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Inflazione e tassi d'interesse

Schroders: Bce e Fed potranno continuare ad alzare i tassi d'interesse ancora per molto?

George Brown e Azad Zangana di Schroders analizzano le ultime mosse delle banche centrali e gli impatti sulle economie

di Antonio Cardarelli 3 Febbraio 2023 16:51
financialounge -  Azad Zangana banche centrali BCE Federal Reserve George Brown mercati Schroders

Giovedì la Bce, come ampiamente previsto, ha aumentato i tassi d'interesse di altri 50 punti base e ha già annunciato un rialzo della stessa entità nella riunione di marzo. La Banca centrale europea, quindi, si è aggiunta a Federal Reserve e Banca d'Inghilterra, che nelle precedenti 24 ore avevano aumentato a loro volta i tassi d'interesse.

PER LA FED POSSIBILE PAUSA


Gli esperti di Schroders hanno analizzato le mosse delle principali banche centrali. George Brown, Economist di Schroders, sottolinea come il recente rialzo di 25 punti da parte della Fed sia stato moderato rispetto ai recenti rialzi da 50 e 75 punti, ma il comitato ha in programma un ulteriore inasprimento e lo stesso Powell, in conferenza, ha dichiarato che la Fed "ha una lunga strada da percorrere". In base all'ultimo dot plot, che vede un tasso finale 2023 sopra il 5%, la Fed dovrebbe aumentare di altri 50 punti nei prossimi mesi. Ma secondo Brown ci sono alcune buone ragioni che, invece, fanno credere che quello di questa settimana possa essere l'ultimo rialzo della Fed nel 2023.

SFUMATURE DA COLOMBA PER POWELL


La prima è che l'attività economica comincia ad attenuarsi e i rialzi dei tassi si fanno sentire e, come sottolinea Brown, le misure previsionali, come il leading indicator del Conference Board, sono in rosso. La seconda riguarda l'andamento dell'inflazione che, spiega l'esperto di Schroders, si è moderata in modo convincente e dovrebbe continuare a farlo. Brown sottolinea le "sfumature da colomba" del discorso di Powell, che oltre a riconoscere che c'è un processo disinfazionistico in corso, ha inoltre espresso un parere ottimistico sull'economia, affermando di poter intravedere un percorso di riduzione dell'inflazione senza un declino economico davvero significativo. Uno scenario che, secondo Schroders, ha una bassa probabilità di verificarsi: "Per questo motivo, manteniamo la nostra opinione secondo cui l'economia statunitense si deteriorerà ulteriormente e finirà in recessione nel 2023. Ci aspettiamo che la Fed passi al taglio dei tassi più avanti nel corso dell'anno, spostando l'attenzione sul sostegno alla crescita".

BCE, POCHI RISCHI DI UNA SPIRALE INFLAZIONISTA DAI SALARI


Come la Fed, anche Bce e Banca d'Inghilterra sono al lavoro per contrastare l'inflazione. "Il calo del prezzo del gas naturale in Europa è stato citato in entrambe le dichiarazioni, in quanto ha contribuito in larga misura all'aumento dei tassi d'inflazione nell'ultimo anno", spiega Azad Zangana, Senior European Economist and Strategist di Schroders. L'IPC nominale è generalmente sceso rispetto ai recenti picchi, in linea con le previsioni ufficiali ma, sottolinea l'esperto, per entrambe le economie è previsto un indebolimento nei prossimi mesi. Al momento il mercato del lavoro rimane abbastanza fermo e Zangana vede i rischi di una spirale inflazionistica salariale in calo.

DA MARZO POSSIBILITÀ DI TASSI FERMI


L'esperto di Schroders ritiene "insolita" la scelta della Bce di annunciare in maniera così chiara il prossimo rialzo da 50 punti, affermando allo stesso tempo che da marzo valuterà il successivo percorso della sua politica monetaria. "Anche se Lagarde non ha assunto alcun impegno da marzo in poi, la nostra aspettativa, insieme a quella del mercato, è che i tassi d'interesse verranno tenuti fermi da quel momento in poi. Ciò è stato supportato dal commento di Lagarde secondo cui i rischi per l’inflazione sono ora più equilibrati", commenta Zangana. Inoltre, l'esperto commenta anche il "piccolo" quantitative tightening annunciato dalla Bce, che consentirà a 15 miliardi di euro di bond di giungere a scadenza nei mesi di marzo, aprile e giugno di quest'anno. "Si tratta di una cifra molto ridotta rispetto alle dimensioni del bilancio della BCE, ma è comunque un primo passo significativo per testare le acque e capire come reagiranno i mercati obbligazionari europei. In caso di successo, ci si aspetta che ne seguano altri", conclude Zangana.
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