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BNY Mellon: il collasso di Silicon Valley Bank può causare un aumento dei default societari

Gli esperti di Newton e BNY Mellon Investment Management rilevano che comunque la fine della politica monetaria ultra-accomodante ha migliorato le prospettive del mercato dei bond che si sta normalizzando

di Virgilio Chelli 17 Marzo 2023 14:55
financialounge -  BNY Mellon mercati Newton Investment Management Paul Brain Shamik Dhar Silicon Valley Bank

Il collasso di Silicon Valley Bank ha causato onde d’urto globali su mercati già alle prese con alta inflazione, strette monetarie e incertezze geopolitiche, dalla guerra in Ucraina alle tensioni tra Cina e USA. La volatilità che ne è seguita ha spinto i rendimenti dei bond del Tesoro americani in violento ribasso, il più forte dalla crisi del 2008, con gli investitori in cerca di un porto sicuro. Le autorità Usa sono arrivate in soccorso, ma i mercati restano incerti con timori di impatto più ampio sui settori bancario e tecnologico.

MODELLI DI BUSINESS CHE ORA NON STANNO PIÙ A GALLA


Secondo gli esperti di Newton e BNY Mellon Investment Management, il crack della SVB potrebbe generare un aumento dei tassi di default corporate, anche se la ritirata delle banche centrali da una politica ultra-espansiva ha migliorato le prospettive del mercato dei bond. Paul Brain, capo del fixed income di Newton Investment Management ritiene comunque che la lunga fase di bassi tassi di default possa essere esaurita, in quanto era sostenuta dal Quantitative Easing e dai tassi estremamente bassi che hanno alimentato un “cattivo sistema” con il risultato di alta inflazione e modelli di business che stavano a galla solo grazie al denaro facile, il che alla fine provocherà un’ondata di default sul mercato.

IL MERCATO SI STA ADATTANDO ALLA FINE DEL QUANTITATIVE EASING


Brain non sarebbe sorpreso se dopo quello di SVB emergessero altri casi, man mano che il mercato si adatta alla fine del Quantitative Easing e aumentano i defaults societari, in particolare tra gli emittenti di High Yield e con merito di credito più basso. Guardando avanti, l’esperto di Newton IM si aspetta una sotto-performance di questi settori durante la fase di stress finanziario e in attesa di un cambio di direzione della politica monetaria.

LE PROSPETTIVE POSSONO MIGLIORARE PER I BOND SOVRANI


Ma, nonostante queste difficoltà, Brain ritiene che le prospettive possano migliorare per il mercato dei bond sovrani mentre le economie globali si riequilibrano e gli investitori riconsiderano le opzioni a disposizione. Anche prima del caso SVB Newton IM riteneva che si fosse in presenza di un ‘ritorno dei bond’ grazie ai rendimenti più decenti offerti. E dopo un 2022 difficile si sta effettivamente assistendo a una correlazione inversa più salutare tra asset a rischio e beni rifugio.

IMPERATIVA LA SELEZIONE ACCURATA DEGLI EMITTENTI


I bond del Tesoro USA e anche altri titoli di Stato possono diventare più attraenti mentre persiste l’incertezza sul mercato, anche se resta imperativa per gli investitori una selezione accurata degli emittenti, secondo Brain. Il chief economist di BNY Mellon Investment Management, Shamik Dhar, condivide quest’analisi e spera che le scosse che accompagnano sul mercato la ritirata dal Quantitative Easing possa portare a un ambiente più solido e a valutazioni più equilibrate.

INEVITABILE QUALCHE SHOCK DA DEFAULT


Alla fine, secondo Dhar, nonostante gli sbalzi di volatilità, un mondo che offre rendimenti del 2-3% è molto più razionale per l’asset allocation di quello sperimentato dopo la crisi finanziaria globale. Commentando in particolare la crisi di SVB e il più ampio rischio di mercato, Dhar ritiene che qualche potenziale shock da default sia quasi inevitabile data la ritirata dal sostegno al mercato da parte della banca centrale.

FINITO UN LUNGO PERIODO MOLTO ANOMALO


“Abbiamo assistito”, sottolinea in conclusione Dhar, a un periodo molto inusuale durato 15–20-anni, con tassi di interesse bassissimi e accesso estremamente facile alla liquidità. Le istituzioni che hanno sviluppato i modelli di business nell’assunzione che queste condizioni sarebbero durate a tempo indeterminato rischiano ora di essere colpite da tassi e inflazione elevati e ritrovarsi in difficoltà, come stiamo iniziando a vedere”.
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