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Politica e finanza

Italia al voto: ecco l’opinione delle grandi case di investimento internazionali

Domenica 25 settembre gli italiani sono chiamati a votare per rinnovare il Parlamento. Quale governo ne uscirà e, soprattutto, quali saranno le conseguenze sui mercati finanziari? Ecco il parere delle principali case di investimento

di Fabrizio Arnhold 23 Settembre 2022 13:17
financialounge -  elezioni Italia al voro spread

Ormai ci siamo. Domenica 25 settembre gli italiani sono chiamati alle urne per le elezioni politiche 2022, con i seggi che resteranno aperti dalle 7 alle 23. Ci si interroga non solo sull’esito politico del voto ma, soprattutto, sulle conseguenze che potrà avere in ambito economico e finanziario. In passato, infatti, abbiamo assistito a significativi movimenti dello spread, sintomo di insofferenza dei mercati, su determinate svolte politiche. Cosa succederà questa volta? Ecco cosa ne pensano i grandi asset manager.

VONTOBEL


Se vincesse il centrodestra, quali rischi porterà al Paese una simile coalizione? “Difficile prevederlo, anche perché ultimamente Giorgia Meloni si è trovata in contrasto con la Lega di Matteo Salvini, che è favorevole a una maggiore spesa in deficit per contrastare l’aumento del costo della vita”, spiega Mondher Bettaieb-Loriot, Head of Corporate Bonds della svizzera Vontobel che precisa come “per le prospettive economiche dell’Italia, una maggioranza con esclusivamente Forza Italia sarebbe più conveniente”.

NATIXIS IM


Per Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy, della francese Natixis IM Solutions “potremmo assistere a pressioni sui tassi italiani nelle settimane post elettorali, a seconda di come si presenterà la maggioranza finale”. Ma lo spread rimarrà sotto controllo perché “la Bce ha imparato dal passato e, al di là di ogni condizionalità, il Tpi è stato concepito per evitare qualsiasi forma di deja-vu, ossia di rischio sovrano. Per noi, il segnale inviato dalla Banca centrale a luglio è stato chiaro. Ma per evitare che lo spread si allarghi, anche il prossimo governo dovrà proseguire spedito sulla realizzazione del Pnrr perché “qualsiasi forma di contrapposizione rischia di compromettere l’accesso a ulteriori pagamenti”.

BLUEBAY


Anche BlueBay vede probabile una vittoria del centrodestra, con Giorgia Meloni come nuovo premier. “Riteniamo che nel breve termine i mercati non avranno una reazione forte, ma daranno alla nuova coalizione la possibilità di dimostrare la propria competenza”, spiega Neil Mehta, Portfolio Manager, della inglese BlueBay Asset Management. I rischi potrebbero aumentare nel medio termine e “se si presentasse un’altra crisi, non escluderemmo un altro governo di unità nazionale”. Per questo motivo, conclude il gestore di BlueBay, “gli investitori dovrebbero continuare a muoversi con cautela”.

ABRDN


“Il governo probabilmente punterà a rivedere l'agenda delle riforme e l'allocazione degli investimenti già concordati nell'ambito del piano Next Generation Eu con il governo guidato da Mario Draghi”, commenta Pietro Baffico, European Economist della scozzese abrdn, in vista delle elezioni di domenica. “La mancata attuazione delle riforme peserebbe però sul potenziale di crescita dell'Italia e aumenterebbe i timori sulla sostenibilità delle sue finanze pubbliche. Pertanto, l’ago della bilancia dei rischi oscilla verso un allargamento degli spread dei titoli di Stato”. Ma se il nuovo governo che uscirà delle urne, dovesse mostrarsi palesemente “in conflitto con le istituzioni europee, ciò metterebbe a rischio l’erogazione dei fondi europei”, conclude Baffico.

SCHRODERS


Per Hannah Piper, gestore del fondo Schroder ISF Italian Equity, Schroders, le elezioni italiane non rappresentano un’importante fonte di preoccupazione. “La storia mostra che i governi italiani restano in carica in media per meno di 2 anni, come successo sin dalla Seconda Guerra Mondiale. Di conseguenza, la brusca fine del governo Draghi e la possibilità di un governo più conservatore è stata semplicemente anticipata di un semestre”, spiega il gestore delle inglese Schroders, “In sintesi, anche se stiamo entrando in una fase di recessione per i prossimi trimestri e la crisi energetica metterà ancora una volta alla prova i cittadini e le imprese italiane (l'Italia è il secondo importatore di gas russo dopo la Germania), l'economia italiana è meglio posizionata rispetto all'inizio dell'ultimo periodo di recessione (2016-18): lo slancio del PIL è più forte di quello di Germania e Francia grazie al buon lavoro del Governo Draghi, ai fondi nell’ambito del Pnrr e al meccanismo della Bce per tenere sotto controllo il costo di finanziamento dell’Italia”, conclude Piper.

