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Pictet: "Buon momento per i mercati emergenti grazie al rallentamento del dollaro"

Secondo Mary-Therese Barton e Alain Nsiona Defise (Pictet Asset Management) un ridimensionamento del biglietto verde può portare a rivalutare il debito emergente, sia sovrano sia societario

di Redazione 10 Aprile 2023 10:00
financialounge -  Alain Nsiona Defise dollaro Mary-Therese Barton mercati emergenti Pictet Asset Management

Il debito emergente (sia sovrano sia societario) sta per dare il via a un rialzo che potrebbe durare per i prossimi anni, beneficiando del possibile rallentamento del dollaro dopo un rialzo senza sosta di 15 anni. Secondo Mary-Therese Barton, head of Emerging market fixed income, e Alain Nsiona Defise, head of Emerging corporates di Pictet Asset Management l’andamento del dollaro Usa ha cambiato direzione, complici anche gli shock dati dallo scoppio della guerra in Ucraina, gli anni di disinflazione e la politica monetaria distorta.

IL RALLENTAMENTO DEL DOLLARO


Il ridimensionamento del ruolo del dollaro permette ad altri fattori di fare da traino al reddito fisso dei mercati emergenti, scrivono gli economisti di Pictet Asset Management. Una spinta dovrebbe arrivare dalla brusca inversione di marcia della Cina in tema di politica anti-Covid, ovvero dall’abolizione dei draconiani lockdown in favore di una riapertura completa della sua economia. C’è, inoltre, da considerare la gestione ottimale dell’inflazione da parte delle economie dei mercati emergenti. Le Banche centrali di questi Paesi hanno agito in anticipo e con decisione per contenere le pressioni inflazionistiche, lasciando le economie in via di sviluppo ben posizionate per superare in misura significativa le controparti sviluppate.

APPREZZAMENTO DELLE VALUTE LOCALI


Tutti questi fattori sono collegati a quella che è, probabilmente, la fonte più importante di performance del reddito fisso dei mercati emergenti: il cambio valutario. L’apprezzamento delle valute locali genera un circolo virtuoso che si traduce in rendimento per il reddito fisso. In linea generale, un dollaro debole implica una forza relativa degli asset non statunitensi, mentre un dollaro forte implica un rafforzamento degli asset Usa.

I FATTORI DI RIALZO DEL DOLLARO


Mary-Therese Barton e Alain Nsiona Defise evidenziano che, a partire dalla crisi finanziaria globale del 2008-2009, il dollaro è salito incessantemente, in particolare rispetto alle valute dei mercati emergenti. Rispetto a un paniere di valute, tra giugno 2008 e novembre 2022 il dollaro si era apprezzato di quasi il 50% su base ponderata per gli scambi. Il risultato è stato un biglietto verde sopravvalutato di oltre il 10% e valute dei mercati emergenti sottovalutate di oltre il 20%. La forza del dollaro è stata più o meno universale ed è salito rispetto a quasi tutte le valute. Un’inversione o anche solo un andamento laterale del dollaro dovrebbe sostenere gli asset dei mercati emergenti.

MOMENTO BUONO PER I MERCATI EMERGENTI


Per le economie emergenti, tutti questi anni di dollaro forte hanno avuto ripercussioni di vasta portata, la maggior parte delle quali si è dispiegata sui mercati valutari. Mentre gli investitori globali si concentravano sugli asset statunitensi, diminuivano gli investimenti esteri diretti nei Paesi in via di sviluppo. Allo stesso tempo, il rincaro del dollaro faceva salire i costi del debito e gli oneri da interessi per i governi e le aziende dei mercati emergenti che richiedevano prestiti nella valuta statunitense. Da ultimo, un dollaro forte contribuisce anche alle pressioni inflazionistiche nei mercati emergenti: le importazioni prezzate in dollari alimentano il rincaro dei prezzi al consumo. Tutto questo costringe le Banche centrali a inasprire la politica monetaria per limitare la svalutazione della moneta ricorrendo ad aumenti dei tassi di interesse o intervenendo sui mercati valutari, cosa che prosciuga le riserve di valuta estera. Ciò non solo aumenta il costo del debito interno, ma erode anche le riserve sovrane.

IL CICLO SI INVERTE


Le obbligazioni dei mercati emergenti dovrebbero dare il meglio, sottolinea Pictet Asset Management, con la progressiva perdita d’importanza dell’eccezionalismo statunitense e con l’inizio dell’inversione del ciclo secolare del dollaro. L’aumento del valore delle rispettive valute nazionali riduce l’onere relativo del finanziamento di quel debito e riduce i coefficienti di indebitamento, sia in termini di Pil sia per le aziende in termini di capitalizzazione di mercato. È probabile che questo ciclo sarà ulteriormente rafforzato da una ripresa della spesa in conto capitale globale.

IMPORTANTE IL TIMING


È importante sfruttare il timing, anche se i cicli dei mercati emergenti durano a lungo. “Chi riuscirà a cogliere per tempo questo cambiamento epocale - scrivono gli economisti di Pictet AM - ne trarrà probabilmente i maggiori benefici. Tuttavia, gli investitori non dovrebbero lanciarsi sul mercato per la mera paura di restarne fuori (la cosiddetta fear of missing out); possono invece iniziare gradualmente e costruire le loro posizioni nel tempo. In ogni caso, non devono dimenticare che ci saranno correzioni lungo la via né tantomeno ignorare i rischi idiosincratici. La dispersione in questi mercati offre ai gestori attivi l’opportunità di approfittare di cicli più brevi, beneficiando al contempo di potenti trend strutturali, come quelli che abbiamo delineato. È essenziale investire basandosi su un solido processo analitico, che faciliti un’approfondita valutazione top-down dei fondamentali macroeconomici e bottom-up di quelli idiosincratici”.
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