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Le scommesse sul mercato

La speculazione costretta alla ritirata sulle banche e anche sui Btp

Navigare questi mercati è difficile, per i veterani degli hedge fund e per i singoli investitori, le scommesse a breve al ribasso e al rialzo non pagano. Meglio affidarsi a mani esperte guardando sempre al lungo termine

di Virgilio Chelli 2 Maggio 2023 08:06
financialounge -  azioni Bulletin hedge fund mercati speculazione

Non sono mercati facili da navigare da tre anni a questa parte. L’ultima occasione servita su un piatto d’argento agli investitori dotati di nervi abbastanza saldi e visione strategica risale a febbraio-marzo del 2020, quando lo shock da Covid paralizzò da un giorno all’altro l’attività economica globale e spedì in picchiata tutti i principali indici azionari. Fu un’occasione ghiotta di comprare a sconto del 30-40% che avrebbe ricompensato nel giro di meno di un anno chi aveva saputo coglierla. Da allora le cose sono diventate molto più difficili, e le scottature anche molto brucianti non sono mancate sia per i ribassisti, sia per chi si è lasciato trascinare troppo dall’euforia del momento, come nella seconda metà del 2021. Anche per gli shortisti professionali, come gli hedge fund speculativi, non è stato un gioco da ragazzi. Dopo i 2,7 miliardi di dollari incassati a marzo 2023 puntando al ribasso sui bancari dopo la crisi delle banche USA hanno lasciato sul terreno 1 miliardo ad aprile, quando si sono dovuti ricoprire a prezzi più alti di quelli a cui avevano venduto allo scoperto, secondo i calcoli di Reuters.

SEMBRAVA UNA ‘FACILE’ SCOMMESSA


Anche mettersi al ribasso sui BTP italiani dopo la caduta del governo di Mario Draghi e l’arrivo di quello di Giorgia Meloni, che avrebbe potuto replicare le disinvolture euroscettiche dell’esecutivo giallo-verde della primavera-estate del 2018, poteva sembrare un gioco facile. Ma l’edizione online del Financial Times di sabato 29 aprile ha rivelato che gli hedge fund che si erano lanciati nella ‘facile’ scommessa contro i bond governativi italiani sono stati costretti a smontare le posizioni per ricoprirsi limitando i costi, come mostra il grafico qui sotto.

SCOMMESSE AL RIBASSO CONTRO I TITOLI DI STATO ITALIANI (MILIARDI DI DOLLARI)




LO SPREAD È RIMASTO SOTTO I LIVELLI DI GUARDIA


La spiegazione la fornisce una ‘fonte Ue’ allo stesso autorevole quotidiano londinese: gli hedge fund ribassisti hanno dovuto gettare la spugna dopo il crollo del prezzo del gas e le turbolenze politiche inferiori al previsto, per l’approccio ‘costruttivo’ di Roma in materia di politica di bilancio. In un solo mese il controvalore dei titoli di Stato italiani presi in prestito per poterli poi vendere, scommettendo su un ribasso dei prezzi e uno strappo al rialzo dei rendimenti, è sceso del 40%, secondo i dati di S&P Global Market Intelligence, dopo aver toccato un picco di 46 miliardi di euro a novembre. L’indice di BofA che misura il ritorno totale dei titoli di debito italiani con scadenza a oltre 3 anni da inizio 2023 ha segnato un progresso del 3,4%. Nello stesso periodo anche lo spread con il Bund tedesco si è mosso in un range tra 1,2 e 2 punti percentuali, contro un picco di 2,5 lo scorso autunno.

ANCHE CAVALCARE I RALLY PUÒ ESSERE CONTROPRODUCENTE


Ma, sul lato opposto, anche chi ha provato a prendere in corsa il treno dei tanti rally azionari che si sono succeduti dal 2021, per poi rivelarsi ingannevoli, non ha avuto vita facile. Qui non stiamo parlando di navigati speculatori come gli hedge fund, ma degli investitori individuali. In USA da tre anni a questa parte stanno comprando azioni a livelli record, sia investendo direttamente su singoli titoli che su Etf. Nel solo primo trimestre di ciascun anno dal 2021 ne hanno acquistati 80 miliardi di dollari, circa 5 volte il livello registrato tra il 2017 e il 2019, secondo i dati di Vanda Research ripresi dal WSJ.

ACQUISTI TRIMESTRALI DI AZIONI DA PARTE DI INVESTITORI INDIVIDUALI USA




INTENZIONI IN CONTRASTO CON I SONDAGGI


Nelle ultime settimane l’attività sta rallentando, ma si mantiene molto elevata. Il trend è in apparente contraddizione con quanto dichiarano gli stessi investitori individuali quando sono interpellati dai sondaggi dell’American Association of Individual Investors, che continua a registrare un sentiment ‘Orso’ a livelli record, sia con la performance di portafoglio. In media, i conti di questi investitori detenuti con i rispettivi broker sono infatti in rosso del 27% rispetto al picco toccato a novembre del 2021.

RISPRAMI AFFIDATI A MANI ESPERTE


In pratica sembra quasi che questi investitori individuali si dichiarino pessimisti sulle azioni ma allo stesso tempo cerchino di entrare sui minimi, replicando il comportamento di inizio 2020, ma facciano poi fatica a uscire in tempo per portare a casa il profit. Una miscela abbastanza pericolosa di comportamenti emozionali, a cui social media e piattaforme di trading fanno da amplificatori, sia al rialzo che al ribasso. La buona notizia è che gli investitori individuali usano solo una quota marginale del proprio portafoglio per cercare di anticipare il mercato a breve, e per il grosso continuano a guardare al lungo termine affidandosi ai programmi di accumulo 401(k), gran parte dei quali sono gestiti da fondi di grandi case, che anche nell’ultimo difficile anno hanno mantenuto la media di un ritorno medio del 14%, secondo uno studio di Fidelity Investments.

BOTTOM LINE


I mercati restano difficili da ‘leggere’ con le economie senza direzione, le banche centrali costrette a scegliere tra lotta all’inflazione e supporto alla crescita. L’investitore deve stare alla larga dalle scommesse di breve termine, che lasciano scottati anche gli hedge fund più collaudati, e affidarsi a mani esperte. Nel lungo termine le azioni non tradiscono, a condizione che non ci si faccia del male da soli.
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