EDMOND DE ROTHSCHILD ASSET MANAGEMENT


Il rischio è quello di ritardare o, addirittura, impedire l’attuazione degli investimenti derivanti dai fondi europei. “Rimaniamo cauti sul debito italiano in quanto i negoziati potrebbero spingere gli spread oltre i 250 punti base”, argomenta François Raynaud, Fund Manager Multi-Asset & Overlay della francese Edmond de Rothschild Asset Management. “Da notare che un'ampia vittoria con oltre il 60% dei seggi in Parlamento per la coalizione di destra è possibile e questo aprirebbe la porta a cambiamenti costituzionali, come un sistema presidenziale con potenziali possibilità di referendum più ampi. Il ritorno di un possibile dibattito sull'euro continua a rappresentare uno scenario remoto anche in questo contesto e dovrebbe generare un impatto marginale sullo spread”.

CANDRIAM


Con le elezioni, la belga Candriam vede una fase difficile per i Btp italiani. “In questo contesto, manteniamo il nostro atteggiamento prudente nei confronti del debito sovrano italiano (sottopeso di duration e peso rispetto ai nostri benchmark), poiché le notizie sfavorevoli sul fronte economico, fiscale o politico potrebbero potenzialmente portare a un ulteriore allargamento dello spread e a un aumento della volatilità nel breve termine”, commenta Sylvain De Bus, Deputy Head of Global Bonds di Candriam. “In effetti, l'equilibrio dei rischi rimane fragile per il momento per quanto riguarda le dinamiche politiche, economiche e fiscali, mentre la Bce sta adottando una politica monetaria meno favorevole nonostante l'annuncio della rete di protezione ‘Transmission Protection Instrument (TPI)’, oltre a un posizionamento generale più prudente degli investitori nei confronti dell’Italia”. Ma il costo medio del finanziamento del debito italiano resta chiaramente gestibile.

UBS


Per Matteo Ramenghi, Chief Investment Officer della svizzera UBS GWM in Italia, le potenziali implicazioni di mercato post-voto riguardano i bond governativi. “I premi per il rischio dei titoli di Stato italiani sono più che raddoppiati rispetto ai minimi della pandemia e vengono scambiati a circa 230 punti base rispetto ai Bund tedeschi a 10 anni - spiega Ramenghi -. Riteniamo che gli investitori in obbligazioni italiane a breve e medio termine siano ben compensati dai rischi derivanti dall'elevato onere del debito pubblico italiano e dai ricorrenti episodi di incertezza politica”. Sebbene sia improbabile che la Bce intervenga direttamente in reazione a spread moderatamente più ampi, Ubs ritiene che alla fine agirà per frenare sostanziali distorsioni fintanto che l'Italia rimarrà d'accordo con l'Ue sulle politiche di bilancio di bilancio.

CARMIGNAC


Cosa attendersi nel breve? “Sia il contesto politico sia quello economico dovrebbero evitare ulteriore volatilità sui mercati italiani: in assenza di rischi di coda, lo spread italiano si sta muovendo nell’intervallo di 200-250 punti base”, precisa Kevin Thozet, membro dell’Investment Committee della francese Carmignac. “Inoltre, le opinioni negative sui mercati italiani del reddito fisso sembrano essere abbastanza condivise e si sono rivelate anche piuttosto impegnative da attuare, con le obbligazioni italiane a 10 anni che rendono più del 4%”. Occhio poi alle alleanze: nel caso in cui Fratelli d’Italia e Lega avessero i numeri per governare senza Forza Italia, questo potrebbe essere valutato negativamente dai mercati finanziari. “E potrebbe anche portare a un potenziale scontro politico tra due leader di partito molto diretti, le cui priorità e programmi politici possono essere opposti”, conclude il gestore di Carmignac. Come ad esempio sulla riforma delle pensioni.
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