Contatti

La giornata sui mercati

Per Moody’s e Fitch i titoli russi sono spazzatura

Dopo S&P anche le altre agenzie di rating declassano i bond governativi russi a "junk". Occhi puntati sul conflitto, Wall Street e Tokyo respirano dopo le parole di Powell (Fed) sul rialzo moderato dei tassi. Petrolio in rally con il Brent a 118 dollari

di Antonio Cardarelli 3 Marzo 2022 09:16
financialounge -  Borse europee mercati Piazza Affari Russia Ucraina

Le Borse europee provano a seguire la scia di Wall Street e aprono in positivo. Piazza Affari, nelle prime battute, guadagna circa mezzo punto percentuale nonostante le difficoltà di Tim e Leonardo. In verde anche Francoforte, Londra e Parigi.

DECLASSATI I TITOLI RUSSI


Dopo S&P, anche le agenzie di rating Moody's e Fitch hanno deciso di declassare i titoli di stato emessi dalla Russia a "junk", spazzatura. Secondo gli analisti le pesanti sanzioni economiche indeboliranno l'economia russa con il rischio di non permettere al Paese di onorare il proprio debito. Nei giorni scorsi Mosca ha già saltato il pagamento delle cedole legate agli OFZ, i titoli di stato della Russia. La Borsa di Londra ha sospeso oggi e con effetto immediato la negoziazione dei Global depository receipts (Gdr) di diverse società con sede in Russia tra cui Rosneft, Sberbank, Gazprom, En+ e Lukoil. I Gdr sono certificati negoziabili emessi da una banca che rappresenta azioni di una società straniera ma scambiate a livello locale. Nei giorni scorsi Ftse Russell ha annunciato la rimozione dei titoli russi dai propri indici dal 7 marzo, mentre l'MSCI farà lo stesso dopo il 9 marzo.

INCONTRI SOTTO LE BOMBE


L'attenzione dei mercati è concentrata sull'Ucraina, dove l'avanzata russa prosegue a fatica e dall'Occidente continuano ad arrivare aiuti militari per sostenere la resistenza di Kiev e delle altre città nel mirino di Putin. In un clima estremamente teso oggi è in programma il secondo round di colloqui tra le delegazioni di Russia e Ucraina. Intanto prosegue la fuga delle aziende dal mercato russo, sempre più inaccessibile per i capitali stranieri. L'ultima in ordine di tempo è Toyota, che ha fermato la produzione di veicoli nella fabbrica di San Pietroburgo.

LA DECISIONE DELLA FED


Nel frattempo gli investitori trovano fiducia dalle parole del presidente della Federal Reserve Jerome Powell, che ha spinto verso una chiusura positiva prima Wall Street e poi Tokyo (Nikkei +0,7%) e Hong Kong (+0,41%). Il numero uno della Fed, davanti alla commissione dei Servizi finanziari della Camera, ha detto che proporrà un aumento dei tassi d'interesse di 25 punti base alla prossima riunione della Banca centrale, in programma tra due settimane il 15 e 16 marzo. L'impatto del conflitto sull'economia Usa nel breve periodo, ha poi detto, è "molto incerto". Powell ha sottolineato che "l'inflazione è troppo alta" e che, se persisterà, "potremmo muoverci più velocemente, con un aumento di 50 punti base", alle successive riunioni dell'anno.

PETROLIO IN RALLY


Prosegue la corsa del petrolio. Il contratto con consegna maggio sul Brent sale del 3,6% a 117 dollari al barile, dopo aver toccato un massimo a 118,22 dollari. Il contratto con consegna aprile sul Wti è in progresso del 3,5% a 114,5 dollari al barile. Una crescita, quella del petrolio, dovuta alla guerra in Ucraina e alle decisioni prese ieri dai membri dell'Opec+, che di fatto non modificheranno la strategia prevista di un aumento graduale della produzione ad aprile (400mila barili al giorno).
Share:
Trending