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La guerra delle commodities ha vincitori e vinti, ecco chi sono secondo Pictet AM

Marco Piersimoni, Senior Investment Manager e Flora Dishnica, Product Specialist di Pictet Asset Management, disegnano la mappa globale di chi vince e chi perde dallo shock causato dalla guerra ucraina

di Virgilio Chelli 28 Aprile 2022 14:21
financialounge -  Flora Dishnica Marco Piersimoni materie prime Pictet Asset Management

Il conflitto in Ucraina ha provocato uno shock sul mercato delle materie prime, con alcuni Paesi Emergenti che risultano chiari vincitori, mentre altri si trovano a fronteggiare uno scenario complesso. La Russia è uno dei principali fornitori al mondo di commodity nell’energia, nei metalli e negli alimentari, e rappresenta anche un‘importante fonte per la produzione di fertilizzanti azotati. L’Ucraina, invece, è particolarmente importante per le produzioni agricole, dal grano al mais, dall’orzo all’olio di semi di girasole.

SOSTITUZIONI NON SEMPLICI


Marco Piersimoni, Senior Investment Manager e Flora Dishnica, Product Specialist di Pictet Asset Management, sottolineano che non è semplice sostituire questi approvvigionamenti. Il mercato del petrolio ha molteplici attori, alcuni in grado di aumentare la produzione come gli USA o tornare sul mercato come Iran e Venezuela. Più impegnativo trovare sostituti a Mosca sul fronte dei metalli, palladio in particolare, e del grano, per il quale potrebbero essere importanti i contributi di America Latina e alcuni Paesi asiatici. Le implicazioni per i mercati finanziari rendono ancor più determinante una gestione flessibile degli investimenti, capace di reagire con tempestività, valutando le conseguenze a livello più granulare, a seconda del Paese o dell’area investibile.

IMPATTO DURO PER GLI EMERGENTI EUROPEI


Il problema, secondo i due esperti di Pictet AM, è particolarmente grave per l’Europa, a differenza degli Stati Uniti, visto che importa invece il 60% dell’energia di cui ha bisogno. Più complessa è la lettura per i Mercati Emergenti, universo molto ampio e variegato che può in parte giocare un sostitutivo. In molti l’attività economica principale privata e/o statale è connessa alla produzione e all’esportazione di materie prime e infatti storicamente buona parte della performance dei mercati di questi Paesi è dipesa dai cicli delle commodity. Finora come in passato le aree più colpite sono state quelle limitrofe al conflitto, una porzione dell’Europa emergente con Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca danneggiata non solo per le importazioni da Russia e Ucraina ma anche nel turismo.

EMERGENTI I PIÙ IMPATTATI, MA L’INDIA SI DIFENDE


Alcuni Paesi emergenti sono fortemente impattati per la dipendenza dalle importazioni agricole da Russia e Ucraina, come Egitto e Turchia, mentre altre economie minori dipendono in misura significativa, come Pakistan, Bangladesh, Libia, Marocco e Tunisia. Ma nel complesso questi Paesi hanno un’importanza molto marginale a livello di universo investibile. Gli esperti di Pictet AM segnalano il caso dell’India, che da un lato subisce l’aumento dei prezzi dei fertilizzanti ma dall’altro, avendo mantenuto attivo il commercio con la Russia, importa petrolio a sconto il che dovrebbe attenuare l’effetto inflazionistico del rincaro energetico.

LA CINA FA ECCEZIONE


Fa ancora più eccezione la Cina, poiché la relazione commerciale con la Russia prosegue a pieno regime, ed è possibile che possa avvalersi dello stato di “ultimo acquirente” per approvvigionarsi a prezzi convenienti di molte materie prime russe. Ma la politica zero-Covid, osservano i due esperti di Pictet AM, causa forti rallentamenti economici con potenziali pressioni al ribasso sulla domanda di materie prime. Ci sono poi anche aree e Paesi che hanno beneficiato dell’aumento dei prezzi delle materie prime anche per la prospettiva di essere una possibile fonte sostitutiva di Russia e Ucraina.

LA MAPPA DEI VINCITORI


L’analisi di Pictet AM indica che i primi vincitori sono sicuramente i grandi produttori di petrolio del Medio Oriente, poi l’America Latina, in grado non solo di soddisfare autonomamente il proprio fabbisogno di energia, ma anche di esportare, e in generale molto ricca in risorse naturali, già premiata per questo dagli investitori ben prima dello scoppio della guerra. Paesi come il Cile, il più grande produttore al mondo di rame, non possono che beneficiare anche di una più rapida transizione energetica verso fonti rinnovabili dove proprio il metallo rosso è tra i componenti più importanti per lo stoccaggio e distribuzione. Anche il Sud Africa, esportatore di ferro e platino, ha visto di recente incrementare i ricavi a sostegno del bilancio dello Stato e della valuta.

SFRUTTARE L’ETEROGENEITÀ E LA DISPERSIONE


In generale, tutti questi esportatori di materie prime, oltre a essere isolati dal conflitto, trarranno vantaggio dall'aumento dei prezzi. Il debito, unico investimento facilmente accessibile per i capitali internazionali in Paesi come Angola ed Ecuador, esportatori di petrolio, ha registrato ottime performance negli ultimi mesi, ma anche le valute possono rivelarsi molto utili e non a caso real brasiliano e rand sudafricano sono state tra le migliori divise emergenti in questo periodo. Il tutto rafforza la filosofia di Pictet AM di sfruttare l’eterogeneità di regioni e Paesi e perseguire un approccio multi-asset attivo. La dispersione offre una grande opportunità per creare valore sfruttando la dinamicità, la flessibilità e la libertà d’azione tipiche di questa tipologia di investimenti. Pictet AM ha privilegiato la selezione, rafforzando le scelte all’interno del portafoglio a favore dei Paesi esportatori di materie prime come Arabia Saudita, Brasile e America latina in generale, e Sud Africa.

SCELTE DI INVESTIMENTO PAGANTI


I temi di investimento correlati alle materie prime rappresentano circa il 25% del portafoglio del fondo Pictet–Emerging Markets Multi Asset e hanno fruttato circa 250 punti base durante il primo trimestre di quest’anno, mentre le uniche esposizioni valutarie diverse dal dollaro hanno riguardato gli stessi paesi oltre alla Cina. Da qui in avanti, secondo gli esperti di Pictet AM, è probabile che gli esportatori di materie prime, i Paesi ad alto rendimento e i Paesi lontani dal conflitto continueranno a sovra-performare l’universo dei Paesi emergenti, almeno fino a quando le tensioni geopolitiche non si affievoliranno.
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