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Mercati azionari

C’è voglia di credere alla ripartenza delle Borse, attenti alle trappole dell’Orso

La ripresa dei flussi sui fondi azionari, sia in Italia che negli USA, mostra che gli investitori retail cominciano a credere all’uscita dalla fase di ribasso. E anche gli analisti di Wall Street continuano ad assegnare BUY

di Stefano Caratelli 27 Giugno 2022 08:16
financialounge -  azionario borse mercati Wall Street

Sembra proprio che gli investitori ‘retail’ che si affidano ai fondi per allocare i propri risparmi abbiano voglia di crederci. Quelli italiani a maggio hanno comprato fondi azionari per ben 2,5 miliardi, mentre hanno continuato a mostrare poca fiducia negli obbligazionari, con deflussi netti di 3,2 miliardi. Una scarsa fiducia che si è riflessa anche nel collocamento dell’ultimo BTP Italia, ben sotto le attese proprio nella componente retail. Anche in America, un mercato decisamente più grande, gli investitori retail la pensano allo stesso modo. Solo nelle ultime due settimane di maggio e nella prima di giugno hanno messo sui fondi azionari circa 28 miliardi di dollari, ma poi il trend si è invertito e nelle due settimane al 22 giugno i flussi segnavano uscite nette per oltre 20 miliardi, complice la delusione per il fallimento che aveva fatto seguito al rally finale del mese scorso. La sfiducia nelle obbligazioni comunque è rimasta con uscite nette dai relativi fondi per quasi 30 miliardi di dollari nelle ultime cinque settimane rilevate da Refinitiv. È solo ‘voglia’ di credere al recupero delle azioni dopo una prima parte dell’anno decisamente negativa, o qualcosa di più?

LE TRAPPOLE SEMINATE DALL’ORSO


Quando regna l’Orso, a Wall Street come a Milano, il suo divertimento preferito è ingannare i Tori con falsi rally, che sono solo una ghiotta occasione per i ribassisti per vendere ‘high’ e ricomprare ‘low’. L’Orso attuale ha già fatto il giochino tre volte a Wall Street, tra fine gennaio e inizio febbraio, nella seconda metà di marzo e nel finale di maggio, per poi far tornare lo S&P 500 più in basso di dove era partito. La storia dice che potrebbe non essere finita. Gli ultimi due mercati Orso importanti, se si esclude il ‘flash’ a V post Covid del 2020, sono stati quello seguito alla bolla delle dot.com del 2000 e quello innescato del crac Lehman nel 2008-2009. Nel primo caso si possono contare ben 6 falsi rally, prima di toccare il fondo nel 2003 quando il Toro si è rimesso a correre per 5 anni. Nel secondo sono stati solo uno di meno, ma poi la ripartenza è stata spettacolare e la corsa del Toro galoppante molto lunga. La storia ovviamente non si ripete, ma nel suo linguaggio ‘in rima’ sembra invitare a avere ancora un po’ di pazienza.

GRANDE FIDUCIA DEGLI ANALISTI


Non c’è solo lo specchietto retrovisore del passato, ma anche un presente fatto di raccomandazioni degli analisti con i loro BUY, HOLD e SELL. E qui la fiducia sembra molto più diffusa e radicata rispetto alla ‘voglia di crederci’ degli investitori retail. Solo pochi giorni fa Fortune ha pubblicato una tabella basata sui dati di FactSet che riproduce le percentuali delle tre classiche raccomandazioni assegnate ai titoli dello S&P 500 settore per settore.



RATING ULTRA POSITIVI A WALL STREET


Il primo dato sorprendente è rappresentato dai SELL, che supera di poco il 10% solo per i beni di consumo di base, mentre i BUY e gli HOLD sono assegnati con grande generosità. L’altro dato è il favore riservato comunque ai titoli tech, a cui va un 65% di BUY, un 30% e qualcosa di HOLD e solo un 4% di SELL, meglio perfino degli energetici che stanno godendo del rally sfrenato dei prezzi di oil & gas.


EMOZIONE ALIMENTATA DALLE INCERTEZZE


Cosa si può concludere? Gli analisti non sono trader, non devono portare a casa soldi sia che il mercato scende sia che sale, guardano ai fondamentali, aziendali e di settore, e alle prospettive di lungo termine. Sembra difficile che possano sbagliare in massa così macroscopicamente. Forse sono gli indici e le singole quotazioni che in questa prima metà del 2022 non hanno detto la verità sul valore degli asset sottostanti e sono magari stati il riflesso di comportamenti dettati più dalle emozioni che dalle analisi. Ma a loro volta le emozioni sono alimentate dalle incertezze, che abbondano su tutti i fronti, dalla guerra all’inflazione e ora ai timori sempre più diffusi di recessione, dalle tensioni geopolitiche e quelle politiche interne, a cominciare dagli USA, dove la sentenza che ha negato il diritto costituzionale all’aborto ha aumentato le divisioni già molto profonde in un elettorato che tra 4 mesi va a votare per il Congresso e il governo di molti Stati.


BOTTOM LINE


Dalla parte degli analisti ci sono anche i dati macro, non esaltanti ma che a giugno segnalano un’economia globale ancora in espansione, con la componente manifatturiera che continua a fare meglio dei servizi. I titoli dei media continuano a ‘sanguinare’ forse perché così attraggono più audience e sicuramente aiutano l’Orso a seminare le sue trappole. Pazienza unita a una "buona dose di ottimismo" come ha sottolineato di recente una fonte autorevole proprio su Financialounge.com, sono le compagnie migliori con cui trascorrere l’estate.
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