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Nel decreto Aiuti bis

Non solo buoni pasto, ora le aziende possono dare (e dedurre) bonus da 600 euro ai dipendenti per pagare bollette

Il bonus può essere erogato direttamente o richiesto come rimborso in busta paga. La somma, fino a 600 euro, è esclusa dal reddito di lavoro dipendente ai fini Irpef. L’eventuale eccedenza, invece, verrà tassata

di Fabrizio Arnhold 28 Settembre 2022 14:36
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Tra i problemi più urgenti da affrontare per il nuovo governo, c’è sicuramente quello del caro-bollette. Secondo le ultime stime di Nomisma Energia, nel prossimo trimestre le bollette potrebbero aumentare dal 60% fino al 100%. Nel decreto Aiuti Bis, convertito in legge, è stata alzata la soglia per i fringe benefit, ossia i benefici come l’auto aziendale, le polizze assicurative e i buoni pasto. Il limite massimo di spesa è stato innalzato per il 2022 a 600 euro e sono state aggiunte alcune categorie di beni per far fronte alla crisi energetica. Tra queste c’è anche la possibilità di richiedere fringe benefit per pagare le bollette.

COS’È IL BONUS BOLLETTE


Il bonus bollette è una somma di denaro erogata o rimborsata dall’azienda al lavoratore per il pagamento delle utenze domestiche (luce, acqua e gas). Si tratta di somme che sono escluse dal reddito di lavoro dipendente ai fini Irpef, entro il limite di 600 euro. Nel caso il benefit superasse questa soglia, l’eccedenza per l’anno 2022 sarà soggetta a imposizione fiscale.

COME SI RICHIEDE


Il bonus può essere richieste principalmente in due modi. “Il comma 1 dell’articolo 12, in particolare, consente sia l’erogazione diretta delle somme al fornitore della somministrazione del servizio (ipotesi evidentemente più complessa in quanto i canoni delle utenze sono di norma addebitate direttamente al titolare delle stesse), sia il rimborso delle spese sostenute direttamente dagli stessi lavoratori, previa documentazione di averne sostenuto il costo”, si legge in un approfondimento della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro. Semplificando, si può ottenere con un’erogazione diretta, oppure richiedendo un rimborso direttamente in busta paga per le bollette che si sono pagate in autonomia.

E PER LE BOLLETTE DEL CONIUGE?


Resta ancora da chiarire come comportarsi per le utenze intestate al coniuge o a un familiare. Nel testo del decreto, infatti, non c’è alcun riferimento. “Tenendo conto delle finalità della misura agevolativa, sarebbe auspicabile un intervento del legislatore volto ad allargare l’applicazione anche alle spese intestate a familiari conviventi per non vanificare l’applicazione ai lavoratori che non risultano gli intestatari delle utenze», concludono i Consulenti del lavoro.
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