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Caccia alle valutazioni azionarie favorite anche nelle fasi di recessione

Secondo Joseph V. Amato (Neuberger Berman) gli investitori devono monitorare la capacità delle aziende di mantenere il potere di determinazione dei prezzi e il controllo sui costi di manodopera e su altri costi in crescita

di Leo Campagna 10 Agosto 2022 07:55
financialounge -  Joseph V. Amato Morning News Neuberger Berman

La teoria insegna che la recessione tecnica è automatica dopo due trimestri consecutivi con il segno meno. Il PIL degli Stati Uniti, dopo un calo dell'1,6% nel primo trimestre dell’anno, ha registrato una contrazione dello 0,9% tra aprile e giugno.  La "dichiarazione" ufficiale di recessione viene comunicata da un gruppo di otto membri del National Bureau of Economic Research (NBER) degli Stati Uniti che valuta tre criteri: profondità, ampiezza e durata.

NEGLI USA PIÙ DI 500.000 POSTI DI LAVORO NEL MESE DI LUGLIO


Tuttavia, secondo Joseph V. Amato, President and Chief Investment Officer – Equities di Neuberger Berman, chiedersi se ci troviamo veramente in una fase di recessione rischia di essere sterile. Da un lato l'economia è in evidente fase di indebolimento, soprattutto se si tiene conto dell'inflazione. Dall’altro il rapporto sull'occupazione di venerdì scorso, nel quale sono stati annunciati più di 500.000 posti di lavoro nel mese di luglio, è difficilmente compatibile con un contesto di recessione.

UNA FASE DI NORMALIZZAZIONE DELL’ECONOMIA


“Per quanto incoerenti i dati della debolezza del PIL del primo semestre e l'elevato numero di posti di lavoro, si possono contestualizzare in una fase di normalizzazione dell'economia dopo il Covid-19. La flessione del PIL del primo semestre ha riguardato soprattutto i beni, mentre la dinamica positiva sul mercato del lavoro è stata favorita soprattutto dai servizi. Durante i lockdown, i consumatori hanno prevalentemente acquistato beni, mentre ora stanno tornando ad acquistare nuovamente servizi” spiega Amato.

LA DISTINZIONE TRA LIVELLI NOMINALI E REALI DI PIL


Il manager di Neuberger Berman consiglia pertanto agli investitori di focalizzarsi sulla distinzione tra livelli nominali e reali del PIL. Se l'inflazione è pari all'1,5% e la crescita reale è pari al 2%, il PIL nominale è pari al 3,5%: occorre ricordare che le aziende dichiarano gli utili su base nominale. “Ne deriva che quando l'inflazione è molto elevata, come in questa fase, la corsa dei prezzi al consumo può permettere alle società di mantenere inalterato il potenziale di crescita dei ricavi e degli utili, nonostante il rallentamento dell'attività economica complessiva sottostante”, sottolinea Amato.

LE DIVERGENZE RISCONTRABILI IN DIVERSI SETTORI ECONOMICI


A questo proposito, analizziamo i dati pubblicati nell’ultimo trimestre dalle società del settore dei beni di consumo. La catena di negozi alimentari Albertsons ha registrato una crescita delle vendite del 6,8% a parità del numero di punti vendita, in gran parte probabilmente legata all'inflazione, ma con profitti in aumento del 12% rispetto all'anno precedente. Stesso discorso per Procter & Gamble (crescita dai ricavi del 7%) e Home Depot e Lowe's (che dovrebbero incrementare i profitti per l'anno in corso, anche in presenza di un'inflazione elevata e di un'economia più debole). Per contro altre società, tra cui Colgate-Palmolive e Bed Bath & Beyond, hanno comunicato dati deludenti. Divergenze riscontrabili in diversi altri settori economici.

IL POTERE DI DETERMINAZIONE DEI PREZZI


Oltre alla differenza tra crescita nominale e reale, gli investitori dovrebbero secondo Amato, monitorare anche la capacità delle aziende di mantenere il potere di determinazione dei prezzi e il controllo sui costi di manodopera e su altri costi in crescita. In questo modo possono attenuare l'impatto tipico di un rallentamento economico. Inoltre, sfruttando la leva operativa, tali aziende potrebbero continuare ad aumentare ricavi e utili (o almeno a contenere al minimo il loro calo).

UN OTTIMO IMPULSO PER LA PERFORMANCE DI ALCUNE SOCIETA’


“Ne risulterebbero favorite le valutazioni azionarie, mentre dal punto di vista del credito, i flussi di cassa continuerebbero a garantire il pagamento degli interessi a tasso fisso. Dinamiche capaci di fornire un ottimo impulso per la performance di alcune società e dei mercati azionari e creditizi più in generale, in un'economia che probabilmente continuerà a rallentare nella seconda metà dell'anno”, conclude il CIO Equities di Neuberger Berman.
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