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Sunday View

Fed e tassi, il nuovo potere delle banche centrali

Le Borse di tutto il mondo arrivano da un paio di settimane altalenanti, mentre le banche centrali avevano già preventivato altri aumenti di tassi. Gli osservatori si erano divisi tra chi prevedeva un passo indietro e chi scommetteva sulla linea dritta. Hanno vinto quest’ultimi

di Lorenzo Cleopazzo 26 Marzo 2023 10:00
financialounge -  banche centrali FED inflazione sunday view tassi

Nel poker imbastito dalle Borse nelle ultime settimane le Banche Centrali non hanno creduto al bluff, e anzi tirano dritto per spingere i mercati a mostrare le loro carte.

La Fed vede e rilancia, tanto lo sappiamo che Powell e Lagarde hanno in mano una scala reale. Niente a che vedere con chi si è lasciato prendere dal panico, chiedendo al mazziere di cambiargli 3 o 4 carte nella speranza di salvare capra e cavoli. Il gioco è loro.

E menomale, ché qui l’inflazione è più seria di una mano a poker.

Nel Sunday View di questa settimana abbiamo deciso di analizzare la figura della Fed e di tutte le Banche Centrali alla luce di un nome; un nome che può sembrare terrificante a prima vista, ma che in realtà è molto più positivo di quanto ci si possa aspettare.

Siete pronti? Allora buona visione.

ESSERE APPROPRIATI


I numeri raccontano di un aumento dei tassi per altri 25 punti base, con un costo del denaro che si alza tra il 4.75% e il 5%. Le previsioni per la fine del 2023 invece ci dicono che quest’ultimo valore dovrebbe scendere al 4.3% con tassi intorno al 5.1%, mentre la Fed deve ammettere che tutto il recente sconquasso peserà inevitabilmente sulla crescita negli Usa per i prossimi anni.

Forse non a caso, se a gennaio Powell dichiarava che eventuali nuovi tassi “saranno appropriati”, dopo l’annuncio dell’ultimo aumento si è ammorbidito in un “potrebbero essere appropriati”. La differenza lessicale è minima, ma quella concettuale c’è ed è evidente. Non cambia la determinazione nella lotta all’inflazione, solo il suo approccio: non più morbido, semplicemente più prudente. Perché va bene stare al gioco per un paio di mani, ma non bisogna neanche perdere il tavolo.

Però c’è un però, e Powell lo ha detto in grassetto: il sistema bancario è forte e resiliente. Anche grazie a un ente ancor più forte e resiliente come la banca centrale americana, a leggere tra le righe. Un ente che regola l’andamento delle cose, che ordina il disordine. Forse una sorta di Demiurgo?

Meglio: una sorta di Leviatano.

LEVIATANO


No, non il terrificante dragone descritto in molte mitologie o nella Bibbia. Quello era l’incarnazione del caos. A noi interessa il Leviatano con la L maiuscola, quello di cui ci parla il buon Thomas Hobbes nel libro che gli ha regalato uno spazio nella storia della filosofia.

Il nostro filosofone scrive nel XVII secolo, quando il concetto di società e individuo si stava modellando tra gli influssi dell’umanesimo passato e le prospettive dell’illuminismo in arrivo. Anche per questo il titolo del suo testo più famoso è proprio “Leviatano, o la materia, la forma e il potere di uno stato ecclesiastico e civile”. Non certo uno di quelli che ti invoglia a tirarlo giù dagli scaffali, ma scremiamo ciò che va scremato e andiamo dritti al punto: la figura del Leviatano che disegna Hobbes è quella di un sovrano che centralizzi il potere in modo da mantenere l’ordine e prevenire eventuali conflitti. Il concetto prende le mosse dall’idea che gli uomini per loro natura agiscono esclusivamente per interessi personali, e che senza un ente autorevole finirebbero in un bel patatrac.

Il Leviatano risolve la situazione, in un patto sociale in cui gli uomini accettano una figura al di sopra di loro e questo “re” garantisce ordine e stabilità per tutti.

SHOWDOWN


Le banche centrali sono un nuovo Leviatano?

A ben vedere sì. E no. Perché se da una parte è impossibile fare un calco perfetto al 100% tra un concetto di fine ‘600 e un’istituzione di quattro secoli più giovane, dall’altra c’è sempre tanto da poter prendere dalla filosofia. Tra le righe scritte da Hobbes infatti c’è una metafora molto forte che può fare al caso nostro: quella che ci racconta di un potere centrale – guarda un po’, come le Banche – che si pone il compito di mantenere il più possibile uno stato di quiete tra le persone – toh guarda, proprio come le Banche Centrali coi mercati.

Ce lo dicono Hobbes e tanti altri filosofi prima e dopo di lui che l’uomo al suo stato naturale si fa prendere dalle emozioni – per così dire –, e lo abbiamo visto anche nei giorni passati con quel panico che ha alimentato i problemi delle banche americane e non solo.

Qui stiamo parlando di un potere che raccoglie sotto il proprio ombrello anche chi si fa prendere dallo spavento, chi diffida e chi invece sa che dopo la pioggia torna sempre il sereno. Un ente che ha tutte le carte in regola per tenere le redini della situazione, più qualche asso nella manica. Certo siamo tutti umani e a volte sbagliamo la puntata o la chiamata, ma al momento dello showdown, quando il piatto chiama e i giocatori stanno al gioco, bisogna mostrare le carte e ammettere che senza un banco – anzi, senza una Banca Centrale – non ci sarebbe neanche una partita.

BONUS TRACK


Okay, Hobbes si spinge a dire che gli uomini dovrebbero cedere parte della loro libertà a questo Leviatano, e probabilmente queste parole non ci suonano particolarmente bene. Ma il nostro filofosone vive e scrive in un momento in cui le monarchie assolute non erano viste poi così male!

Quindi di nuovo: scremiamo ciò che va scremato.
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