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La giornata dei mercati

Brutto fine di settimana per le Borse con Wall Street impattata da dato USA

Nasdaq in forte calo colpito dal dato più forte delle attese sul lavoro USA, pesanti anche Dow e S&P 500, mentre le Borse europee limitano un po’ le perdite, corrono dollaro e rendimenti del Treasury a 10 anni

di Virgilio Chelli Aggiornato al 07/10/2022 17:00
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07/10/2022 17:00


La settimana era iniziata in rally dell’azionario, alimentato da speranze che la recessione in arrivo ammorbidisse le banche centrali, e finisce con Wall Street e in misura minore l’Europa impattate da un dato sul lavoro USA a settembre più forte delle attese in tutte le sue componenti, numero di nuovi posti creati, aumento dei salari e tasso di disoccupazione. L’impatto è stato più forte sul Nasdaq, particolarmente sensibile al fattore tassi, ma ben superiore al punto percentuale sia su S&P 500 che su Dow Jones. In Europa nel finale le perdite sono più limitate in generale, con Milano sostanzialmente in linea a Parigi e Francoforte, costretta a cedere quota 21.000 punti del FTSE Mib.

I dati usciti nel corso della giornata borsistica restituiscono il quadro di un’economia USA forte se non in surriscaldamento, con il dollaro che si rafforza e i rendimenti dei Treasury a 10 anni che salgono, e di un’Europa alle prese con segnali di recessione in arrivo su tutti i fronti. Dopo i dati negativi di ieri su vendite al dettaglio, costruzioni e ordini all’industria in Germania, si sono aggiunti oggi una produzione industriale in calo, sempre in Germania, e vendite al dettaglio che arretrano in Italia. Dopo il dato di oggi, restano pochi dubbi su un imminente trasformazione in colomba della Fed, mentre per la BCE il contrasto tra inflazione tenace e recessione in arrivo si fa più forte.

NeI dettaglio, i dati sull’occupazione USA a settembre sono usciti sopra le attese con 263.000 nuovi posti creati contro un’attesa di 255.000, la retribuzione oraria media a +5% in linea con le attese, mentre il tasso di partecipazione al lavoro è uscito in lieve calo al 62,3 e il tasso di disoccupazione al 3,5%, in netto calo, rispetto a previsioni che puntavano al 3,7%. Numeri che hanno spaventato gli investitori, soprattutto sul Nasdaq, perché affondano le speranze del famoso ‘pivot’ della Fed, vale a dire un ammorbidimento della stretta monetaria, che aveva sostenuto i mercati a inizio settimana

07/10/2022 15:00


I dati sull'occupazione USA a settembre sono usciti sopra le attese con 263.000 nuovi posti creati contro un’attesa di 255.000, la retribuzione oraria media a +5% in linea con le attese, mentre il tasso di partecipazione al lavoro è uscito in lieve calo al 62,3 e il tasso di disoccupazione al 3,5%, in netto calo, rispetto a previsioni che puntavano al 3,7%. Nell’immediato i numeri hanno spaventato gli investitori, soprattutto sul Nasdaq, con i futures che nei minuti successivi sono andati giù di oltre l’1,5%, mentre quelli su Dow Jones e S&P 500 hanno contenuto i cali immediati intorno al mezzo punto percentuale.

Gli indici azionari europei non hanno subito contraccolpi particolari e subito dopo i dati hanno ritoccato di qualcosa le perdite contenute che già accusavano in mattinata. Sul Forex il dollaro si è mosso in rialzo rispetto alle principali valute, mentre il petrolio ha arrotondato i rialzi della mattinata. Ora l’attenzione di mercati e investitori si focalizza sulla lettura dei dati da parte della Fed. Indubbiamente la cura di alti tassi di interesse fa fatica a trasmettersi all’economia reale, almeno per quanto riguarda occupazione e mercato del lavoro. Ma già ieri ben prima del dato alcuni esponenti della banca centrale avevano espresso orientamenti da falco.

07/10/2022 11:30


Le azioni europee scambiano poco mosse con lievi pressioni al ribasso, con il fiato sospeso insieme ai futures di Wall Street, in attesa del magic number sull’occupazione americana che esce un’ora prima dell’inizio delle contrattazioni a New York. Intanto si aggiungono nuovi segnali di frenata economica in Europa, con la produzione industriale tedesca in contrazione ad agosto e le vendite al dettaglio italiane in calo nello stesso mese. Arrivano anche segni di rallentamento dell’inflazione globale, con l’indice dei prezzi alimentari della FAO in calo per il sesto mese consecutivo a settembre. Il petrolio resta però saldo su livelli elevati.

Il tutto traccia un quadro macro di economie che arretrano e in Europa puntano alla recessione e di tensioni inflazionistiche che si allentano. Se si aggiungesse un dato importante di frenata anche del mercato del lavoro americano, potrebbe emergere un mosaico favorevole a un parziale ripensamento della Fed che potrebbe decidere di essere meno aggressiva. Ma potrebbe anche convincere Powell e colleghi che stanno dosando la medicina giusta e che non è certo il momento di interrompere la cura.

Per quanto riguarda nel dettaglio il dato USA di oggi, le attese del mercato puntano alla creazione di 250.000 nuovi posti di lavoro a settembre, che rappresenterebbe l’incremento più contenuto da dicembre 2020 e si collocherebbe sotto la media di 438.000 nei primi otto mesi di quest’anno. Un dato simile, secondo gli analisti, mostrerebbe che la cura di alti tassi di interesse sta iniziando ad avere effetto sull’economia. Ma sarebbe comunque la fotografia di un mercato del lavoro molto robusto, se si pensa che nel decennio pre-pandemia la media di nuovi posti creati è stata di 167.000 al mese, mentre la crescita dei salari resterebbe sopra il 5%, sempre secondo le attese di mercato.
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