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Outlook 2022

AllianzGI: per il 2022 tra inflazione e lenta ripresa serve maggiore resilienza

Nell'Outlook per il prossimo anno, Ingo R. Mainert e Massimiliano Maxia disegnano un quadro di incertezza controllata in cui le banche centrali faranno la parte principale

di Annalisa Lospinuso 30 Novembre 2021 14:19
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Una ripresa lenta ma aiutata dagli stimoli fiscali e dalle politiche monetarie delle principali banche centrali. È la visione di Allianz General Investors per l'outlook 2022, presentato a Milano da Ingo R. Mainert, CIO Multi Asset Europe, e Massimiliano Maxia, Senior Fixed Income Product Specialist.

STIMOLI FISCALI


Sebbene il Covid continui a spaventare i mercati, soprattutto per la diffusione della variante Omicron, ci si aspetta una normalizzazione della situazione nella seconda metà del prossimo anno. Grande fiducia da parte degli investitori, secondo AllianzGI nella politica monetaria delle principali banche centrali che continueranno a sostenere l’economia con stimoli fiscali. Per il 2021, infatti, la portata delle iniezioni di liquidità da parte delle banche centrali e gli stimoli fiscali è stata pari a oltre 30 migliaia di miliardi di dollari, circa il 35,6% del Pil globale.

DEBITO PUBBLICO


Nell’area euro, il debito pubblico si manterrà sostanzialmente stabile (dal 100% del 2020 al 100,8% del Pil nominale del 2022), mentre nei principali Paesi è visto in contrazione. In Italia, ad esempio, scenderà dal 159,8% del 2021 al 156,6% del 2022. Secondo i sondaggi di opinione del World Economic Forum, sottolinea AllianzGI, tra i principali rischi globali non ci sono problemi di natura economica, ma soprattutto sanitari e ambientali.

RIPRESA ECONOMICA


La ripresa economica, spiega Ingo R. Mainert, non sarà repentina ma richiederà mesi di assestamento. Anche gli indici dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero, elaborati da AllianzGI, mostrano una discesa in Europa e negli Stati Uniti. In Italia, lieve miglioramento da 59,7 a 61,1. Gli Usa performano meglio negli indici del settore servizi, mentre Europa e Italia rimangono in calo. In generale, il potenziale di crescita del Pil per i Paesi dell’OECD scende dall’1,5% all’1,5% del prossimo anno.

INFLAZIONE


Una grande incognita per i mercati e gli investimenti rimane l’inflazione. Le attese inflazionistiche dei professionisti, dice il CIO Multi Asset Europe di AllianzGi, puntano al rialzo, soprattutto come effetto dell’aumento del prezzo del petrolio. Il rischio di inflazione non può essere più considerato transitorio ed è maggiore rispetto al passato, con impatti diretti sul mercato del lavoro.

BANCHE CENTRALI


Le Banche centrali manterranno un approccio generalmente dovish e il primo rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve è atteso nel 2022. In generale gli istituti monetari globali si manterranno ancora dietro la curva dei tassi.

MERCATI FINANZIARI


In generale, per i mercati finanziari, i principali driver di mercato nel 2022 rimangono l’inflazione e le mosse della Fed, le riaperture e gli utili, il credito e la crescita in Cina.

L’ITALIA


Il mercato italiano è stato inquadrato nel dettaglio da Massimiliano Maxia, Senior Fixed Income Product Specialist di AllianzGI. “La sfida per l’Italia è passare da una ripresa congiunturale a una crescita strutturale”, sottolinea l’esperto. Gli indici di produzione manifatturiera mostrano un andamento molto simile in tutti i principali Paesi dell’area euro, compresa l’Italia. Il nostro Paese ha usufruito più degli altri del Recovery Plan, con un totale di 191,5 miliardi di euro. “Un’occasione unica che non può essere sprecata. Bisogna investire sull’occupazione, i giovani, la digitalizzazione, la giustizia, la concorrenza, la PA”, ricorda Maxia.

DEBITO/PIL


Grazie anche agli interventi della Bce, il costo del debito non sembra rappresentare un problema, ma dal 2023 potrebbe tornare il Patto di Stabilità e l’Italia non deve farsi trovare impreparata. In conclusione, l’Italia offre delle buone opportunità di investimento, sia nell’obbligazionario (il btp è un buon asset) sia dal punto di vista azionario. “Il mercato italiano ha corso meno - conclude Massimiliano Maxia, Senior Fixed Income Product Specialist - ed è meno value, quindi meno soggetto all’aumento dei tassi di interesse. Anzi data l’alta componente finanziaria del paniere potrebbe quasi beneficiare dall’aumento dei tassi”.
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