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A caccia di opportunità

Oltre gli emergenti, ecco come scovare le opportunità nei mercati di frontiera

Shaniel Ramjee, Senior Investment Manager e Francis Addai, Junior Multi Asset Strategist, di Pictet Asset Management, spiegano come si possono individuare extra rendimenti e occasioni di diversificazione

di Virgilio Chelli 11 Marzo 2022 17:31
financialounge -  Francis Addai mercati emergenti Pictet Asset Management Shaniel Ramjee

Nonostante le sfide future, i mercati di frontiera offrono opportunità importanti agli investitori a livello di extra-rendimenti e come fonte di diversificazione per portafogli in cui le classi di attività tradizionali sono diventate eccessivamente correlate. Sempre più investitori stanno diventando familiari con i Mercati Emergenti ma solo una minoranza avventurosa esplora quelli ancora meno sviluppati. Sono i “Mercati di Frontiera”, che condividono molte caratteristiche che rendono interessanti le economie emergenti, ma in forma amplificata. E per questo hanno un alto potenziale di rendimento per chi ha la capacità di analizzare in profondità ogni singolo Paese e di esercitare un rigoroso controllo del rischio.


FASE INIZIALE DELLO SVILUPPO


Lo sottolinea Pictet Asset Management in un commento firmato da Shaniel Ramjee, Senior Investment Manager e Francis Addai, Junior Multi Asset Strategist, della casa ginevrina, spiegando che rispetto ai Mercati Emergenti consolidati, quelli di frontiera si trovano generalmente nelle fasi iniziali dello sviluppo economico e dei mercati dei capitali. Tendono ad avere costi del lavoro più bassi, popolazioni più giovani e/o a essere più ricchi di risorse naturali, con una capacità elevata di recuperare terreno in termini di crescita, soprattutto se riusciranno a saltare la fase degli investimenti in infrastrutture costose grazie alle nuove tecnologie. Possono ad esempio evitare l'enorme spesa per dotarsi cavi per l'alimentazione elettrica e le telecomunicazioni, soluzioni mobili ed elettricità generata da energie rinnovabili locali.


SIMILI AGLI EMERGENTI DI 20 ANNI FA


I Mercati di Frontiera sono molto simili agli Emergenti di 20 anni fa, relativamente sottosviluppati con economie orientate al mercato interno come banche, telecomunicazioni e beni di consumo. Gli esperti di Pictet AM fanno l’esempio del Vietnam, uno dei più grandi casi di successo di questo universo, che trae vantaggio dalle aziende che stanno spostando la produzione fuori dalla Cina. Vi sono notevoli discrepanze tra indici azionari e obbligazionari dei Mercati di Frontiera. L'indice FTSE Russell Frontier comprende 23 Paesi e sono 44 i Paesi inclusi in almeno uno degli indici MSCI, FTSE, Russell o S&P, con 15 presenti in tutti e quattro, ma molti investitori non li utilizzano.


LA DIVERSIFICAZIONE GEOGRAFICA


I Paesi africani sono in genere molto rappresentati, Nigeria, Ghana, Angola e Kenya su tutti, e lo stesso vale per le ex repubbliche sovietiche come Azerbaigian, Bielorussia, Georgia e Uzbekistan. Le economie del Medio Oriente e dell’Asia meridionale sono poche, tra cui Iraq, Giordania e Pakistan, mentre tra i componenti dell’America centrale e meridionale figurano Costa Rica, Giamaica, Paraguay e Bolivia. Poi ci sono alcuni Paesi ai confini della Cina, come Mongolia e appunto Vietnam. Il fatto che siano un territorio ancora inesplorato dalla maggior parte degli investitori apre alla possibilità di extra-rendimenti per chi può dedicare tempo e impegno alla loro comprensione.


DISPONIBILITÀ ANCORA LIMITATA DI AZIONI


Molti sono ricchi di risorse, ma l'inelasticità dell'offerta, esacerbata dalla spinta verso la neutralità carbonica e dal sotto-investimento in nuova capacità produttiva, ha contribuito a far salire i prezzi delle materie prime. Intanto i progressi tecnologici possono potenziare i guadagni di produttività, migliorando gli scambi commerciali e l'efficienza dei prezzi. Per quanto riguarda le azioni, quelle negoziate sono spesso molto limitate, per cui gli investitori possono ritrovarsi con partecipazioni inferiori rispetto al desiderato o costretti a detenerle più a lungo del previsto.


SIGNIFICATIVA SOVRA-PERFORMANCE


Ma nel lungo termine, sottolineano gli esperti di Pictet AM, i mercati azionari dei Paesi di Frontiera hanno generato rendimenti rettificati per il rischio almeno tanto interessanti quanto quelli dei Mercati Emergenti e hanno ampiamente tenuto il passo su un orizzonte quinquennale, mentre nell'ultimo decennio hanno sovraperformato in misura significativa. Il rendimento annuo medio decennale delle azioni di frontiera è stato del 3,8% rispetto al 3% di quelle dei Mercati Emergenti, ma considerando la volatilità, il profilo di rendimento rettificato per il rischio è circa doppio.


RENDIMENTI OBBLIGAZIONARI ELEVATI


Nel reddito fisso, i Mercati di Frontiera tendono ad offrire rendimenti reali elevati da obbligazioni sovrane in valuta forte, con rendimenti doppi rispetto a quelle dei Mercati Emergenti, anche se con rating più bassi. Gli eventi politici spesso portano a un comportamento irrazionale dei prezzi e gli investitori informati possono trarne profitto. I Paesi di Frontiera rappresentano una percentuale sempre maggiore dell'universo obbligazionario emergente, grazie alla maggiore profondità dei mercati locali e all'espansione degli investitori locali. La creazione di mercati valutari liquidi e negoziabili consente agli investitori esteri di accedere agli investimenti in valuta locale, ma supporta anche le attività internazionali delle società.


RITARDO NEI PARAMETRI ESG


Le Economie di Frontiera tendono a essere in ritardo nei parametri ESG, ma ciò significa che dispongono di un margine di miglioramento più ampio, che può essere colmato con obbligazioni sostenibili e la collaborazione attiva con gli investitori. Come le azioni, anche le obbligazioni dei Mercati di Frontiera hanno registrato buone performance sia in termini assoluti che rispetto ai Mercati Emergenti: ad esempio, il rendimento medio annuo generato dal debito sovrano di Nigeria, Angola, Kenya, Giamaica, Azerbaigian, Costa Rica e Giordania è stato almeno il doppio rispetto al 3,5% offerto dall'indice EMBI.


BASSA CORRELAZIONE CON GLI ALTRI


Un altro fattore fondamentale per investire nei Mercati di Frontiera è la bassa correlazione con le principali classi di attività dei mercati emergenti, il che li rende un'utile fonte di diversificazione. Dal 2019 la correlazione tra l'indice obbligazionario dei mercati di frontiera JPM Nexgem e le obbligazioni globali è stata pari a 0,18, quella tra JPM EMBI e obbligazioni globali 0,34. La frammentazione politica è una delle sfide chiave di questi Paesi, mentre la mancanza di trasparenza e la scarsità di dati possono rendere difficile analizzare i fondamentali.


IMPORTANTE L’ANALISI CORRETTA E APPROFONDITA


In conclusione, secondo l’analisi degli esperti di Pictet AM, i Mercati di Frontiera offrono opportunità importanti agli investitori a livello di extra-rendimenti, e nonostante le sfide future, offrono occasioni importanti per chi è in grado di analizzare questi Paesi correttamente, come fonte di diversificazione per portafogli in cui le classi di attività tradizionali sono diventate eccessivamente correlate.
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