Listini in rosso

L’inflazione più alta del previsto negli Stati Uniti spaventa le Borse globali

Wall Street apre in deciso calo, dopo il dato sull’inflazione che ha raggiunto i massimi da agosto 1982. Si rafforza il dollaro sull’euro. Gli investitori considerano più probabile un nuovo aumento dei tassi di interesse della Fed

di Fabrizio Arnhold 13 Ottobre 2022 16:00
financialounge -  FED inflazione mercati USA Wall Street

Il dato sull’inflazione negli Stati Uniti manda in rosso le Borse. A settembre i prezzi al consumo (Cpi) sono aumentati dell’8,2% in un anno, più dell’8,1% delle attese, restando vicino ai massimi degli ultimi 40 anni. Wall Street apre in deciso calo, con l’indice Dow Jones a -1,59%, lo S&P 500 a -2,08% e il Nasdaq a -2,85%. In negativo anche l’Europa, con Piazza Affari che viaggia a -1,20%.

INFLAZIONE RECORD DAL 1982


Il dato “core”, ossia quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto in un mese dello 0,6%, contro attese per un +0,4% e del 6,6% in un anno, con le attese che erano per un +6,5%. I livelli sono ai massimi da agosto 1982. Il mercato ora teme un nuovo aumento dei tassi da parte della Fed.

ULTERIORE STRETTA IN ARRIVO?


I future sui Fed Funds (che indicano le possibilità che il mercato attribuisce a una mossa di politica monetaria), attribuiscono un 97,8% di possibilità a un rialzo dei tassi di 75 punti base al 3,75%-4% alla prossima riunione. Ieri la percentuale era più bassa, all’84,5%. Sarebbe il quarto rialzo di fila da 75 punti. Meno probabile un aumento di 1 punto percentuale (2,2% di possibilità).

SI RAFFORZA IL DOLLARO


Dopo il dato sull’inflazione si è rafforzato il dollaro, con l’euro che cala dello 0,45%, a 0,9659 dollari. In calo anche il petrolio, sui timori di una recessione, con il Wti che al Nymex scende dell’1,34% a 86,10 dollari al barile.
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