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Russia pronta ad accettare Bitcoin per il gas

La mossa di Mosca per provare ad aggirare le sanzioni, intanto l'Unione europea lavora per diminuire la dipendenza dalle esportazioni russe

di Antonio Cardarelli 25 Marzo 2022 11:08
financialounge -

Le sanzioni continuano a pesare sull'economia russa, sempre più isolata nonostante Mosca sia uno dei maggiori produttori mondiali di gas e petrolio. Nei giorni scorsi Putin aveva imposto ai Paesi "nemici" il pagamento in rubli delle partite di materie prime energetiche. Una mossa quasi disperata per cercare di fermare il tracollo del rublo. Oggi dalla Russia arriva un'altra opzione di pagamento per gas e petrolio: il Bitcoin.

BITCOIN IN CAMBIO DI GAS


A dirlo, come riportato dalla Bbc, è stato il capo della commissione per l'energia della Duma, Pavel Zavalny. L'idea è quella di permettere ad alcuni Paesi "amici", che nella visione odierna dei russi corrispondono principalmente a Cina e Turchia, di poter pagare le importazioni di gas e petrolio anche in Bitcoin, oltre che nelle loro valute nazionali.

BITCOIN IN RIALZO


Per la Russia il Bitcoin potrebbe essere un'opzione valida per uscire, almeno in parte, dall'isolamento economico imposto dalle sanzioni dei Paesi occidentali. E per il Bitcoin il "supporto" russo potrebbe essere una spinta per crescere nei prossimi mesi (oggi è salito a quota 44mila dollari, con un rialzo superiore al 2%). Fin dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, i Paesi occidentali avevano chiesto alle piattaforme di criptovalute di escludere gli utenti russi, prevedendo il rischio che le cripto possano essere utilizzate per aggirare le sanzioni e trasferire capitali all'estero.

ACCORDO UE-USA PER IL GAS NATURALE


Tuttavia, come fanno notare alcuni analisti, proprio in Cina l'utilizzo dei Bitcoin è vietato. E ciò, ovviamente, limita il potenziale della mossa del Cremlino per incrementare le esportazioni e limitare l'impatto delle sanzioni dei Paesi occidentali. Questi ultimi, proprio nelle scorse ore, stanno cercando di compensare lo stop alle importazioni di gas e petrolio dalla Russia. L'Unione europea, per esempio, ha concluso un accordo con gli Stati Uniti piano per la fornitura di 15 miliardi di metri cubi di Gnl entro la fine del 2022.
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