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Invesco: il dollaro forte è un ostacolo per l'oro

Il report di Invesco sul quarto trimestre 2022 dell’oro analizza le performance del prezzo del metallo prezioso e i più significativi fattori macro, compresi i tassi di interesse USA, il dollaro e i rischi economici

di Leo Campagna 4 Febbraio 2023 10:00
financialounge -  dollaro inflazione Invesco oro

Il prezzo dell’oro ha registrato un significativo aumento nel quarto trimestre 2022 superato solo da quello delle azioni dei mercati emergenti, chiudendo con una performance annuale in leggero ribasso (-0,3%). “Il dollaro USA è sceso nettamente nel quarto trimestre sulla scia dei segnali di un potenziale picco dell’inflazione che hanno consentito alla Federal Reserve statunitense di allentare i rialzi dei tassi verso la fine dell’anno. A livello di mercato ora ci si aspetta che la banca centrale sposti l’attenzione sul rallentamento dell’economia” fanno sapere gli analisti di Invesco che hanno redatto il report sul quarto trimestre 2022 dell’oro



LA FORZA DEL DOLLARO È STATA UNO DEI PRINCIPALI OSTACOLI DELL’ORO


Durante l’anno, la forza del dollaro è stata uno dei maggiori ostacoli dell’oro. Ma nell’ultimo trimestre dello scorso anno le aspettative di un’inversione di rotta della Fed nei prossimi mesi hanno provocato la caduta del biglietto verde dal picco degli ultimi 20 anni. “Questa è stata questa la ragione principale della robusta performance dell’oro nel trimestre” spiegano gli esperti di Invesco.

L’INDICE USD (DXY)


L’indice USD (DXY) che esprime il valore della divisa statunitense in relazione a un paniere di valute straniere, ha registrato una flessione del 7,6% nel quarto trimestre del 2022. “La forza del biglietto verde si è indebolita dal momento che il rialzo dei tassi previsto nei principali Paesi nel 2023 vede gli Stati Uniti all’ultimo posto. Se la previsione della Fed di tassi al di sopra del 5% alla fine del 2023 dovesse risultare corretta, assisteremmo a dei vantaggi per il dollaro e a degli svantaggi per l’oro” riferiscono i manager di Invesco.

SOLIDITÀ RELATIVA DEL PREZZO DELL’ORO


La tendenza al rialzo dell’oro nel quarto trimestre 2022 ha significato un supporto per il metallo a 1.725 dollari, in quanto la media mobile a 50 giorni ha incrociato la media mobile a 100 giorni. Una tendenza positiva che ha propiziato un allungo dei prezzi dell’oro da inizio 2023 del 6% in dollari e di circa tre punti percentuali e mezzo in euro (dati MoneyMate al 2/2/2023). Tornando ai tre mesi tra ottobre e dicembre 2022, il tasso dei Fed fund è stato ulteriormente aumentato dalla banca centrale che ha proseguito la sua battaglia contro l’inflazione elevata.

PREZZO DELL’ORO E TASSI D’INTERESSE STATUNITENSI


“Nonostante una crescita dell’1,25% del tasso di riferimento, l’oro ha registrato rialzi nel corso del trimestre, mentre gli investitori aspettavano il raggiungimento del tasso massimo della Fed. Il dot plot, il grafico a puntini sui tassi USA previsti dalla banca centrale, di dicembre ha fornito un argomento di discussione con i mercati che non condividono il percorso previsto dalla Fed con tassi superiori al 5% alla fine del 2023” sottolineano gli analisti di Invesco secondo i quali la banca centrale USA deve mostrare il suo impegno nella lotta all’inflazione, ma tattiche discutibili potrebbero garantire dei vantaggi per l’oro.

PREZZO DELL’ORO E RISCHI ECONOMICI


Infine da segnalare come, sia diminuita in modo significativo alla fine dell’anno, l’incertezza della politica economica statunitense, causando una disconnessione dal prezzo dell’oro più elevato. “Di recente l’incertezza economica è aumentata leggermente, senza però influenzare il prezzo dell’oro. Quest’anno, a subire uno shock potrebbe essere la politica monetaria, ma vi sono altre possibili situazioni che potrebbero portare gli Stati Uniti a una recessione e al rischio politico. Qualsiasi shock di questo tipo potrebbe comportare la riconnessione delle due variabili” concludono gli esperti di Invesco.
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