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L'analisi

Mercati emergenti: promossi e bocciati nelle pagelle di Pictet AM

Il modello elaborato dalla casa ginevrina indica Taiwan, Russia, India, Cina e Corea come i più resilienti mentre Colombia, Ungheria, Cile e Romania saranno più vulnerabili ai rialzi dei tassi della Federal Reserve

di Virgilio Chelli 21 Gennaio 2022 08:00
financialounge -  cina mercati emergenti Patrick Zweifel Pictet Asset Management Russia

Quando l'America starnutisce, il mondo prende il raffreddore, e quando la più grande economia al mondo rialza i tassi di interesse, la gente, le imprese e i governi di tutto il pianeta ne subiscono gli effetti sui propri costi di finanziamento. Ciò è particolarmente vero nei Mercati Emergenti, dove una quota significativa di debito è denominata in dollari americani. Nel suo Monitor dei Mercati Emergenti, a cura del Chief Economist Patrick Zweifel, Pictet Asset Management indica i Paesi emergenti più vulnerabili agli aumenti dei tassi statunitensi e quali dovrebbero invece dimostrarsi più resilienti in base al modello elaborato dalla storica casa ginevrina.

NON FARE DI OGNI ERBA UN FASCIO


Considerando che la Fed prevede tre rialzi dei tassi di interesse quest'anno e altri rialzi nel 2023, chi investe nei mercati emergenti potrebbe avere validi motivi per sentirsi un po' nervoso, ma l’analisi di Pictet AM indica che sarebbe sbagliato fare di tutta l'erba un fascio e spiega che la vulnerabilità alla stretta monetaria della Fed varia ampiamente tra le diverse economie in via di sviluppo.

ESAMINATI 13 FATTORI DI RISCHIO


Per analizzare le differenze, il modello di Pictet AM prende in esame 13 fattori di rischio, tra cui diverse misure del debito pubblico e privato, i saldi delle partite correnti, la forza delle riserve valutarie e i differenziali dei tassi di interesse rispetto agli Stati Uniti. Le 25 economie dei mercati emergenti del modello vengono quindi classificate partendo dalla migliore fino alla peggiore per ciascun indicatore. I punteggi aggregati indicano che Colombia, Ungheria, Cile e Romania saranno probabilmente i Paesi più vulnerabili ai rialzi dei tassi statunitensi, anche perché tutti e quattro hanno elevate esigenze di finanziarsi esternamente, spesso in valuta forte.

LE RISERVE RENDONO PIÙ RESILIENTI


All'estremo opposto della scala del modello di Pictet AM troviamo invece Taiwan, Russia, India, Cina e Corea, che saranno probabilmente i più resilienti, in quanto generalmente dispongono di sufficienti riserve valutarie, il che significa che possono intervenire per sostenere le rispettive valute contro il dollaro, se necessario, e hanno bassi livelli di debito estero. Nella nostra griglia di Pictet AM, Taiwan ha il miglior punteggio in relazione alle partite correnti con un surplus pari al 14,4% del PIL, mentre la Colombia si colloca all'ultimo posto con un deficit del 5,1%, dipendendo dal capitale estero per colmare il divario tra la spesa e gli investimenti interni.

IMPATTO DEI TASSI USA PIÙ FORTE NELLE FASI DI RALLENTAMENTO


Essendo poi il dato associato a livelli elevati di attività estere nette e di debito estero, e a un fragile saldo di bilancio fiscale, i rischi aumentano. L’esperto di Pictet AM sottolinea che la storia suggerisce che l'impatto negativo dei rialzi dei tassi statunitensi sui mercati emergenti è accentuato in periodi di rallentamento della crescita economica, che è lo scenario più probabile per quest'anno. Nel 2022, Pictet AM prevede una ripresa della crescita dal picco negativo post pandemia, e questo potrebbe offrire un cuscinetto contro la risalita dei tassi USA.

FONDAMENTALE L’ALLOCAZIONE ATTIVA


A lungo termine, secondo Pictet AM gli squilibri dovrebbero correggersi, come con il taper tantrum del 2013, perché le valute emergenti più colpite si indeboliranno, rendendo le rispettive esportazioni più competitive e, nel tempo, stimolando la crescita. Nel complesso, l’analisi di Pictet AM evidenzia che l'universo emergente non è omogeneo, e se si vuole investire è fondamentale ricorrere a un'analisi approfondita e a un'allocazione attiva per individuare le migliori opportunità ed evitare i rischi maggiori, compresi quelli legati alla stretta monetaria della Fed.
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