pannelli fotovoltaici mentre il cobalto risulta essenziale per le alte prestazioni delle batterie dei veicoli elettrici. L’uso del piombo è cruciale per gli accumulatori che devono immagazzinare grandi quantità di energia, essenziali per soddisfare i picchi della domanda mentre il litio è la componente principale delle batterie dei veicoli elettrici. Anche i metalli preziosi beneficeranno di una domanda aggiuntiva. Perché l’oro è usato nella produzione di celle a combustibile, elettrolizzatori e pannelli solari, il platino è essenziale come catalizzatore di celle a combustibile e elettrolizzatori, e l’argento ha un largo impiego nelle batterie e nel solare.

NICHEL, ACCIAIO, STAGNO E ZINCO


Senza trascurare poi il nichel (riciclabile e difficilmente usurabile, è impiegato nelle turbine, nelle batterie e nelle componenti per l’energia idroelettrica), l’acciaio (usato per turbine e griglie di distribuzione), stagno (utilizzato prevalentemente per la produzione di batterie e componenti elettroniche) e zinco (per prevenire la ruggine e allungare il ciclo vitale delle batterie collegate alle turbine eoliche e per la componentistica dei pannelli solari).

DUE SOLUZIONI PER GLI INVESTITORI


Per chi intende investire nei metalli e nei minerali essenziali per la transizione energetica esistono sostanzialmente due modalità: quella diretta, ovvero attraverso i future sulle commodity; o quella indiretta, creandosi una posizione verso le società di mining. “Quest’ultima comporta l’acquisto di azioni di società che estraggono e/o trasformano una o più delle commodity citate. Una soluzione che espone anche a un rischio specifico per le singole realtà aziendali, che può avere effetti sia positivi che negativi sul prezzo di un’azione” specifica l’Head of ETFs di LGIM.

L’INVESTIMENTO DIRETTO SUL MERCATO DELLE COMMODITY


Nel caso invece di chi opta per la soluzione ‘diretta’ sul mercato delle commodity, i future permettono di tracciare in modo più preciso il loro prezzo, ma al contempo escludono l’investitore da quei guadagni derivanti da tutti quegli aspetti specifici delle singole aziende del settore.
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