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Perché Wellington Management predilige un approccio tematico nell’azionario emergente

Secondo Dáire Dunne (Wellington Management) un approccio tematico, proprio perché basato su trend strutturali, offre accesso a potenziali opportunità di investimento interessanti nell’azionario emergente

di Leo Campagna 19 Aprile 2023 09:42
financialounge -  Dáire Dunne mercati mercati emergenti wellington management

Nelle ultime settimane i mercati emergenti, tra i più penalizzati nel 2022, hanno iniziato a mostrare segnali di distensione. Un trend incoraggiante per Dáire Dunne, CFA, Portfolio Manager di Wellington Management, sempre più ottimista circa le potenziali opportunità offerte da selezionate tematiche legate alle azioni dei mercati emergenti. “Un approccio tematico è basato su trend strutturali e offre accesso a potenziali opportunità di investimento interessanti nell’azionario emergente. Concentrandosi sui temi anziché su singole società o settori, di norma più esposti ai capricci del ciclo economico, è possibile allestire portafogli più resilienti e con maggiore appeal nell’incerto contesto macroeconomico odierno” fa sapere Dunne, secondo il quale i fattori di supporto a questa tesi sono molteplici.

COSA RIVELANO GLI INDICATORI ECONOMICI ANTICIPATORI


Per esempio, il differenziale di crescita del PIL tra Paesi emergenti e Paesi sviluppati, che all’inizio dello scorso anno ha raggiunto il minimo ventennale, è ora in ripresa grazie, in gran parte, alla riapertura della Cina dopo l’allentamento della politica zero-COVID di Pechino e l’adozione di misure di sostegno mirate, e il miglioramento delle prospettive di crescita dell’India. Un altro fattore di supporto è la diminuzione delle pressioni inflazionistiche. Grazie agli interventi delle banche centrali che hanno iniziato a inasprire i tassi 12 mesi prima, il carovita complessivo è risultato pari alla metà di quello osservato nelle economie avanzate.

RAPPORTO P/E ATTRAENTE


Inoltre, se è vero che le revisioni degli utili aziendali nelle aree emergenti sono e resteranno per lo più negative nel breve periodo, considerando gli utili rettificati per il ciclo, al momento l’azionario emergente scambia a un rapporto prezzo / utili (p/e) pari a circa la metà di quello dei mercati avanzati, anche se emerge una dispersione a livello di valutazioni.

DIMINUZIONE DELLE PRESSIONI LEGATE AL DOLLARO USA


Altro aspetto favorevole ai mercati emergenti è la diminuzione delle pressioni legate al dollaro USA. Il biglietto verde dopo aver toccato un massimo ventennale nel 2022, sembra ora perdere slancio sulla scia del rallentamento dell’inflazione USA, della possibilità di incrementi più modesti dei tassi statunitensi e delle attese di una crescita economica americana più fiacca. Alla luce delle dinamiche di questi fattori di supporto Dunne concentra la ricerca su tre aree che possono presentare delle opportunità: inclusione sociale, ‘Net zero’ e nazionalismo economico.

INCLUSIONE SOCIALE


Il balzo dell’inflazione ha accelerato l’inversione di tendenza che vedeva diminuire da 30 anni i salari. “Si dovrebbero registrare una estesa ridistribuzione della ricchezza, imposte sul reddito più proporzionali, un incremento della spesa sociale, maggiori investimenti nei servizi di base e una regolamentazione più solida in determinati settori. Tali cambiamenti sosterranno le aziende che agevolano e beneficiano di tale transizione” specifica il manager di Wellington Management, secondo il quale i possibili temi che beneficeranno di questo trend comprendono l’inclusione finanziaria, la fornitura di assistenza sanitaria ed emancipazione sociale.

NET ZERO


Per quanto l’area delle opportunità legate al ‘Net zero’, c’è da notare come, negli ultimi 12 mesi, i costi dell'azzeramento delle emissioni nette siano cresciuti per effetto dell’incremento dell'inflazione, dei tassi di interesse e del costo degli investimenti aziendali. In parallelo, tuttavia, è aumentata anche l'urgenza, per motivi di sicurezza nazionale, di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Le coscienza ambientale ed efficienza energetica potrebbero essere i possibili temi che beneficeranno di questo trend.

NAZIONALISMO ECONOMICO


Infine, Dunne ipotizza variazioni nei driver strutturali post-guerra fredda: deglobalizzazione, concorrenza fra super potenze e politiche orientate a una maggiore sicurezza nazionale. “Potemmo trovarci alle soglie di un nuovo “super ciclo di investimenti in conto capitale” focalizzati sulla diversificazione delle filiere, sulla sicurezza alimentare, idrica ed energetica e sui settori strategici come biotecnologie, IA e difesa. Possibili temi che beneficeranno di questo trend? Automazione, robotica, smart data e infrastrutture digitali” conclude il Portfolio Manager di Wellington Management.
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